Beef – Lo scontro: la serie thriller esistenziale e dark di Ali Wong ha un sapore squisitamente trasgressivo | Recensione
Questa serie Netflix in pratica racconta di due automobilisti molto scontrosi, ma in teoria racconta molto di più della vita.
La carne al fuoco di cui si parla già dal titolo non è sicuramente una bella bistecca succulenta che potrebbero decidere di cucinare nella prossima seconda stagione di The Beef, anzi si tratta di una carne che scotta, un vero e proprio scontro tra due automobilisti particolarmente suscettibili.
I protagonisti sono Amy e Danny e tra i due scoppia una furibonda lite in un parcheggio che in breve tempo degenera in un inseguimento da cardiopalma per le strade della città, ma non solo, la faida prosegue insinuandosi nelle loro vite così in profondità da diventare un’ossessione.
Due persone che diversamente avrebbero potuto non scambiarsi mai nemmeno un’occhiata nella vita, riescono a incastrate e incasinare le loro vite legandole a doppio filo alla follia, entrambi trentenni e asiatici Danny e Amy vivono a Los Angeles.
Solo che Amy è una multimilionaria che si divide tra inaugurazioni di gallerie d’arte insieme al suo sexy marito e la sua splendida figlia mentre cerca di chiudere affari da molti zeri, mentre Danny è un piccolo truffatore di quartiere senza un soldo che le prova tutte per cercare di racimolare qualcosa per poter portare i suoi genitori in America dalla Corea.
Beef è difficile da inquadrare in un genere
Inizialmente la serie è di difficile comprensione, anche i protagonisti risultano antipatici e impossibili tanto che non ci si riesce ad affezionare a nessuno, la sceneggiatura non è ben classificabile perché non si tratta di un dramma, ma neanche di una commedia e in qualche senso non è nemmeno un thriller anche se è il genere a cui si avvicina di più, ma con un lato oscuro davvero prepotente.
Più si procede con le puntate e più si riesce ad entrare in quella che è a tutti gli effetti una storia folle fatta di drammi esistenziali e persone profondamente tristi, nonostante sia scritta in modo da avere più di una battuta divertente che vi lascerà spiazzati, non si tratta di un prodotto semplice da digerire. Nonostante tutto non ne potrete fare a meno e sia che siate onnivori, vegetariani o vegani questo di questo Beef ne vorrete sempre di più.
Una sceneggiatura accurata e deliziosa
Creata da Lee Sung Jin, Beef – Lo scontro è una miniserie in 10 episodi dal sapore dolce e amaro, con colpi di scena a cui difficilmente riuscirete ad arrivare, inoltre un plauso speciale va fatto ai due protagonisti Ali Wong e Steven Yeun che ancora una volta lasciano spiazzati dalla loro bravura interpretativa. Lei è una donna problematica ma con una maschera perennemente sul volto mostrandosi la perfetta donna d’affari, moglie e madre, ma a cui piace trovare piacere e alleviare lo stress con una pistola.
Lui ha spesso degli attacchi di rabbia e frustrazione che lo portano a compiere atti ignobili e a buttarsi su una quantità infinita da pianini di un fast food per alleviare lo stress. La trama è serrata e racconta anche di momenti psichedelici e scambio dell’anima, ma non è assurda fino al punto da essere incredibile, anzi è spaventoso proprio vedere come queste due persone sono in fondo molto più relazionabili di quello che si voglia credere. Nonostante Amy e Dan siano due persone totalmente opposte hanno un profondo istinto di ribellione verso società che vivono anche diametralmente opposta, in fondo sono più simili di quello che potrebbe sembrare.
Una serie da divorare
Più gli episodi avanzano e maggiormente cambia il tono del racconto, da piccole e sciocche scelte per ripicca si passa al caos più totale e sovversivo che porta a pensare che la scelta migliore che uno possa fare sia lanciarsi a tutta velocità sull’onda della rabbia fino a consumarsi per poi rinascere.
Beef – Lo sconto è una serie da divorare anche se inizialmente potrebbe rimanervi un po’ sullo stomaco, ma alla fine ne sarete assolutamente ripagati, non mancano scene raccapriccianti e assolutamente devastanti, anche a livello psicologico, se chiedete al vostro terapista probabilmente vi consiglierà di non guardarla, ma se chiedete a me, la visione è assolutamente obbligatoria, non troverete nulla di simile.