Il caso Yara, troppe cose non tornano: adesso te le spieghiamo in modo semplice | Potresti rimanerci molto male

Il caso Yara - fortementein.com
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La docuserie sul casi della giovane Yara sta facendo scalpore per alcuni dettaglio poco chiari, proviamo a vederci chiaro

La recente docuserie che esplora il caso della giovane Yara Gambirasio sta facendo scalpore, attirando l’attenzione e sollevando numerose polemiche. La serie, diffusa su una delle principali piattaforme di streaming, prometteva di gettare nuova luce su uno dei casi di cronaca più seguiti e discussi degli ultimi anni in Italia.

Tuttavia, anziché rispondere a tutte le domande, sembra averne sollevate altre, alimentando dubbi e perplessità tra il pubblico e gli esperti. Yara Gambirasio, una tredicenne di Brembate di Sopra, scomparve il 26 novembre 2010. Il suo corpo fu ritrovato tre mesi dopo in un campo, e la sua morte fu attribuita a ferite da arma da taglio.

La lunga e complessa indagine che seguì portò all’arresto di Massimo Giuseppe Bossetti, il quale è stato poi condannato per omicidio nel 2018. La docuserie, lanciata con grande clamore mediatico, si proponeva di offrire un’analisi approfondita del caso, con interviste esclusive, ricostruzioni dettagliate e materiali inediti.

Gli autori hanno dichiarato di voler fornire una nuova prospettiva, basandosi su documenti e testimonianze che avrebbero potuto essere trascurati o non sufficientemente considerati durante il processo. Sin dalla sua uscita, la docuserie ha suscitato reazioni per la presenza di dettagli poco chiari e, talvolta, sensazionalistici.

Proviamo a vederci chiaro

La tragica scomparsa di Yara Gambirasio, una giovane ragazza di Brembate Sopra, avvenuta il 26 novembre 2010 e culminata con il ritrovamento del suo corpo tre mesi dopo in un campo di Chignolo d’Isola, ha lasciato un’impronta indelebile nella cronaca italiana. L’arresto e la successiva condanna all’ergastolo del muratore Massimo Bossetti hanno suscitato grande attenzione, soprattutto per la prova decisiva del DNA trovato sugli slip di Yara.

Il DNA di Bossetti è stato un elemento cruciale nel processo. La presenza del suo DNA sugli indumenti della vittima ha rappresentato la prova regina che ha condotto alla sua condanna. A supporto di questa evidenza scientifica, altre prove indiziarie hanno rafforzato l’accusa: la presenza di calce sul corpo di Yara, compatibile con l’attività lavorativa di Bossetti, e il suo cellulare che agganciava la cella telefonica di Brembate la sera della scomparsa. Non meno rilevante è stato il fatto che Bossetti non sia mai riuscito a fornire un alibi convincente per la notte dell’omicidio.

Yara Gambirasio - fortementein.com
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Le critiche della serie Netflix

La recente serie Netflix “Il Caso Yara – Oltre ogni ragionevole dubbio” ha riaperto il dibattito pubblico, sollevando numerosi dubbi sulla correttezza delle indagini e del processo. La serie mette in discussione vari aspetti del caso, suggerendo che non tutte le piste siano state esplorate adeguatamente e che ci siano state possibili negligenze investigative. Fiorenza Sarzanini, giornalista del Corriere della Sera che ha seguito il caso fin dagli inizi, ha espresso le sue critiche nei confronti della serie Netflix. In un’intervista, Sarzanini ha confrontato il documentario che ha realizzato su Sky Crime con la serie, evidenziando come quest’ultima manchi di una visione giornalistica completa. Sarzanini sottolinea che non tutte le parti coinvolte sono state rappresentate nella serie, inclusi gli avvocati della parte civile.

Sarzanini difende la solidità delle prove contro Bossetti, affermando che l’identificazione tramite il DNA è stata supportata da molteplici elementi. La giornalista pone l’accento sulla trasparenza del processo e la copertura mediatica che ha permesso al pubblico di seguire ogni fase delle indagini e del dibattimento. Tra i punti sollevati nella discussione, vi sono la mancata indagine su altre persone legate al caso, come l’allenatrice e il custode della palestra; le tracce di DNA di altre persone sul giubbotto di Yara, che non sono state considerate rilevanti; le teorie alternative, come quella di una vendetta da parte degli imprenditori Locatelli; gli errori nelle indagini, come i cani molecolari che hanno sbagliato percorso; la questione del DNA mitocondriale mancante e la contestazione della difesa di Bossetti sul mancato rifacimento del test del DNA. Il caso di Yara Gambirasio rimane uno dei più discussi nella storia recente della criminologia italiana. Nonostante la condanna di Bossetti e le prove presentate durante il processo, le ombre e i dubbi sollevati da produzioni come la serie Netflix continuano a stimolare il dibattito pubblico.