Only Murders in the Building 3, un altro colpo messo a segno in modo magistrale | Recensione episodi 1 e 2
Only Murders in the Building ritorna con la sua terza stagione dimostrando quanto il suo titolo sia realmente importante.
Sia nella prima che nella seconda stagione, il finale ci ha introdotto al crimine della stagione successiva, mostrandoci alcuni secondi dell’omicidio commesso, o almeno così parrebbe. Effettivamente, alla fine della seconda stagione, ci è sembrato strano quello che stava accadendo, soprattutto perché i nostri tre investigatori dilettanti ma podcaster di successo, Charles (Steve Martin), Oliver (Martin Short) e Mabel (Selena Gomez), non si trovano all’interno dell’Arconia, il condominio di lusso nell’Upper West Side da cui tutto parte.
Bensì, sono a Broadway per assistere – e recitare – alla prima dello spettacolo teatrale messo in piedi da Oliver, ma proprio quando si apre il sipario e compare il protagonista Ben Glenroy (Paul Rudd), qualcosa va storto, Charles assiste alla morte dello stesso. Da qui inizia la terza stagione.
Quello che aveva fin da subito destabilizzato il pubblico ormai affezionato è che non ci trovavamo all’interno dell’Arconia, quindi la morte di Ben viola la stessa premessa del titolo, ‘gli omicidi devono avvenire all’interno dello stabile’. Nonostante questo a chi importava davvero che la serie ampliasse il suo raggio d’azione se le premesse erano così buone come sempre?
Sta proprio qui la parte migliore dell’inizio della terza stagione di Only Murders in the Building, è proprio alla serie stessa che interessa mantenere questa promessa e alla sacralità del suo titolo, creando un gioco di prestigio degno del miglior prestigiatore dove non mancano battute esilaranti.
Riprendiamo da dove ci eravamo lasciati
Il primo episodio di Only Murders in the Building 3 riprende esattamente da dove ci eravamo lasciati, con Ben riverso sul palcoscenico con la bocca sporca di sangue, viene dichiarato morto. Si ritrovano tutti a casa di Oliver per digerire lo shock e si apprestano a lavorare a un comunicato per dare la notizia al mondo che l’attore di grande successo ha perso la vita. Proprio quando i tre tornano all’Arconia incontrano la vicina Uma Heller che si complimenta con loro per aver tenuto un cadavere fuori dal palazzo, per una volta.
Qui il primo colpo di scena, non si sa come ma Ben non è morto e un po’ sgangherato si palesa nell’appartamento di Oliver durante la festa per lo spettacolo, parla di ripresa miracolosa ed è carico per ricominciare con lo spettacolo, ma anche a essere un uomo migliore, dopo aver fatto ammenda con tutti i suoi colleghi. Che sembrano detestarlo. A quel punto viene il sospetto che Ben sarà un personaggio predominante nella stagione, al fianco della immensa Meryl Streep, che merita un approfondimento tutto suo. Proprio poco dopo arriva il secondo geniale colpo di scena.
Le battute che potrebbero rimanere nella storia
La première di Only Murders in the Building in generale è fantastica, ma un momento in particolare supera se stesso, siamo in ascensore (quello che non aveva mia funzionato in quel momento) e Charles, vedendo lo sconforto di Mabel le dice, “Sai Mabel. Non avremmo comunque potuto fare il podcast, perché Ben non è morto nell’edificio”. Errore, proprio in quel momento scoprono che Ben è proprio morto stecchito dentro l’Arconia e sono loro i primi sulla scena del crimine.
Qualcuno lo ha spinto nella tromba dell’ascensore e si è schiantato sul tetto gocciolando sangue all’interno della cabina. Oltre a essere tutto estremamente divertente, nonostante i fatti, diventa anche un elemento prezioso notare come la serie ci tenga davvero tanto a fare in modo che ogni omicidio accada in quel luogo preciso, in questa occasione sfruttando quasi l’interezza della puntata per spostare il focus dall’esterno all’interno dell’Arconia.
Il genio di Only Murders in the Building sta nella sua maniacalità
Chi lo avrebbe mai detto che una serie le cui parole d’ordine sarebbero state pedante e maniacale, due termini che potrebbero benissimo annoiare il pubblico, sarebbero stati la chiave vincente del prodotto. La trama funziona sempre anche se non si sposta mai, i due creatori, Steve Martin e John Hoffman, hanno fatto del titolo la loro arma vincente, unita a un’incredibile capacità di scrittura dei dialoghi.
Only Murders in the Building si riconferma una delle migliori serie tv che siano mai state realizzate, l’aggiunta delle guest star è la ciliegina sulla torta che lo rende davvero unico e di un livello superiore. I primi due episodi sono stati magistrali, il lato negativo è che dobbiamo aspettare una settimana intera per vedere il prossimo episodio e così fino alla fine di tutti i 10 che compongono la terza stagione. Only Murders in the Building esce ogni martedì su Disney+.