Ainda Estou Aqui (I’m still here) di Walter Salles a Venezia 81 si distingue e commuove

Fernanda Torres – I’m still here

In concorso all’81° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia c’è un interessante e necessario film portoghese diretto da Walter Salles, già regista di On the road e I diari della motocicletta che qui ci racconta la storia di una famiglia a Rio de Janeiro, ai tempi della dittatura militare.  

Siamo in Brasile nel 1971, un periodo politicamente molto complicato perché c’è la dittatura militare con rastrellamenti, arresti ingiustificati e interrogatori serrati. Molte fra le persone interrogate, soprattutto uomini che hanno avuto contatti con i comunisti in passato, vengono fatti sparire, sono i desaparecidos di cui non si seppe più nulla.

Malgrado ciò la famiglia Paiva (realmente esistita) vive serenamente la propria vita, Rubens Paiva con sua moglie e i cinque figli sono una bella famiglia che in quel Natale del 1971 passano le loro giornate spensierati e felici, fra giornate in spiaggia, feste e cene con gli amici. Rubens Paiva (Selton Mello) è un ex deputato e un giorno degli uomini armati si presentano a casa sua e lo prelevano senza troppe spiegazioni per interrogarlo.

Da quel momento la famiglia Paiva non lo rivedrà più e anche sua moglie Eunice (Fernanda Torres) sarà interrogata. La donna vedrà con i propri occhi la brutalità della polizia militare e il trattamento che riservano ai prigionieri, perché di fatto si tratta di prigionieri politici. Alcuni di questi come Eunice si salvano, altri spariscono.

Fernanda Torres interpreta in modo appassionante un ruolo femminile davvero ben scritto, già in odore di coppa Volpi. Eunice Paiva si vede sconvolgere la vita da eventi drammatici in seguito ai quali deciderà di laurearsi in legge per aiutare gli oppressi e lottare per i loro diritti.
Il film si concentra infatti sui tentativi di Eunice di ritrovare il marito scomparso e, dopo aver saputo della morte, di ottenere un certificato di morte.

Io sono ancora qui

Il titolo del film si rifà al titolo del libro del figlio di Paiva, Marcelo Rubens che con la frase molto significativa “Ainda Estou Aqui” vuole dire che la dittatura malgrado tutto non li ha fermati e che lui, la sua famiglia e molti altri come loro sono ancora qui, sono vivi e hanno portato avanti le loro vite.

Marcelo Rubens ha messo in luce una pagina della storia davvero dolorosa, ricordando i desaparecidos vittime della dittatura brasiliana, ma soprattutto costruendo un personaggio femminile, sua madre, eroica e combattiva che seppe fare la differenza in un momento in cui crollare e lasciarsi travolgere sarebbe stato facile. Salles ha reso giustizia al libro prendendosi tutto il tempo necessario per farci conoscere questa famiglia, per affezionarci a loro e per conoscerli. Dapprima la madre è meno presente ma poi proprio la sua forza e la sua personalità, interpretate magistralmente, la rendono la colonna portante del film.

Selton Mello

La morte è di chi resta

L’aspetto interessante del film è di raccontare una storia politica, una dittatura militare non dal punto di vista del “campo di battaglia” e quindi da quello dei desaparecidos, bensì dal punto di vista di chi ha vissuto quell’esperienza dall’altra parte, di tutti quei parenti e amici delle vittime che rimasero in attesa e subirono una delle torture psicologiche più brutte al mondo.

Il film si sofferma molto sul dolore attraverso gli sguardi della moglie e madre che deve ricostruire la sua vita da zero, vedova e con cinque figli. I primi piani di Fernanda Torres sono tutto, ma anche le scene corali sono girate bene e non c’è mai un momento in cui non siamo dentro la storia. Alla fine si piange, come se anche noi fossimo parte della famiglia Paiva.