Wonka, la spiegazione del finale emotivamente toccante | Il concetto dietro la storia
Finalmente è arrivato nei cinema il film Wonka, prequel della famosa fiaba di Natale, ma cosa ci dice davvero il finale?
Per mesi il pubblico ha trattenuto il fiato ed atteso in trepidazione Wonka, film prodotto dalla Warner Bros. che narra l’origine del mito di Willy Wonka, il famoso cioccolatiere. Wonka non è estraneo al grande schermo, anzi, ne è stato un protagonista assoluto grazie a Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (1971, Mel Stuart) e La fabbrica di cioccolato (2005, Tim Burton).
Ancora una volta quindi Wonka esce fuori dalle pagine del racconto di Roald Dahl del 1964, stavolta in una versione giovanile incarnata da uno degli attori più apprezzati ad Hollywood degli ultimi anni, Timothèe Chalamet. Nel cast anche altri nomi illustri come Olivia Colman (The Queen), Hugh Grant (Love Actually), Keegan-Michael Key (Key & Peele), Sally Hawkins (La forma dell’acqua) e Rowan Atkinson (Mr. Bean).
Wonka è arrivato nelle sale italiane il 14 dicembre ed ha conquistato gli spettatori grazie ad una storia imprevista e dinamica; lo stampo musical che spaventava i più non ha sovrastato il resto e lo spirito di Dahl è riuscito ad emergere. Inoltre, come tutti si auguravano, ci sono vari riferimenti alle scorse iterazioni cinematografiche dell’opera.
Ma il pubblico si è soffermato a pensare a quale sia davvero il significato di Wonka? Tra grandi rapine, corruzione e toccanti momenti di famiglia e amicizia, il vero messaggio di fondo della pellicola potrebbe essere andato perso.
Di cosa parla Wonka?
Con la domanda che fa capo a questo capitolo non si intende la trama, che è di per sé piuttosto lineare: Willy Wonka arriva in città per aprire una sua cioccolateria, ma dovrà scontrarsi con i tre padroni del mercato, il cosiddetto Cartello del Cioccolato. Dietro questa avventura si nasconde però qualcosa in più.
In particolar modo le linee narrative del Cartello e della signora Scrubbit tessono una ragnatela di corruzione, sfruttamento e gestione del potere che viene distrutta con non poche difficoltà da Wonka e la sua gang, e che rivela alla città le malvagie macchinazioni dietro il mercato del cioccolato: una denuncia bella e buona al sistema capitalistico di controllo delle risorse, del lavoro e della clientela.
Il romantico finale
La motivazione di Willy di diventare un cioccolatiere nasce quando sua madre gli fa dono di una barretta di cioccolata. Purtroppo, la donna non avrà modo di vedere l’impero di cioccolato del figlio, ma il messaggio nascosto dentro quella barretta (su di un foglio dorato) ricorda al giovane Wonka che il cioccolato è più buono quando condiviso, insegnandogli il valore dell’amicizia e della famiglia.
Wonka dimostrerà di aver appreso la lezione non solo dividendo il cioccolato con i suoi amici, ma aiutando Noodle (Calah Lane) a ritrovare la madre scomparsa, Dorothy (Tracy Ifeachor). Infine, Willy stesso rivedrà sua madre tra la folla salutarlo con un bacio, chiudendo così il magico cerchio che ha dato alito alla sua stessa vita.