Come il latte è diventata la bevanda dei villain sul grande e piccolo schermo
La caratterizzazione di un personaggio passa anche tramite i suoi gusti in termini di bevande, e il latte sa raccontare molto.
Ci sono alcuni personaggi del cinema e della televisione che a volte non riusciamo proprio a scrollarci di dosso. È un sintomo positivo per tutti coloro che hanno contribuito a creare il suddetto personaggio, dallo scrittore in primis ma passando anche dal regista, costumista e truccatore. Chiaramente, gran parte del merito (o demerito) va all’attore stesso, ma ci sono casi in cui una caratterizzazione ben riuscita nasce ancora prima dell’intervento attoriale.
Tutto ciò che forma un personaggio, dal suo vestiario alla musica che ascolta, deve essere portatore di significato. Fra questi elementi caratterizzanti figurano anche i gusti culinari, ed in particolar modo le bevande. Molti storici personaggi sono associati con facilità a questa o quella bevanda, a volte aiutando il drink stesso ad ottenere popolarità, ma c’è il caso di una bevanda che si sta ormai caratterizzando sempre di più come il drink dei cattivi: il latte.
La grande presenza scenica del latte
Strano a dirsi, il latte ha una forte presenza scenica. È esteticamente una bevanda interessante che riesce a reggere ottimamente l’occhio della macchina da presa, ma diventa ancora più straordinaria se consideriamo tutte le implicazioni psicologiche e mnemoniche che entrano in gioco insieme ad esso. Ma facciamo un passo indietro: chi sono i più famosi antagonisti consumatori di latte di cinema e TV?
L’esempio storico è Alex DeLarge, il capo dei Drughi protagonista di Arancia meccanica (interpretato da Malcolm McDowell). Nel film di Stanley Kubrick, Alex e i suoi sgherri vivono in una Londra distopica e sono soliti riunirsi nel Korova Milk Bar e consumare il cosiddetto “lattepiù”, ovvero bibitoni di latte mischiato a sostanze stupefacenti, per alterare il loro stato mentale e dare libero sfogo alle loro pulsioni violente.
Recentemente invece sono due gli esempi cardine del discorso latte: Rose Armitage, la giovane ragazza di Scappa – Get Out (interpretata da Allison Williams) e Patriota, il perverso e violento supereroe di The Boys (interpretato da Antony Starr). La prima beve latte durante le sue ricerche sulla prossima vittima della famiglia Armitage, mentre il secondo viene mostrato più volte con una fissazione malsana per la bevanda in questione.
Se Rose consuma latte con una compostezza talmente fredda da sembrare robotica, Patriota lo ingurgita invece con una tale voracità da trasmettere disagio nello spettatore. Il motivo di questo malessere nel vedere però persone malvagie bere latte sta nel ruolo che questa bevanda ha nell’immaginario di tutti noi.
Il latte è abitualmente associato ad una dimensione positiva
Sebbene il latte sia una bevanda per tutte le età, questo è sicuramente associato all’infanzia, vale a dire ad una dimensione generalmente positiva e ricca di ricordi che ispirano un senso di nostalgia e sicurezza. Affiancare la bevanda dei bambini per antonomasia a personaggi deviati è un modo perfetto per trasmettere disturbo allo spettatore.
Consideriamo ulteriormente lo stato mentale dei personaggi sopra citati. Alex, Rose e John condividono un senso di infantilità legata a dei traumi che risalgono al loro passato: è evidente nell’abbigliamento dei Drughi, nel comportamento di Rose nei confronti della sua famiglia e nelle scene in cui Patriota consuma il latte di Madelyn Stillwell. Usare il latte come bevanda caratteristica è dunque un modo per indicare che un personaggio è rimasto legato all’infanzia in una maniera forse malsana.