Secret Invasion: una grandissima idea massacrata dalla sceneggiatura | Recensione
La prima stagione di Secret Invasion è arrivata alla sua conclusione e quello che rimane è solo amaro in bocca.
Secret Invasion è stata una delle serie più attese di quest’anno, non solo per il grande cast che si portava dietro, ma anche per la storia di partenza da cui prendeva ispirazione, ovvero il popolare fumetto Secret Invasion.
Purtroppo però il risultato ha deluso molti, questo perché ormai la Marvel mostra sempre di più una quasi apatia verso i supereroi e questo si riflette anche nelle tensioni interne del team creativo che sembra aver perso slancio visivo con ambientazioni poco coinvolgenti e grigie e personaggi scritti male e con poco entusiasmo.
In diversi casi in Secret Invasion sembrava più importante che gli attori aderissero alla storia piuttosto che crearla prendendo posizioni serrate sul loro ruolo dalla parte dei buoni o dei cattivi e così, in 6 episodi, la trama non si è mai davvero assestata.
Secret Invasion è rimasta traballante dall’inizio alla fine con la paura che sarebbe crollata da un momento all’altro, per fortuna questa sua instabilità è rimasta costante ma ha perso totalmente la sua personalità o visione artisti per cercare di rimanere in piedi.
Lo show di Nick Fury lo travolge e lo annienta
Questa serie doveva essere tutta di Nick Fury, il protagonista indiscusso e in parte lo è stata, in effetti non siamo mai entrati così tanto nella sua vita privata, abbiamo conosciuto sua moglie e scoperto i suoi legami più stretti, tra cui la profonda amicizia con lo Skrull Talos, ma Nick è tornato dallo spazio vuoto dopo gli anni del Blip che probabilmente lo hanno resto una persona totalmente diversa e questo va anche bene, se poi venisse approfondito il suo personale, Samuel L. Jackson avrebbe potuto fare molto di più con una buona sceneggiatura.
Infatti, non per nulla sicuramente le scene migliori della serie ci sono state regalate proprio da Jackson, soprattutto quando racconta della sua tremenda stanchezza e il sollievo di essere sparito con il Blip, oppure quando si confronta con amici e persone care, come la chimica molto forte che troviamo tra Nick e Talos. Lo stesso vale per gli scambi con Rhodey, hanno un passato forte e gli incontri/scontri sono ricchi di energia e tensione, anche quando scopriamo che in realtà il braccio desto del Presidente è uno Skrull. Un’occasione mancata, invece, è non aver lasciato più spazio a Olivia Colman nei panni di Sony, soprattutto nelle interazioni con Fury, insieme facevano faville.
Secret Invasion ha perso il suo focus
Forse la cosa migliore che potevano fare era tenere stretto il materiale di partenza, piuttosto di andare a creare nuovi personaggi, come il cattivo Gravick, che dopo una buona introduzione diventa troppo una caricatura di un super, inoltre l’altra grande new entry è G’iah, interpretata da Emilia Clarke e la figlia di Talos, insieme aggiungono elementi alla trama ma rendendola ancora più contorta.
L’obiettivo era sicuramente mantenere il cuore dell’originale, ovvero essere una serie di spionaggio, ma alla fine risulta solo una storia di violenza con moltissimo morti che girano intorno alla figura di Fury. Alcune sequenze avrebbero dovuto essere di enorme impatto sulla trama, non solo a livello visivo e di spargimento di sangue, ma dovevano essere trattate con maggiore precisione anche attraverso i dialoghi, invece Secret Invasion ha cercato di fare la differenza con immagini grossolanamente scioccanti, fallendo il suo intento.
Secret Invasion potrebbe essere la peggior serie finora
Sicuramente il personaggio di Fury è interessante, però a volte sembra che la serie non sappia cosa farsene sfiorando idee interessanti e lasciandole sfuggire senza concludere per correre al prossimo obiettivo, ovvero il sogni di Gravick di avere Raccolto, una filetta con il DNA degli Agengers, così passiamo dalla nascita di un cattivo dalle origini al suo cambiamento senza aver mai approfondito la storia.
Secret Invasion avrebbe potuto avere tutte le potenzialità per essere una grande serie, lontana dai soliti stereotipi già visto della Marvel e con un’energia dinamica data proprio dalla presenza e il carisma di Jackson, invece, purtroppo si è dimostrata piatta e priva di passione da parte della produzione che ha tagliato le ali a tutti trasformandola in un progetto tristemente dimenticabile.