Nonostante, Valerio Mastandrea esce dalla zona di confort e apre la sezione Orizzonti di Venezia 81

Valerio Mastandrea e Dolores Fonzi in una scena di "Nonostante"
Valerio Mastandrea e Dolores Fonzi in una scena di “Nonostante” – fortementein.com

Alla sua seconda regia Valerio Mastandrea apre la sezione Orizzonti con il film Nonostante dove esplora ancora una volta il tema della morte, dopo il successo di “Ride” di sei anni fa, ma questa volta lo fa uscendo dalla sua (e dalla nostra) comfort zone.

Nonostante è il film di apertura della sezione Orizzonti, una sezione che ogni anno ospita film d’autore significativi e che ci fanno scoprire sguardi originali e a volte nuovi. Nel caso di Mastandrea conoscevamo il suo sguardo e la sua sensibilità grazie a un film come Ride, suo esordio alla regia nel 2019 nel quale si affrontava il tema della morte (e inevitabilmente il suo rapporto con la vita) attraverso la storia di una morte bianca e il modo in cui la vita e la morte si trovano costantemente a braccetto.

In un certo senso Nonostante prosegue il discorso del mai troppo apprezzato e discusso Ride per sciogliere ulteriormente i nodi che tengono stretta la vita alla morte ma soprattutto per approfondire il tema della fragilità non come limite delle persone ma come valore aggiunto. Mastandrea in questo film è totalmente a cuore aperto e forse non lo avete mai visto così fragile e sensibile sullo schermo.

Il regista, ha deciso di uscire dalla comfort zone e di accompagnarci in un mondo assai diverso dal solito spaccato di realtà che ci aspetteremmo da lui e, soprattutto, da un film italiano. Nonostante è, infatti, ambientato in un ospedale dove in bilico fra la vita e la morte un gruppo di anime attende il proprio destino portando avanti una propria vita parallela. L’ospedale è infatti una metafora della vita stessa dove i personaggi sono sostanzialmente inermi, inetti e abitudinari, finché non arriva qualcosa a scuoterli.

Nel reparto dove sono ospitati i pazienti in coma, il personaggio di Valerio Mastandrea (del quale non conosciamo il nome) è ormai abituato alla sua vita- non vita, va in giro liberamente, ascolta le conversazioni degli altri e si diverte andando nei luoghi che più gli piacciono. Mentre il suo corpo giace nel letto d’ospedale con la vita appesa a un filo, il suo spirito vaga libero in questa sorta di limbo del mondo reale, abitato da altre persone come lui. La sua realtà viene sconvolta dall’arrivo di un’altra paziente in coma con la quale nascerà una storia d’amore, ma l’uomo non ha fatto i conti con la possibilità che uno dei due si risvegli o che possa morire. Questa eventualità li porterebbe a dimenticare tutto.

Un film metafora

Un film intimista e profondo quello di Mastandrea che sceglie la metafora dell’ospedale come luogo di passaggio per raccontare amore, memoria, sentimenti e fragilità in un pacchetto che non potrà non farvi uscire dalla sala pensando ai vostri cari, alla vita, a quanto possa essere intensa e fragile al contempo. Le atmosfere del film, la presenza di queste anime che convivono con i vivi all’interno del microcosmo dell’ospedale ricordano a tratti Il cielo sopra Berlino, anche se in quel caso si trattava di angeli. Tuttavia se avete amato il film di Wim Wenders allora apprezzerete anche questo e saprete godere della vita lenta, fatta di silenzi, respiri e amore per la vita che troverete in questo film.

Difficile indovinare il vero significato della parola Nonostante che titola il film. Fortunatamente non c’è lo spiegone e quindi noi spettatori abbiamo la libertà di interpretare in base alle nostre suggestioni cosa c’è dietro quella parola. Probabilmente dietro “nonostante” c’è un “ne vale la pena”: nonostante la morte, vale la pena vivere; nonostante il cambiamento ci spaventi, vale la pena uscire dalla propria comfort zone; nonostante la paura vale la pena fare quel salto nel buio che si chiama amore e anche se finisce domani, avremo vissuto oggi.

Valerio Mastandrea

Nonostante tutto

Valerio Mastandrea ha confermato il proprio valore artistico, anche come regista e quest’ultimo anno sembra proprio essere il suo. Dopo aver interpretato un marito violento nel pluripremiato film di Paola Cortellesi, C’è ancora domani, Mastandrea ci regala una perla originale per il cinema italiano contribuendo a variare sui soliti contenuti e i soliti temi.

Questo film, insieme a quello di Cortellesi e di altri come per esempio Euforia di Valeria Golino (produttrice di Nonostante) dove lo stesso Mastandrea era protagonista, aprono un varco su un nuovo genere di film d’autore che ci ricordano perché il nostro può essere un cinema di valore.