C’è ancora domani, spiegazione precisa del finale: ecco cosa non ti torna | Il motivo non è semplice
C’è ancora domani è arrivato in streaming e in molti si sono posti alcune domande sul finale, ecco cosa devi sapere.
A partire da domenica 31 marzo su Netflix è disponibile il film d’esordio dell’attrice e comica Paola Cortellesi dal titolo “C’è ancora domani”. Si tratta di un lungometraggio profondo, ricco di spunti di riflessione che inquadra perfettamente la società italiana del dopoguerra e soprattutto il ruolo delle donne alle porte degli anni ’50. Grazie ad un’interpretazione magistrale dei suoi tre protagonisti, Paola Cortellesi, Valerio Mastrandrea ed Emanuela Fanelli, “C‘è ancora domani” ha distrutto ogni record diventando il film più visto in assoluto al cinema quest’anno, battendo Kolossal come “Barbie” e “Oppenheimer”.
Anche su Netflix sta avendo un’incredibile rating di ascolti classificandosi immediatamente tra i primi titoli della piattaforma in streaming. Nella Roma della seconda metà degli anni Quaranta, Delia, moglie e madre devota, è vittima degli abusi fisici e verbali del patriarca di famiglia, suo marito Ivano.
Quando sua figlia accetta la proposta di fidanzamento di un ragazzo della buona borghesia, le speranze per un futuro migliore sembrano affacciarsi nella loro umile realtà. In verità il pattern di dipendenza e violenza non si arresteranno spingendo Delia a prendere la situazione in mano per costruire un futuro migliore per i suoi figli. Al centro della narrazione anche una misteriosa lettera che Delia riceve e che nasconde di tutto punto ma su che si ripresenta nel corso di tutto il film. Qual è il contenuto del tanto discusso foglio?
Intanto, parallelamente Delia incontra una vecchia fiamma di gioventù che, ancora innamorato di lei, le propone di scappare con lui per lasciarsi tutto alle spalle. Che quel foglio sia una bellissima lettera d’amore da parte del suo Nino? Per tutta la durata del film, le domande e le supposizioni sul contenuto della lettera si susseguono senza sosta nella mente degli spettatori. Ma la verità, incredibile e complessa, viene svelata solo nello struggente e speranzoso finale del film. Ecco la spiegazione.
Come finisce “C’è ancora domani”?
Delia, nel delicato percorso di consapevolezza di sé, comprende che lo schema di violenza perpetrato nella sua famiglia non può e non deve riversarsi anche in quella che sua figlia Marcella si sta costruendo. Così, nell’ultima parte del lungometraggio, Delia architetta un piano ben preciso che, come tutti i segnali fanno supporre, prevede la fuga da parte della donna con Nino durante una normale domenica italiana. Prima, però, di completare questa sua presunta “scappatella”, si organizza per lasciare i suoi risparmi alla giovane Marcella, in modo tale che una volta via, sua figlia possa provare ad assaporare un po’ di indipendenza.
L’unica a conoscenza, almeno in parte, delle intenzioni di Delia è la sua amica di sempre Marisa che la supporta in qualsiasi decisione lei voglia prendere. Purtroppo, però, quelli che sembrano i piani di scappare via insieme a Nino vengono miserabilmente interrotti dalla morte di suo suocero Sor Ottorino Santucci che la obbliga ad organizzare la veglia per il defunto, proprio in casa sua. Tutto sembra perduto ed i sogni di libertà vengono infranti all’improvviso. Tuttavia, in un preciso momento Delia realizza che nonostante gli innumerevoli imprevisti “c’è ancora domani” e il suo progetto non può esaurirsi solo in quella decadente domenica. Così, raccoglie la misteriosa lettera e corre via dalla sua terrificante abitazione. Ma sappiamo veramente dove si sta dirigendo la nostra coraggiosa protagonista? Nino l’avrà aspettata realmente? Quello che succede è tutt’altro che lineare e semplice.
Il finale del film da record della Cortellesi
Nelle ultime battute di “C’è ancora domani” ecco che arriva il sorprendente plot twist che rende il debutto alla regia della Cortellesi un vero capolavoro. Mentre gli spettatori sono certi che Delia si stia preparando per seguire quello che è forse l’amore della sua vita, la nostra grande protagonista si sta dirigendo verso la cabina elettorale per esprimere il suo voto, contribuendo concretamente ad una prospettiva di cambiamento.
Quella famosa lettera, quindi, altro non è che l’invito a votare per Delia con tessera elettorale annessa. La regista Paola Cortellesi fa un quindi un ottimo lavoro di scrittura poiché, fino alla fine, fa credere che la donna stia abbandonando la famiglia per amore, quando invece, vuole, attraverso il voto, solo riappropriarsi per la prima volta della sua individualità e scrivere la sua personale storia da sola. Un film che dà speranza, quello della bravissima Cortellesi, e che, allo stesso tempo, induce tutti a noi ad acquisire nuove consapevolezze: il futuro potrebbe essere migliore ma c’è ancora tanta strada da fare perché il mondo stia dalla parte dei più deboli.