Canone Rai addio: abolita la tassa più odiata, decisione ormai presa | Ma qualcuno si oppone
Il Canone Rai potrebbe presto scomparire per la gioia di tutti gli italiani, ma qualcuno sembra opporsi alla decisione.
Finalmente il tanto odiato Canone Rai potrebbe sparire. Il governo Meloni ha deciso di sospendere il pagamento dell’odiata tassa, anche se questo cambiamento sarà graduale e avverrà tramite una riduzione progressiva dell’importo.
Questa riduzione dovrebbe cominciare già nel 2024: la proposta è di ridurlo ogni anno del 20% fino ad azzerarlo entro i prossimi cinque anni. Dal prossimo anno il canone dovrebbe ridursi di 18 euro; l’anno successivo subirà di nuovo una riduzione simile, e così via.
L’ultima tappa prevede il passaggio da 46 euro annuali all’eliminazione completa della tassa. Questa decisione ha attirato molte simpatie nei confronti del governo, visto che da tanti anni ormai i cittadini si lamentano per questa tassa inutile e senza motivo.
Sembra però che a qualcuno non stia bene questa decisione e ha già affermato che si opporrà fortemente per evitare che diventi effettiva.
Che cos’è il Canone Rai?
Il canone Rai è un’imposta annuale che deve essere pagata da tutti i possessori di apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive sul territorio italiano. L’importo del canone è di 90 euro all’anno e viene riscosso tramite bolletta elettrica. Il canone è stato istituito nel 1944 e inizialmente serviva a finanziare la Rai.
Esistono alcune categorie di persone che sono esentate dal pagamento della tassa, come i pensionati con reddito inferiore a 7.500 euro annui, i disabili e i titolari di reddito di cittadinanza. Questa tassa è stata sempre contestata dai cittadini italiani che la ritengono ormai ingiustificata visto che è solo un canone sulla proprietà legittima di un televisore o di un altro apparecchio ricevitore.
C’è chi si oppone
A contestare la decisione del governo è stata l’Unione Sindacale dei Giornalisti Rai: secondo l’Unione, il servizio pubblico Rai calerebbe in qualità e faticherebbe a offrire tutti i giornali, siti d’informazione, piattaforme digitali e persino l’orchestra sinfonica nazionale. “Un servizio pubblico non vive di pubblicità, come fanno invece le TV commerciali. Semmai sono gli spot che andrebbero aboliti a fronte di risorse certe e adeguate” hanno affermato i rappresentanti dell’Unione.
Al momento quella dell’abolizione del canone è solo una proposta e non è detto che venga approvata, o perlomeno non nella sua interessa: è possibile che vengano effettuati dei cambiamenti o che il periodo di azzeramento si allunghi per permettere alla Rai di bilanciare il proprio budget. “Senza canone Rai ogni famiglia risparmierebbe 24 centesimi al giorno” incalzano i giornalisti. La questione è molto spinosa e sarà difficile da risolvere; sicuramente nei prossimi mesi qualcosa evolverà.