Megalopolis vince peggior regia ai Razzie Awards: Coppola contro Hollywood | “pochi hanno il coraggio”

Megalopolis vince peggior regia ai Razzie Awards: Coppola contro Hollywood
Megalopolis – 2024 (film a.i.) fortementein.com

Coppola tiene il suo personale discorso di ringraziamento per la “peggior regia”: cosa resta del cinema oggi.

La 45ª edizione dei Razzie Awards, gli “anti-Oscar” per premiare il peggio del cinema, ha assegnato a Francis Ford Coppola il premio come peggior regista per il suo film Megalopolis (2024).

Il film, che ha ricevuto sei nomination, è stato al centro di dibattiti sin dalla sua presentazione.

Miscuglio pretenzioso e astruso, una trama confusa e poco coesa, scarsa risposta da parte degli spettatori.

Eppure, il regista ci ricorda con orgoglio cos’è davvero il cinema: non una vincita al botteghino.

Coppola vince la peggior regia

Una vittoria che Coppola accoglie entusiasta. E come non potrebbe? In un’industria che va sempre più verso il mainstream, e in cui il tempo che intercorre tra la comparsa del film nelle sale cinematografiche e quella sulle piattaforme streaming si riduce a poche settimane? Se il cinema è entrato in un periodo di stagnazione, essere premiato come peggior regista vale all’affermazione di una controtendenza che esprime il coraggio di uscire fuori dagli schermi contemporanei. “Sono entusiasta di ricevere il Razzie Award in così tante categorie importanti […] in un momento in cui così pochi hanno il coraggio di andare contro le tendenze prevalenti del cinema contemporaneo!”

Critica Hollywood senza peli sulla lingua, per la sua avversione al rischio, affermando che l’industria, nonostante l’enorme talento delle nuove generazioni, potrebbe non riuscire a creare opere che saranno rilevanti tra 50 anni. Come un impoverito Jacques Tati, Coppola premiato per il proprio fallimento, si paragona alla sua esperienza con un’implicita speranza che possa finire tra i più amati, quanto Playtime: “il valore di un’opera d’arte non dovrebbe essere misurato solo dai risultati al botteghino”.

Megalopolis vince peggior regia ai Razzie Awards: Coppola contro Hollywood
Megalopolis – 2024 (film a.i.) fortementein.com

Fuori dall’ordinario, fuori dal cinema

Ciò che va fuori dall’ordinario, almeno nel cinema (di solito) non crea troppo scalpore. Lo si spiega con Lynch, amato da tutte le generazioni e fuori da ogni canone del cinema hollywoodiano, lontano da ogni schema, immerso nel surrealismo della sua arte. Ma Lynch è stato Lynch. Coppola è il regista de il Padrino.

Perché, quando un tentativo di scavalcare le linee della verosimiglianza viene fatto da un cineasta della Nuova Hollywood, la sua considerazione prende una piega diversa? Certamente siamo distanti anni luce dall’atmosfera onirica e disturbante di Eraserhead, ma se la realtà può essere rappresentata a seconda di una propria visione del mondo, non è detto che per essere apprezzabile debba essere necessariamente condivisibile da ogni spettatore.

Megalopolis vince peggior regia ai Razzie Awards: Coppola contro Hollywood
Megalopolis – 2024 (film a.i.) fortementein.com

Un salto nel sogno utopico di Coppola

Megalopolis è quella città utopica che prende finalmente forma, grazie al suo architetto, per sfuggire alla decadenza di una New York romanizzata. New Rome, città distopica e degradata, governata da un’élite di famiglie patrizie. Sottolineando il divario tra chi si gode piaceri proibiti e chi vive in povertà, Coppola fa la sua grande critica alla contemporaneità, un mondo che dice di essere moderno, ma che è indissolubilmente legato ai secoli passati (negli aspetti peggiori) e appartenenti non alla sua stessa storia, ma a quella di un altro continente, uno molto più antico, dall’altra parte dell’oceano.

A renderne l’idea, una sfarzosa messa in scena di lusso sfrenato, passioni, intrighi, delitti, un vortice che non è solo ideale ma concreto, nella compulsiva ed epilettica ripetizione di immagini a ritmo assordante di musica, frastuono vero, caos dei riti orgiastici e dell’ostentazione dell’opulenza, che arriva dritta e fastidiosa negli occhi, nelle orecchie e nello stomaco dello spettatore.

Nonostante le critiche e il premio poco lusinghiero, Megalopolis rimane un’opera che sfida le convenzioni, portando avanti una visione radicale e personale del cinema. Di fronte a una standardizzazione dei prodotti in vista di un successo commerciale, l’ultimo film di Coppola divide, scuote e provoca. Forse non sarà compreso o apprezzato, ma come accaduto con molte pellicole destinate a diventare cult, il tempo potrebbe rivelarsi il miglior giudice. Il cinema non è solo intrattenimento, ma anche rischio, sperimentazione e visione. E in questo, Coppola ha già vinto.