Maldoror, il true detective francese immeritatamente fuori concorso a Venezia 81: un bello schiaffo necessario

Anthony Bajon – Maldoror

A un Festival di Cinema come quello di Venezia può capitare di trovare dei gioiellini come il film franco- belga Maldoror diretto da Fabrice du Welz, una versione alla francese di True Detective con scene altrettanto forti e una serie di delitti e ingiustizie che vi daranno più volte pugni allo stomaco.  

Il film parte da un fatto di cronaca realmente accaduto in Belgio negli anni Novanta e legato a una rete di pedofili. Due bambine sono scomparse e Paul Chartier (Anthony Bajon), giovane recluta della gendarmeria belga deve indagare sul caso e viene assegnato a “Maldoror”, unità segreta creata per monitorare un pericoloso maniaco sessuale.

Quest’ultimo, scoprirà Chartier è solo la punta dell’Iceberg di una fitta rete di maniaci sessuali e pedofili che compiono le azioni più turpi. Chartier inizialmente segue le regole ma si rende conto che comportarsi da poliziotto integerrimo non paga, per qualche ragione non si arriva mai alla verità e lui sente di essere molto vicino a scoprire il colpevole.

Salvare le due bambine scomparse diventa per Chartier una vera ossessione, al punto da trascurare la moglie e una figlia in arrivo. Molto presto il protagonista capirà di dover passare dalla via dell’illegalità per poter raggiungere i propri obiettivi e abbattere il muro di omertà e corruzione che lo ostacola.

Se siete particolarmente sensibili sappiate che in questo film assisterete al male puro, rappresentato attraverso le forme più crudeli e rivoltanti di violenza, qualcosa che non potrete immaginare e che non potrà non sconvolgervi. Le devianze psicologiche e sessuali dei cattivi, ricordano molto le vicende e i personaggi raccontati nella prima stagione di True Detective. Anche in quel caso si parlava di violenza sessuale e omicidio, nonché di una rete di pedofili.

Maldoror: fra i prodotti migliori di Venezia 81

Maldoror è tra i migliori film visti all’81° Mostra d’Arte Cinematografica e avrebbe meritato il concorso ufficiale, magari al posto di altri film la cui visione si sarebbe potuta evitare. Il film è un prodotto interessante per il modo in cui decide di esplorare la natura più oscura del male e l’inesausta ricerca della giustizia in una storia davvero emozionante ed evocativa.

L’opera di du Welz va a sondare gli aspetti più̀ bui dell’anima umana capace delle peggiori atrocità. Questa umanità malata la fa franca troppo spesso perché dall’altra parte c’è una disfunzione delle istituzioni. Paul Chartier rappresenta la resilienza, l’ossessione, la volontà cieca cambiare un sistema corrotto, anche a costo di perdere ogni cosa.

Maldoror (Le auto della gendarmeria belga)

Il cinema necessario ti prende a schiaffi

Questi temi, girati con la sapienza di Fabrice du Welz e interpretati così bene vanno a comporre un film che come tutti i prodotti cinematografici scritti bene riesce a toccare lo spettatore fin nel profondo, facendo affiorare anche le paure più nascoste. Il film affronta anche i costanti conflitti fra gendarmeria e polizia in Belgio, dei conflitti così forti da

Nel corso della visione di Maldoror desideriamo per tutto il tempo che giustizia sia fatta ma la cruda rappresentazione della realtà ci porta in alcuni momenti a perdere la speranza per poi arrivare a un finale soddisfacente solo in parte e molto amaro, come del resto può essere la vita reale.