The Delinquents di Rodrigo Moreno, nella sezione Un certain regard di Cannes 2023 ha un’idea avvincente ma poi diventa qualcos’altro. È stato come vedere due film diversi in uno.
L’idea che subito cattura l’attenzione e che dà anche ragione al titolo, “I delinquenti”, è molto interessante e si concentra sulla figura solitaria di un tesoriere di banca, Moràn, che decide di rubare i soldi di cui detiene la custodia. Improvvisamente opta per affidare la borsa con la refurtiva a un suo collega d’ufficio, Romàn, una persona mite e pacifica che ha il compito di conservare il denaro per tre anni e mezzo.
Tre anni e mezzo è il tempo che passerà in prigione per furto di denaro, ha infatti intenzione di costituirsi e godersi il denaro una volta uscito. In questo lasso di tempo il suo complice dovrà custodire i soldi. Da questo momento in pratica la storia si sposta sul complice, lasciamo il primo personaggio in prigione e seguiamo la vita del mite impiegato che si trova suo malgrado a dover fronteggiare una situazione illegale.
Romàn inizia a vivere diversamente, la missione che gli ha affidato Moràn lo porta ad allontanarsi dalla routine familiare e a conoscere un’altra donna della quale si innamora mentre il suo matrimonio va a rotoli. L’idea di una vita libera dal lavoro e a maggiore contatto con la natura porta Romàn a fregarsene delle gabbie sociali.
Come specificato all’inizio questo film ha un’idea ottima che inizialmente ci fa pensare a un film più d’azione, con un’indagine e una fuga e con maggiore brivido. Nel corso della storia invece diventa un film più filosofico e intimista di cui onestamente non se ne sente la necessità. L’impressione è che non si voglia raccontare un’avventura, anche se le premesse lo lasciano credere, ma che piuttosto si voglia far riflettere sulla filosofia che c’è dietro la scelta di rubare un pacco di soldi alla banca.
Viene fuori dunque un tema diverso, quello della libertà e della necessità dell’uomo vittima del capitalismo di tornare allo stato di natura e di riappropriarsi, sia pure per vie illegali, della propria libertà, senza essere schiavo del lavoro. Questa deriva intimista di The Delinquents diluisce troppo la tensione e la curiosità iniziali del film e per questa ragione indebolisce il film stesso.
I personaggi di The Delinquents sono effettivamente l’elemento più interessante del film, Romàn e Moràn sono la rappresentazione dell’uomo qualunque che cerca di ribellarsi alla macchina sociale della quale sono schiavi. I due desiderano le stesse cose, a un certo punto avranno anche la stessa donna, ma alla fine della storia soltanto uno dei due raggiungerà una maggiore consapevolezza di sé.
Il film potrebbe durare una mezz’ora in meno, è caratterizzato da molte scene contemplative, a riprova della sua deriva filosofica. Anche se vi sono alcuni momenti interessanti si sente la mancanza di qualcosa, probabilmente di un’idea definita dal momento che come detto, sembra di assistere a un film nella prima parte e a un film completamente diverso nella seconda.
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