Woody Allen è fuori concorso all’80a Mostra del Cinema di Venezia con il suo ultimo film Coup de chance che, come suggerisce il titolo ritorna sui temi cari al regista, la fortuna, il caso e il destino.
In Coup de chance riecheggiano film precedenti del Maestro Allen, uno su tutti Match point ma anche Scoop. In generale in questo film ritornano i temi cari al regista newyorkese, uno su tutti la fortuna accompagnato dal concetto di caos (già visto in questa edizione della Mostra del Cinema nel film danese Bastarden) e di destino in generale.
Come sempre alla base del film c’è la forte convinzione da parte del regista che la nostra vita sia sostanzialmente governata da caos e fortuna. La nostra stessa nascita è un colpo di fortuna se si pensa alle milioni di possibilità che un essere umano ha di nascere. A partire da questa riflessione Allen ha scritto film imprescindibili nella sua filmografia come per esempio Basta che funzioni, oltre i due già menzionati. In generale tutta la sua filmografia si basa sulla fortuna e come sappiamo la sua stessa filosofia di vita si basa su questo.
Coup de chance, cinquantesimo film di Woody Allen parla di una coppia sposata, Fanny e Jean, in apparenza gli sposini modello: entrambi sono realizzati professionalmente, vivono in un meraviglioso appartamento in un quartiere esclusivo di Parigi e il loro sembra un amore sincero, per quanto forse poco passionale.
Il caso, appunto, vuole che un giorno Fanny incontri per strada un suo ex compagno di liceo, ai tempi innamorato di lei e che non l’ha mai dimenticata. I due, prevedibilmente, iniziano a vedersi e tra loro nasce un amore ben più appassionato di quello che Fanny vive con suo marito. Purtroppo Jean scopre la tresca e da questo momento si verifica una concatenazione di eventi tipici di un film di Woody Allen.
Nella prima settimana della Mostra del Cinema, 80a edizione ci sono state diverse delusioni e ore di visione perse a guardare film opinabili che ci si domanda perché facciano parte del palinsesto. Quando arriva un regista come Allen invece, siamo sicuri che la qualità del film è assicurata e ci ritroviamo in una zona di comfort, come quando vogliamo guardare un film a casa il sabato sera che ci riconcili con la settimana di lavoro appena trascorsa. I film di Woody Allen trasmettono esattamente questo genere di sicurezza.
Volendo fare una riflessione asettica e per niente emotiva di questo film si dovrebbe specificare che con Coup de chance Woody Allen ha riciclato un repertorio già visto e, in effetti, non vi scorgiamo nulla di nuovo rispetto ad altri film dello stesso regista. Insomma, cambiano i protagonisti e la sinossi ma è sempre lo stesso film che da alcuni anni a questa parte Allen insiste a raccontarci, quasi come se volesse metterci in guardia affinché non dimentichiamo che fortuna abbiamo avuto a essere nati.
Posto che questa forma di riciclaggio e auto citazione sia concreta e ormai palese da parte di Allen, non si può non citare la meravigliosa fotografia di Vittorio Storaro che da alcuni anni è diventato il DOP ufficiale del regista.
Niente della regia e della direzione della fotografia di questo film è messo a caso e in generale non si può assolutamente dire nulla al film. Un’ora e mezza di visione (durata ideale per un film lungometraggio) scorre che è un piacere e con due mostri sacri della regia e della fotografica come Allen e Storaro, siamo sicuri di non essere presi in giro, di fruire di un film di qualità. Woody Allena resta il grande regista che è e malgrado la sua età e i numerosi film precedenti, non ha perso il suo tocco, ma indiscrezioni dicono che questo potrebbe essere il suo addio definitivo al mondo del cinema.
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