Club Zero di Jessica Hausner: un film disturbante sulla manipolazione, molto attuale | Recensione
Club Zero di Jessica Hausner usa il pretesto narrativo dell’alimentazione consapevole per parlare di manipolazione, mettendo alla luce le tragiche conseguenze di certi predicatori radicali.
Viviamo in un periodo storico in cui la comunicazione fruita con ogni mezzo possibile porta alla troppo facile diffusione di false notizie e falsi credi. Club Zero sembra voler raccontare proprio questo pericolo contemporaneo attraverso un thriller agghiacciante e disturbante che potrebbe turbare gli stomaci più delicati.
Siamo in un liceo privato internazionale e qui arriva una nuova insegnante Miss Novak, interpretata da un formidabile Mia Wasikowska, che introduce un metodo molto estremo di alimentazione consapevole. Al suo corso partecipano inizialmente diversi studenti, ma poco alla volta, solo cinque diventano suoi adepti, mettendo in pratica ogni suo insegnamento.
Il principio di base di questa “filosofia” è che la restrizione alimentare salva il pianeta e conduce la persona che la applica a un miglioramento nella salute, peccato che nel corso delle lezioni Miss Novak introduce nuovi esercizi di privazione fino a portare i cinque studenti al digiuno totale, la qual cosa li conduce alla malnutrizione e a diverse forme di patologia.
La cattiva influenza e la manipolazione da parte di Miss Novak allontana i ragazzi dalle rispettive famiglie conducendoli in una spirale di autolesionismo del quale purtroppo non sono consapevoli. I genitori cercano di allontanarli dalla cattiva influenza esercitata da Novak, ma come premialità per gli “ottimi risultati” raggiunti il gruppo entra a far parte del Club Zero, un club sostanzialmente basato sul digiuno assoluto e sul dominio della mente sui sensi.
Lo specchio dei nostri tempi
Club Zero fa inevitabilmente pensare alla società di oggi nella quale la divulgazione di messaggi malati, erronei e la rapida diffusione degli stessi porta i più giovani a essere condizionati e convinti nella scelta di certi tipi di regime di vita. Si potrebbe estendere il discorso a certe diete diffuse attraverso la promozione di integratori alimentari, ma qui si va ancora più a fondo, si parla anche di distanza sociale e distanza fra genitori e figli.
Quale periodo storico meglio di questo contemporaneo esprime meglio la distanza? Torniamo ancora una volta su internet e il mondo digital in generale che però in questo film è totalmente assente, anzi sembra quasi che la storia non sia neppure ambientata ai giorni nostri.
L’ultima cena
Nel film troviamo molte scene dal gusto pittorico ma una in particolare è molto significativa, l’inquadratura finale, quando dopo l’evento conclusivo i genitori si riuniscono a scuola e sono seduti a tavola con una dei ragazzi del Club Zero. È un momento molto drammatico eppure la ragazza riesce in qualche modo a catalizzare l’attenzione di tutti, come la figura di Cristo nel famoso dipinto di Leonardo da Vinci, L’ultima cena.
Su questa immagine scorrono i titoli di coda del film per una conclusione agghiacciante e un’ironia notevole se pensiamo che la disposizione dei personaggi ricorda appunto quella dei commensali a una cena. Club Zero è un thriller ma è anche classificabile come horror, Mia Wasikowska è l’angelo della morte che maschera con modi pacati la violenza del suo agire e traghetta verso un inquietante destino i suoi adepti.