8 ragioni per cui il live-action firmato Netflix di One Piece potrebbe rivelarsi un flop
Nonostante l’entusiasmo che live-action di One Piece può suscitare soprattutto nei fan del manga, ci sarebbero alcuni problemi oggettivi per cui potrebbe rivelarsi un flop.
Un trailer che ha già fatto emozionare molti non può che riempire di aspettative per la serie televisiva live-action di One Piece firmata Netflix. Tuttavia, le premesse non sono delle migliori, a partire dalla considerazione decisamente poco positiva riguardo i precedenti di Hollywood in fatto di adattamenti di anime in live-action.
Così, sarebbe abbastanza facile saltare a conclusioni affrettate, anche se il fatto che i creatori siano dei fan e che Eiichiro Oda sia coinvolto, può suscitare una qualche speranza. Il più recente adattamento anime di Netflix, Cowboy Bebop, considerato uno dei migliori anime di tutti i tempi, è stato valutato con pareri contrastanti ed è stato cancellato dopo una sola stagione.
D’altro canto, One Piece è uno dei manga/anime più popolari degli ultimi due decenni, ed è proprio per questo che tradurlo in una serie live-action che ottenga un successo, se non simile, quanto meno all’altezza dell’originale, è probabilmente più difficile che per qualsiasi altro adattamento di anime.
In attesa dell’uscita – prevista dal 31 agosto sulla piattaforma Netflix – ecco otto motivi per i quali la serie live-action di One Piece potrebbe non soddisfare le aspettative dei fan, rivelandosi un vero e proprio flop, questa volta con precedenti.
8. Troppo materiale in poco tempo
La serie live-action di One Piece prodotta da Netflix si trova di fronte a una sfida significativa. Considerato uno dei franchise di anime e manga più longevi di tutti i tempi, One Piece ha accumulato oltre 1000 episodi e capitoli dalla sua creazione. Tuttavia, la prima stagione della versione live-action su Netflix sarà composta solo da otto episodi, il che significa che dovrà affrontare una quantità enorme di trama in un periodo di tempo limitato. La stagione inaugurale deve essere in grado di introdurre i cinque membri iniziali dei Pirati di Cappello di Paglia, una serie di cattivi tra cui Axe-Hand Morgan, Alvida e Buggy il Clown, e portare Monkey D. Luffy, interpretato da Iñaki Godoy, fino alla conclusione dell’arco narrativo di East Blue di One Piece.
Con così tanto materiale da coprire e così pochi episodi a disposizione, la serie live-action di One Piece su Netflix potrebbe facilmente cadere vittima di problemi di ritmo. L’ostacolo più evidente è che potrebbe essere tentato di comprimere il maggior numero possibile di elementi tratti dal manga nella prima stagione, sacrificando così lo sviluppo dei personaggi e la progressione della trama. Questo errore potrebbe rivelarsi fatale per l’avventura live-action di One Piece, mettendo in pericolo la possibilità di una seconda stagione e deludendo le speranze dei fan.
7. I poteri di Luffy in One Piece potrebbero essere limitati nel live action
I poteri illimitati di allungamento di Luffy e il suo corpo di gomma, che nell’originale catturano la sua straordinaria abilità e che creano sequenze di combattimento incredibili, potrebbero non rendere appieno nel live-action essendo condizionati da ciò che la serie potrà ottenere in termini di VFX. Ed è proprio la qualità degli effetti visivi che potrà fare la differenza nell’adattamento di One Piece Netflix.
Eppure, qualcosa si è potuto intravedere dal trailer live-action, con Luffy che esegue il suo caratteristico attacco con la pistola Gomu Gomu su Alvida. Tenendo presente che i filmati dei trailer non rispecchiano sempre il prodotto finale, questa prima versione dei poteri di Luffy è abbastanza incoraggiante.
6. Chopper di One Piece sarà difficile da adattare
Da un punto di vista tecnico, un altro personaggio di One Piece difficile da adattare è il peloso e antropomorfo Chopper, il quale non è presente nel poster o nel trailer del live-action, dal momento che entra nel manga solo nel capitolo #134 e nell’anime nell’episodio 81. C’è, dunque, il rischio che One Piece Netflix non riuscirà a introdurre Chopper a causa dei limiti dei VFX il che comporterebbe una grande delusione.
5. One Piece potrebbe non essere tradotto al meglio per l’adattamento di Netflix
Come in tutte le traduzioni da serie originali, ciò che funziona in termini di comicità in un determinato paese può non funzionare per un altro. Così la traduzione più accurata di una battuta di One Piece dal manga o dall’anime può non riuscire a cogliere il vero significato della gag, trattandosi qui di una serie americana.
I tempi comici e la comicità visiva della maggior parte delle serie anime sono legati intrinsecamente a quella cultura specifica e non possono sempre essere replicati in live-action occidentali, come per il già citato Cowboy Bebop di Netflix, che incarna perfettamente il problema. E c’è di più: l’umorismo di One Piece è unico. L’esilarante idiozia di Luffy potrebbe risultare goffa, così come i motivi ricorrenti delle avances indesiderate di Sanji verso Nami potrebbero essere considerati inappropriati.
4. Una storia di live-Action con troppi precedenti
Come già accennato, la maggior parte degli adattamenti hollywoodiani di anime realizzati fin ora, da Dragonball Evolution a Ghost in the Shell, non hanno avuto ottime critiche. L’adattamento di One Piece, tuttavia, sembra che si sia già messo al riparo dagli errori commessi precedentemente, grazie alla presenza di un cast eterogeneo e alla partecipazione del creatore di One Piece.
3. La popolarità di One Piece è un’arma a doppio taglio
La grande popolarità di One Piece fa si che l’adattamento di Netflix abbia già un enorme pubblico potenziale, anche tra chi non è appassionato di anime. Tuttavia, ciò implica, da un altro lato, una serie di aspettative che possono costituire anche uno svantaggio.
2. Il live-action deve affrontare una grande sfida temporale
Se One Piece di Netflix si rivelerà un successo, dovrà adattare centinaia di storie e di episodi, in cui non si verificano cambiamenti nell’aspetto dei personaggi, impossibile da replicare in live-action. Infatti, nel caso in cui ci sarà una seconda stagione, gli attori potranno già sembrare più vecchi rispetto alla prima stagione.
Così la sfida diventa quella di reinventare la linea temporale del manga, adattando la storia per seguire le versioni più vecchie di Luffy e del suo equipaggio. A ciò si aggiunge la riscrittura di aspetti importanti degli archi narrativi successivi in modo da offrire un finale adeguato che permetta a Netflix di concludere la serie prima di altre 36 stagioni.
1. One Piece di Netflix potrebbe avere problemi di budget
Infine, uno dei maggiori ostacoli che la serie di One Piece di Netflix potrebbe affrontare riguarda il budget. Mentre storie come Death Note e Cowboy Bebop possono essere adattate come serie televisive convenzionali, One Piece richiede una produzione visivamente accattivante, svolgendosi in un mondo fantastico, con battaglie su vasta scala, con elefanti giganti nell’oceano e spettacolari scene di combattimento.