INSHALOM (o l’assurda partita), tragica ironia del conflitto israelo-palestinese: uno spettacolo che scuote e fa riflettere | Al Piccolo Bellini di Napoli

Una stazione immaginaria al confine tra vita e morte, dove si contano le vittime di una guerra eterna.

Questo lo scenario di “Inshalom (o l’assurda partita)”, una pièce tragicomica scritta e diretta da Maurizio D. Capuano, in scena al Piccolo Bellini di Napoli dal 21 al 23 gennaio. Con un cast di grande talento e una regia che non lascia spazio a compromessi, lo spettacolo offre uno sguardo dissacrante ma profondamente umano sulla convivenza forzata tra due nemici naturali: un palestinese e un israeliano.

Nassur e Shlomo, rispettivamente palestinese e israeliano, si ritrovano a lavorare insieme in una surreale stazione situata sulla Striscia di Gaza. Qui, sotto la supervisione distratta di Bob, un soldato dell’ONU, sono incaricati di contare le vittime della guerra. Non persone, ma numeri da usare per alimentare la propaganda dei loro governi. La loro routine quotidiana, fatta di conteggi macabri e litigi per le più piccole banalità, viene improvvisamente sconvolta dall’arrivo di nuovi personaggi: Ilaria, una giornalista italiana intrisa di retorica sionista, e Aliya e Omar, due individui segnati dal peso di un passato troppo doloroso.

L’umorismo nero diventa la chiave per raccontare l’orrore della guerra. La pièce alterna momenti di risate amare a riflessioni profonde, portando il pubblico a interrogarsi sulle dinamiche assurde di un conflitto che continua a mietere vittime innocenti. Attraverso dialoghi brillanti e una messa in scena minimalista, “Inshalom” riesce a trasformare una tragedia in una narrazione che non perde mai di vista l’umanità dei suoi protagonisti.

Lo spettacolo, pur affrontando temi complessi, non cade mai nel pietismo. Al contrario, si propone come un messaggio di pace che invita a superare le barriere del pregiudizio e a considerare l’assurdità di una guerra in cui non esistono veri vincitori. Il pubblico è chiamato a riflettere, ma anche a ridere, in un mix di emozioni che resta impresso a lungo.

L’assurdità della guerra in scena

La regia di Maurizio D. Capuano sceglie di concentrare la narrazione su una dimensione ristretta, quasi intima. Attraverso le piccole scaramucce tra Nassur e Shlomo, si intravedono le grandi divisioni di una guerra che non sembra avere fine. La presenza di Bob, il soldato ONU, sottolinea l’inadeguatezza degli interventi internazionali, spesso spettatori impotenti di un dramma che si consuma sotto i loro occhi.

La tensione cresce con l’arrivo di Aliya e Omar, che portano con sé storie di dolore e perdita. Le loro esperienze rendono ancora più evidente l’assurdità di un conflitto che si nutre delle vite dei civili, trasformandoli in numeri utili solo per alimentare strategie propagandistiche.

INSHALOM_o_lassurda_partita_–_fortementein.com

Un messaggio pacifista senza retorica

“Inshalom” non si limita a raccontare una storia. È un invito a riflettere sulla natura stessa del conflitto. Il rapporto tra Nassur e Shlomo, seppur conflittuale, lascia intravedere la possibilità di un dialogo, una speranza che sembra sempre più lontana nel contesto reale. Il contrasto tra i loro litigi quotidiani e le grandi questioni storiche sottolinea l’insensatezza di una divisione che, al di là delle ragioni politiche e religiose, non fa che perpetuare sofferenza.

La pièce si conclude con una nota amara ma necessaria: il male maggiore del conflitto non è solo nella perdita di vite, ma nell’incapacità di riconoscere l’umanità dell’altro. Una lezione che, attraverso risate e commozione, lascia il pubblico con una domanda inquietante: siamo davvero così lontani da questa assurdità? Uno spettacolo da non perdere per chi cerca una narrazione diversa, capace di scuotere e far riflettere senza mai cadere nel banale. Al Piccolo Bellini, “Inshalom” è un’esperienza teatrale che colpisce dritto al cuore e alla mente.