Mettici la mano, l’intenso ritorno del Brigadiere Maione e Bambinella a teatro: una storia di giustizia e redenzione
Tra bombe e tensione, due anime di Napoli affrontano l’orrore e l’umanità in un rifugio improvvisato.
Lo spettacolo teatrale Mettici la mano porta in scena un pezzo autentico della Napoli degli anni Quaranta, un mondo dove la guerra non è solo un contesto ma una presenza viva e opprimente. Ambientato durante la primavera del 1943, nella Napoli dei bombardamenti, la storia ha luogo in un umido scantinato che diventa rifugio per chi cerca di sfuggire alla devastazione che incombe dall’alto.
Qui, il brigadiere Maione e il femminiello Bambinella, personaggi ben noti della saga del Commissario Ricciardi, si trovano a fare i conti con una nuova compagnia: Melina, una giovane cameriera accusata di omicidio.
La pièce, scritta da Maurizio de Giovanni, si sviluppa attraverso il dialogo serrato tra i protagonisti che, tra un’esplosione e l’altra, mettono a nudo le loro paure, le colpe e le speranze. Maione, ligio alla legge ma profondamente umano, è costretto a confrontarsi con il caso di Melina, una ragazza che ha appena compiuto un delitto brutale contro il Marchese di Roccafusca, suo datore di lavoro.
Ma cosa ha spinto Melina a compiere un simile atto? Ed è davvero colpevole? Questi interrogativi fanno crescere la tensione all’interno del rifugio, dove ogni parola sembra pronta a scardinare certezze e convinzioni.
Tra colpa e redenzione: il dialogo come giudizio
All’interno di questo rifugio di guerra, Bambinella, figura che sa molto di tutti e usa il suo ingegno per sopravvivere, si trasforma in una sorta di difensore per Melina, mentre Maione, inizialmente duro e incrollabile nella sua fede nella giustizia, diventa una voce dell’accusa. Il confronto tra i due personaggi evolve in una dinamica che esplora la giustizia non come legge astratta, ma come qualcosa di strettamente legato al cuore umano. La statua della Madonna Immacolata, che occupa silenziosamente il suo posto in un angolo, diventa un simbolo di speranza e di giudizio, quasi una testimone silenziosa delle loro confessioni e scoperte.
Il regista Alessandro D’Alatri sottolinea come questa pièce rappresenti una naturale estensione del mondo del Commissario Ricciardi, in cui Maione e Bambinella non sono solo due personaggi ma vere e proprie “maschere” della napoletanità. Napoli stessa è un personaggio che, pur martoriato dai bombardamenti e dalle privazioni, si dimostra un luogo pulsante di umanità e passione per la vita. Con l’accompagnamento delle musiche evocative di Marco Zurzolo e le scenografie che ricreano un’atmosfera immersiva, Mettici la mano è un viaggio profondo e toccante nel cuore della città e nei suoi abitanti.
Un ritorno teatrale carico di emozioni
Dopo il lungo periodo di teatri chiusi, questo spettacolo rappresenta per D’Alatri un ritorno alla scena pieno di significato, grazie anche al cast d’eccezione. Antonio Milo e Adriano Falivene riprendono i ruoli che li hanno resi noti nella serie televisiva, offrendo una performance intensa e carismatica. Elisabetta Mirra, nei panni di Melina, aggiunge una prospettiva femminile che rivela la forza e il sacrificio delle donne in tempi di guerra.
In questa quarta stagione in tournée, Mettici la mano offre uno spettacolo profondo, che va oltre la semplice narrazione per esplorare le fragilità e il coraggio umano. Lo spettacolo si terrà il 20 e 21 novembre 2024, alle ore 20:45 al Teatro Manzoni di Milano, per due serate che promettono di essere memorabili.