Uno, nessuno e centomila, al Teatro Litta: l’iconica ricerca dell’identità in scena a Milano
Il classico di Pirandello rivisitato in chiave contemporanea: tre voci per un unico protagonista in conflitto.
Dal 12 al 22 novembre 2024, il Teatro Litta di Milano ospiterà un nuovo allestimento di Uno, nessuno e centomila, il celebre dramma esistenziale di Luigi Pirandello. Un’opera in cui la frammentazione dell’identità viene rivisitata in modo suggestivo: Vitangelo Moscarda, il protagonista, sarà interpretato da tre attori che daranno vita alle sfumature di una stessa personalità. Questa scelta innovativa riflette la complessità della ricerca dell’identità e l’impatto che l’opinione altrui ha su di noi.
La storia prende il via da un dettaglio apparentemente banale. Un giorno, Moscarda si guarda allo specchio e nota una piccola anomalia, una caratteristica fisica che cambia il modo in cui si percepisce.
Da quel momento, inizia una profonda riflessione che lo porta a comprendere quanto la sua identità, così come quella di ciascuno di noi, non sia altro che una somma di punti di vista altrui. La scoperta è devastante, e Moscarda intraprende una lotta per definire se stesso al di là delle etichette imposte dalla società.
Moscarda 1, il “capo” della sua personalità, è affiancato da Moscarda 2 e Moscarda 3, due rappresentazioni interiori che diventano veri e propri interlocutori, dando vita a dialoghi e riflessioni intime. Insieme, i tre attori conducono lo spettatore in un viaggio psicologico in cui l’autenticità e l’illusione si mescolano, con il risultato di un’interpretazione fortemente tragica e allo stesso tempo ironica del concetto di identità.
La percezione dell’identità al Teatro Litta
La regia mantiene il testo originale di Pirandello, ricreando in scena l’atmosfera paradossale e dolorosamente ironica della storia.
Con una visione che celebra la pluralità dell’io, l’opera invita alla riflessione su quanto il giudizio sociale condizioni la percezione di sé. La scelta di dividere Moscarda in tre figure accentua la dissonanza tra chi crediamo di essere e chi gli altri vedono.
Il percorso verso la liberazione dalle etichette
Moscarda arriva a sacrificare tutto, fino all’ossessione, pur di trovare un’identità libera da giudizi esterni. Tuttavia, in questo percorso autodistruttivo, Pirandello lascia intendere come l’identità possa essere irrimediabilmente frammentata. Il pubblico è coinvolto in questo paradosso, ponendo ciascuno di noi di fronte alla domanda: siamo chi crediamo o chi gli altri vedono?
Con la forza di un testo senza tempo e un allestimento che rispetta il cuore del messaggio pirandelliano, Uno, nessuno e centomila continua ad affascinare e a far riflettere. Rimanete sintonizzati per altre novità e scoprite come il teatro possa ancora oggi esplorare le questioni più intime e universali dell’essere umano.