May December di Todd Haynes è in competizione ufficiale al Festival di Cannes, due donne l’una lo specchio dell’altra in un gioco di imitazione che ricorda Eva contro Eva.
May December è la storia di Elizabeth Berry (Natalie Portman) un’attrice che si reca in Georgia per fare ricerche su un personaggio che deve interpretare basato su una storia vera di cui la protagonista è Gracie Atherton-Yoo (Julianne Moore) la quale vent’anni prima aveva fatto scalpore per aver sposato un uomo 23 anni più giovane di lei.
Natalie Portman veste i panni di un’attrice senza scrupoli e vampira che risucchia tutte le energie di Gracie e di suo marito Joe Yoo (Charles Melton) i quali diventano come cavie per lei che inizia a studiarne la vita nei minimi dettagli. Per interpretare al meglio il personaggio di Gracie, Elizabeth la imita in tutto, anche nell’arte della seduzione verso il marito, finendo per somigliarle un po’ di più ogni giorno.
Il film punta al grottesco e lo fa malgrado si consumi davanti ai nostri occhi un dramma nel quale Gracie viene depredata della sua personalità e il rapporto con il marito va in crisi mentre i figli avuti con lui stanno per andare al college. Elizabeth è l’artefice di questo caos, l’elemento disturbante che si insinua nella vita di una famiglia apparentemente equilibrata, malgrado lo scandalo suscitato dalla storia d’amore tra un allora matura Gracie e Joe, compagno di studi del figlio di lei.
Senz’altro a spiccare fra tutti i personaggi del film c’è quello interpretato da Natalie Portman la quale fa letteralmente sparire Julianne Moore che quasi passa in secondo piano. Natalie Portman assume dei comportamenti, delle espressioni del viso e delle gestualità che la fanno sembrare imperturbabile eppure maligna.
Sì perché il personaggio di Natalie Portman è diabolico, arriva, crea scompiglio e se ne va, anche se lei stessa resterà segnata dalla convivenza con questa bizzarra famiglia.
La musica drammatica che sentiamo dall’inizio alla fine conferisce al film un’atmosfera da thriller ma la regia e la fotografia con i sospesi nel dialogo fanno invece pensare a una soap. Di certo il film si può classificare come melodramma, ma tutt’altro che melenso.
Di sicuro May December “tocca piano” un argomento molto serio le “relazioni pericolose” e l’età del consenso, l’abuso di minore di cui a un certo punto discutono gli stessi Gracie e Joe. Ma vi troviamo anche il tema dell’apparire a tutti i costi e lo spietato cinismo del mondo dell’arte, non solo da parte di Elizabeth, ma da parte degli stessi cittadini che vogliono avere parte in questa storia.
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