Supernova, al Piccolo Bellini uno spettacolo potente e intenso che esplora il vuoto e il desiderio umano

Fino al 22 dicembre al Piccolo Bellini, una produzione che mescola dramma e riflessioni sulla morte e il potere.

Dal 17 al 22 dicembre, il Piccolo Bellini di Napoli ospita “Supernova”, una produzione che porta in scena le complesse dinamiche familiari attraverso la regia e drammaturgia di Mario De Masi. Lo spettacolo, interpretato da Alessandro Gioia, Fiorenzo Madonna, Antonio Stoccuto, Lia Gusein-Zadé e Maria Chiara Vitti, esplora temi come la morte, la disgregazione e la ricerca di potere, ispirandosi alla spettacolare e violenta esplosione di una supernova.

La storia ruota attorno alla morte improvvisa del padre, un evento che scuote profondamente una famiglia già fragile. I tre figli si trovano costretti a confrontarsi con la realtà dell’adultità, ma ognuno reagisce in modo diverso: chi fugge, chi si fa carico della responsabilità, chi rimane fermo in un limbo di inazione. Il tema centrale è il vuoto che rimane dopo la morte, una condizione che non solo separa, ma che costringe i personaggi a ripercorrere le proprie scelte di vita e a rivivere le relazioni familiari distrutte dal tempo e dalle dinamiche di potere.

Con una scenografia e luci curate da Desideria Angeloni e un disegno sonoro di Alessandro Francese, “Supernova” promette di essere un’esperienza visiva e sonora immersiva, capace di trasportare il pubblico in un universo di emozioni contrastanti. La rappresentazione gioca con il concetto di potere come desiderio insoddisfatto, esplorando le fratture sociali e familiari, e la morte come evento che annulla ogni certezza, rimettendo in discussione i ruoli e i valori sociali.

Il nucleo della famiglia e il desiderio di potere

Il concetto di madre in “Supernova” è simbolico: essa non è solo generatrice di vita, ma diventa anche una forza che plasma i destini dei figli, catalizzando desideri e ambizioni che finiranno per allontanarli. Ogni membro della famiglia si ritrova coinvolto in un gioco di potere che, pur alimentato dai desideri personali, li spinge verso una disgregazione che sembra inevitabile. La madre, con la sua forza attrattiva e repulsiva, è il motore di tutto, un nucleo centrale che alimenta e distrugge simultaneamente.

Supernova si configura come una riflessione sulla società e sul potere, che attraverso le dinamiche familiari cerca di raccontare come il desiderio possa diventare il motore di conflitti distruttivi. Le differenze tra i figli, pur marcate dai loro ruoli e reazioni diverse alla morte del padre, diventano insignificanti di fronte all’immensità del cosmo, un contesto che li costringe a confrontarsi con la propria mortalità.

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Riflessioni sulla morte e sull’ineluttabilità

Nel momento in cui la morte arriva, i legami si spezzano e i personaggi si trovano a dover affrontare la verità: ciò che prima sembrava solido e certo ora è effimero e instabile. La morte diventa il grande livellatore, il punto di arrivo per un percorso che ha visto i personaggi cercare invano di sfuggire al tempo e alle sue leggi. La consapevolezza del vuoto che l’assenza di una figura centrale comporta segna il momento di rottura per ciascun individuo, una disgregazione interiore che esplode in una serie di dinamiche conflittuali.

“Supernova” non è solo uno spettacolo teatrale, ma una potente riflessione sulla condizione umana e sul nostro continuo tentativo di dare senso alla vita, nonostante l’ineluttabilità della morte. Lo spettacolo invita a guardare oltre, verso l’infinito, per riconoscere la fragilità dell’esistenza e la lotta interiore che ci accompagna lungo il nostro cammino.