Shang-Chi potrebbe guidare gli Avengers, e sarebbe un’ottima mossa | Ecco perché
Secondo dei rumors online il combattente di kung fu Shang-Chi sarà il prossimo leader degli Avengers in The Kang Dynasty.
Da Captain America a Shang-Chi, questo discusso passaggio di testimone non è quello che in molti si aspettavano. Il supereroe cinese interpretato da Simu Liu (Barbie) ha fatto la sua prima apparizione nel Marvel Cinematic Universe con Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, un film che non è riuscito ad elevarsi in maniera convincente al di sopra della copiosa produzione dei Marvel Studios.
L’idea che sia proprio Shang-Chi ad imporsi come nuovo leader degli Avengers ha generato un’onda di prevedibili commenti che prendono in giro la scelta, ma Shang-Chi ha da raccontare più di quanto si credi. Certo la preoccupazione dei fan è comprensibile: il MCU non è nel suo miglior periodo di forma – non lo è più stato da Endgame – e Shang-Chi non ha avuto tempo o modalità per dimostrare agli spettatori il valore del suo personaggio.
Il messaggio di Shang-Chi: io non sono il mio sangue
Ogni supereroe, o in generale ogni personaggio, è simbolo di un messaggio o di una morale; se si tratta di un protagonista, la sua morale coinciderà probabilmente con quella dell’opera stessa. Per essere più precisi, ogni personaggio è simbolo di un cambiamento di morale, dove inizialmente ne troviamo una difettosa ed imperfetta, ma attraverso la narrazione questa cambia ed evolve il personaggio stesso. In Shang-Chi la sua morale è indissolubile dalla sua discendenza cinese.
Nei fumetti Shang-Chi è figlio di Fu Manchu (cambiato in Wenwu nel film), un personaggio della cultura letteraria inizialmente apparso nei romanzi di Sax Rohmer e diventato poi l’incarnazione del “pericolo giallo”; la Marvel volle a tutti i costi includere Fu Manchu nella storia di Shang-Chi e i due creatori Jim Starlin e Steve Englehart decisero di imparentarli e definire Shang-Chi in opposizione a suo padre.
Mentre Fu Manchu è un personaggio famosamente malvagio, desideroso di far cadere la società occidentale a favore di quella cinese, descritto con un “viso come quello di Satana” e “tutta l’astuzia crudele dell’intera razza orientale”, Shang-Chi è il classico asioamericano che cerca una sua indipendenza rispetto al retaggio familiare ed una sua individualità rispetto alla società americana. Shang-Chi fa queste cose distaccandosi dalla malvagità del padre e dalle colpe di cui questi si è macchiato, affermando la morale che nessuno è identificato dal proprio sangue.
Perché Shang-Chi è un’ottima scelta per guidare gli Avengers
Né la versione cartacea, né quella cinematografica hanno raggiunto uno status di vera iconicità per Shang-Chi, ma le cose potrebbero cambiare se questi diventasse il capitano degli Avengers. I suoi temi di individualità e tradizione, libertà dalla morsa paterna ed eredità di sensi di colpa lo rendono un soggetto a cui in molti possono relazionarsi, non solo spettatori cinesi, asiatici o asioamericani.
Da un punto di vista più iconografico, il Marvel Cinematic Universe non può rimanere legato sempre alla solita manciata di supereroi, vale a dire il primo nucleo degli Avengers, Spider-Man e i Guardiani della Galassia. C’è bisogno di rinnovamento per rendere questo universo narrativo di nuovo coinvolgente, e per coinvolgere si deve ripartire obbligatoriamente dai personaggi e dalle loro emozioni, non dall’epicità dello scontro. Tutto dipende da come verrà gestita l’operazione, ma la scelta di Shang-Chi come nuovo protagonista è in questo senso estremamente azzeccata.