Casa a norma, adesso è obbligatorio fare questi lavori: partono 50.000€ ad abitazione | Passata la legge, italiani in bancarotta
Le normative europee per la sostenibilità hanno reso alcuni lavori obbligatori per avere la casa a norma: partono 50.000€ per farli.
L’Italia è alla soglia di un grande cambiamento che, come tutti i cambiamenti, spaventa molto i cittadini. Non è un caso che la parola “crisi” derivi dal verbo greco krino (distinguere, giudicare), e sta a significare la valutazione di una situazione con conseguente decisione, che darà il via a qualcosa di nuovo.
Siamo quindi di fronte ad una crisi, anzi, a due. Esatto, perché il cambiamento che sta per investire il nostro Paese e l’Europa tutta si è reso necessario per arrestare un’altra crisi, quella ambientale. L’inquinamento dell’aria è arrivato ad un punto talmente critico da richiedere un intervento sulle case dei cittadini europei.
La casa in cui abiti, che sia di recente costruzione o all’interno di un centro storico, dovrà essere ritoccata con dei lavori obbligatori che possono costarti fino a 50 mila euro, complessivamente. Questi interventi aumenteranno la sostenibilità dell’abitazione e diminuiranno i consumi e soprattutto le emissioni di CO2 nell’aria.
Ma quale è la scadenza entro il quale effettuare tutti i lavori obbligatori? E quali i rischi se non si ottempera questo obbligo? L’Italia ha recentemente trattato con l’Unione Europea per fissare delle date di scadenza che fossero comode per i cittadini e che non costringessero il governo a fare dei salti mortali in fase di bilancio.
Lavori obbligatori: i costi
In un periodo in cui la vita è già molto dura per svariati motivi, questo ennesimo peso si va ad accumulare sulle spalle degli italiani. Fra costo della vita in aumento, beni e servizi carissimi, stabilità geografica e politica del globo a dir poco inesistente, sembrerebbe assurdo pensare di dover intervenire sulle case con tutta questa urgenza.
Inoltre, i costi dei lavori sono davvero importanti. Si parla di circa 50 mila euro a casa, cifra che varia a seconda della posizione, dell’età e della grandezza dell’edificio, ovviamente. Gli interventi più critici saranno quelli sulle case dei numerosi centri storici italiani, dove le abitazioni possono risalire anche a 70 o 80 anni fa, con pochi lavori di restauro nel corso del tempo.
Scadenze per ultimare i lavori
Le scadenze iniziali fissate dall’Unione Europea sono state rinegoziate per permettere ai governi di gestire questa transizione verso delle case sostenibili nel modo meno traumatico possibile. La prima scadenza, quella per le emissioni zero, è fissata per il 2030, ma sarà possibile avere altri venti anni di tempo per convertire le abitazioni già esistenti – e non quelle costruite da ora in poi.
Per quanto riguarda i consumi, i combustibili fossili andranno abbandonati non più entro il 2035, ma entro il 2040. L’energia per le caldaie dovrà provenire solo da fonti sostenibili come i pannelli solari (questi ultimi non sono però più obbligatori), ed i consumi dovranno calare del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Con più tempo a disposizione, i governi potranno gestire meglio i fondi per gli incentivi.