Spielberg vietò il colore rosso nelle scene de Lo squalo | Motivazione incredibile
Lo squalo rimane ad oggi uno dei film meglio riusciti della storia del cinema ed il merito sta anche in questa curiosa scelta.
Lo squalo ha una reputazione leggendaria nella storia del cinema. Per far capire quanto il film è iconico basterebbe dire che Lo squalo è uno dei film – se non il film – più famoso di Steven Spielberg, il regista più celebre di Hollywood. Anche il suo impatto sul mercato cinematografico è stato immenso, avendo creato il concetto di blockbuster: ad oggi questo termine è usato per indicare film particolarmente costosi, ma negli anni Sessanta e Settanta il blockbuster era un film che veniva distribuito “in blocco” in centinaia di cinema in tutta l’America.
Chiaramente, Lo squalo ha raggiunto questi risultati perché è un film straordinario. Ciò che Spielberg decide di fare è puntare non sul predatore marino in sé, ma sulla tensione che la presenza dello squalo induce nei personaggi e nello spettatore. Questa scelta era stata fatta anche per motivi pratici, ovvero l’uso di un animatronic non proprio realistico al 100%, ma si è rivelata la scelta giusta. Ma non è stata l’unica scelta coraggiosa – ma vincente – presa da Spielberg.
Il colore rosso è assente dalla maggior parte del film
Una richiesta che Spielberg fece al designer di produzione fu quella di limitare fortemente l’uso del rosso. La decisione potrebbe sembrare assurda: in un film basato su un feroce squalo bianco che massacra gli abitanti della pacifica Amity Island ci si immaginerebbe un ingente uso del rosso per rappresentare il sangue e la violenza degli attacchi. Spielberg, da grandissimo regista quale è, decide invece di evitarlo.
“Per Lo squalo non volevo che il rosso fosse dominante in nessun set”, racconta Spielberg a Vanity Fair. “Il giovane Kintner indossa un costume da bagno rosso, e in una scena fra Hooper e Brody c’è del vino rosso, ma c’era del simbolismo e anticipazione in queste cose”. Ciò che Spielberg ha fatto è stato dunque trattenere il rosso per la maggior parte del film, facendo crescere tensione e paura, per poi ottenerne il massimo effetto quando esplode la violenza finale.
Lo squalo è un insegnamento di cinematografia
Lo squalo continua ad insegnare cinema anche a 47 anni dalla sua uscita. Spielberg è riuscito a tirare fuori dal cappello un capolavoro di tensione aggirando i problemi degli effetti speciali, anzi, facendone una propria forza. Lo spettatore non conosce la creatura, la vede a malapena e questo lo mette sullo stesso piano degli abitanti di Amity Island; non sappiamo dove e quando comparirà il “mostro” per mietere la prossima vittima. Un’operazione ripetuta da Ridley Scott nel suo Alien, che non a caso fu presentato ai produttori come “Lo squalo nello spazio”.
Lo squalo fa forza di un montaggio magistrale (vincitore dell’Oscar per Verna Fields) e di una colonna sonora leggendaria (vincitrice dell’Oscar per John Williams) per creare un capolavoro di tensione e ritmo che non è stato mai più sorpassato da nessun altro monster movie.