Zoe: il film che gli appassionati di Black Mirror devono assolutamente vedere

Zoe

Per tutti coloro che hanno amato gli episodi più tecnologici e romantici di Black Mirror, ecco una perla da non farvi sfuggire.

Black Mirror ha portato il tecnologico-distopico nel mainstream grazie ad un successo strepitoso in più di dieci anni di trasmissione. Le sue storie antologiche hanno spaziato dalle scienze ai videogiochi, dalla politica alla fantascienza, ma un tema ricorrente è anche quello dell’amore. In quanto sentimento più importante e potente percepibile da noi umani, come cambierebbe l’amore – e le relazioni amorose – in contesti economico-sociali dettati da una innovazione tecnologica divagante?

Gli episodi di Black Mirror che trattano queste questioni sono davvero tanti, da Ricordi pericolosi Torna da me fino a Hang the DJ ed il capolavoro San Junipero. In ognuno di questi viene affrontata sotto diversi punti di vista l’annosa questione dell’autenticità dell’amore di fronte alla freddezza calcolatrice della tecnologia – con esiti differenti. Se questi episodi di Black Mirror sono fra i vostri preferiti, allora non potete farvi sfuggire il film del 2018 diretto da Drake Doremus, Zoe.

Black Mirror: Torna da me

Zoe: l’amore fra uomini e macchine è possibile?

Drake Doremus è affascinato dal tema suddetto della relazione fra sentimenti e tecnologia e la sua filmografia ne è una prova. Con Zoe però il regista ha spinto molto sull’acceleratore della tecnologia ed ha presentato un mondo dove i robot, qui chiamati “Sintetici”, sono estremamente realistici e capaci di produrre emozioni umane, di fatto rendendoli tali a noi. Le loro emozioni si basano però su dei calcoli e non su reazioni oneste, rendendo i Sintetici sì meno veri, ma anche più controllabili.

I Sintetici vengono infatti usati per vari tipi di lavoro, fra cui la prostituzione, ma anche come “anime gemelle” per persone sole che possono finalmente trovare una persona – un robot – che le tratterà sempre bene e non le lascerà mai. C’è da sottolineare che sebbene i due film più spinti su queste tematiche non siano stati sceneggiati da Doremus, il suo Like Crazy del 2011 già introduceva elementi simili e nasceva dalla sua penna.

Zoe

La vicenda di Zoe 

Nel film seguiamo Zoe (Léa Seydoux) nel suo tentativo di instaurare una relazione amorosa con il collega Cole (Ewan McGregor), sebbene la natura Sintetica della donna renda la percentuale di compatibilità fra i due dello zero per cento. Zoe e Cole ci provano lo stesso ma numerosi elementi nascosti emergeranno per confermare alla aspirante coppia ed agli spettatori che i calcoli non possono sbagliare e che non c’è un futuro insieme per i due colleghi. Il lungo termine è qualcosa che la tecnologia ha distrutto, riducendo la soglia di attenzione delle persone e abituandole a delle scariche di piacere immediate e brevissime.

Questo aspetto è rappresentato nel film dalla droga del primo amore, una sostanza utilizzata dalle persone e dai Sintetici per provare un intenso coinvolgimento emotivo che svanirà il giorno seguente, permettendo al suo utilizzatore di vivere una notte di amore senza ulteriori coinvolgimenti. La tecnologia che calcola le emozioni richieste dai partner, la loro compatibilità e la durata delle relazioni diventa quindi essenziale per le relazioni, un canale obbligato più che uno strumento, che chi non utilizza è destinato a fallire.

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Dove tracciare la linea fra vita e sua imitazione?

L’esistenza di un robot capace di alleviare la sofferenza, la tecnologia usata per accoppiare le persone con alti gradi di compatibilità e la finzione del rapporto sono tutte tematiche affrontate da Black Mirror prima di Zoe, ma al quale non c’è una risposta definitiva. La distinzione fra una intelligenza artificiale senziente ed un uomo è ancora senza risposta fin da quando Roy Batty decide di morire invece di dare il colpo di grazie a Rick Deckard in Blade Runner, facendo perdere tutti i suoi ricordi “come lacrime nella pioggia”.

Non è certo un caso che Zoe ricorra alle lacrime come espediente finale per chiedere al pubblico: dove tracciare la linea fra vita e sua imitazione? Nel caso di Blade Runner il quesito viene potenziato e (parzialmente) risposto nel sequel Blade Runner 2049, mentre per Zoe la risposta rimarrà sospesa e si moltiplicherà, una per ogni suo spettatore.