L’altezza delle lasagne: Vito dissacra mode e ossessioni della cucina con un monologo esilarante | Al Teatro Leonardo di Milano

Un viaggio comico tra ingredienti alla moda, chef superstar e ossessioni alimentari che ci fanno perdere il gusto del cibo
Da quando cucinare è diventato più un’arte da esibire che un gesto quotidiano? Chi ha deciso che l’avocado dovesse soppiantare la rucola? E soprattutto, perché siamo diventati così maniacali nel parlare di cibo? A queste e molte altre domande prova a rispondere L’altezza delle lasagne, il nuovo one man show di Vito, in scena dal 21 al 23 marzo al Teatro Leonardo di Milano. Uno spettacolo che, con ironia tagliente e un pizzico di cattiveria, si prende gioco del nostro rapporto quasi nevrotico con la cucina, tra diete, intolleranze, ristoranti gourmet e tendenze alimentari che cambiano con la velocità della luce.
Vito, volto noto della comicità italiana e grande appassionato di gastronomia, trasforma la scena in una cucina immaginaria, dove impasta battute e riflessioni con lo stesso entusiasmo di chi prepara un pranzo della domenica. Con il suo stile inconfondibile, alterna momenti di puro divertimento a riflessioni più profonde sulla nostra ossessione per il cibo, sulle ipocrisie del marketing alimentare e sulle mode che ci impongono di mangiare solo quello che viene considerato “sano” o “di tendenza”.
Il monologo di Vito non è solo una sequenza di gag ben costruite, ma una satira pungente che mette in discussione l’evoluzione (o involuzione?) del nostro rapporto con il cibo. Dall’ossessione per il biologico alla mania delle intolleranze alimentari, passando per le nuove figure degli chef superstar che sembrano più rockstar che cuochi, lo spettacolo dissacra con intelligenza tutti gli eccessi del mondo gastronomico.
Vito si chiede, ad esempio, quando abbiamo smesso di cucinare per il semplice piacere di farlo e abbiamo iniziato a trasformare ogni piatto in un manifesto esistenziale. La cucina non è più un atto di amore, ma un campo di battaglia tra chi segue diete impossibili e chi posta su Instagram piatti impeccabili solo per ottenere like. E tra una risata e l’altra, emerge una verità tanto amara quanto autentica: ci siamo allontanati dal gusto puro della semplicità.
La comicità di Vito: un antidoto contro la retorica del cibo perfetto
Vito, con la sua vis comica travolgente, non si limita a fare battute: ci accompagna in un percorso di disincanto, svelando le incongruenze del nostro tempo con un’ironia irresistibile. Nessuno si salva: dai fanatici delle diete detox ai cultori dell’alimentazione iper-proteica, dai vegani estremisti a chi, per paura degli additivi, finisce per mangiare solo aria. Lo spettacolo è un concentrato di intelligenza e sarcasmo, che smonta con leggerezza le fobie alimentari contemporanee.
Lo stile di Vito è diretto, coinvolgente, capace di far ridere e riflettere allo stesso tempo. La sua esperienza come conduttore di programmi culinari gli consente di avere una conoscenza autentica dell’argomento, che viene sfruttata al massimo per offrire un punto di vista critico ma mai moralista.

Un invito a riscoprire il gusto autentico del cibo (e della vita)
Tra risate e paradossi, L’altezza delle lasagne lancia un messaggio chiaro: la cucina deve tornare ad essere un atto d’amore e non un campo di battaglia tra fazioni contrapposte. Vito ci ricorda che non serve inseguire mode assurde per gustare un buon piatto e che il cibo dovrebbe unire, non dividere.
Il monologo si chiude con una riflessione tanto semplice quanto potente: cucinare con amore, per sé stessi e per gli altri, senza ansie da prestazione e senza sentirsi in dovere di seguire ogni tendenza passeggera. Perché alla fine, come dice Vito, l’unico vero ingrediente che non passerà mai di moda è proprio l’amore.