Strange way of life di Pedro Almodóvar: un mediometraggio western a Cannes 2023 | Recensione
Pedro Almodóvar arriva a Cannes con un piccolo film di trenta minuti di genere western che strizza l’occhio a illustri precedenti.
Pedro Almodóvar si è cimentato nel genere western realizzando un prodotto di trenta minuti (una durata quasi perfetta se pensiamo che oggi i film arrivano anche a tre ore) con una storia semplice raccontata in modo efficace.
Il genere western, possiamo dirlo, è nato con il cinema ed è tra i generi più amati e più discussi della settima arte. Di certo Pedro Almodóvar non abita questo genere normalmente ma sappiamo anche che il regista spagnolo ha saputo spesso sorprendere nel corso della sua carriera non restando mai fermo e uguale a se stesso.
Naturalmente, trattandosi di Almodóvar, la dimensione queer è sempre presente e in questo caso la vediamo nella relazione tra uno sceriffo (Ethan Hawke) e un cow boy messicano (Pedro Pascal). Il regista ha scelto l’attore del momento (Pascal grazie a Il trono di spade, The Mandalorian e The Last of Us) e un attore navigato e molto amato come Hawke per raccontare quello che sa fare meglio le relazioni tra le persone senza discriminazione e in totale libertà.
Un dramma familiare nel vecchio west
Il film è molto colorato, caratterizzato da una fotografia satura e da molti primi piani che naturalmente fanno pensare allo stile di Sergio Leone, soprattutto nella scena finale dove sembra che il regista si sia ispirato proprio a lui. Un ulteriore dettaglio da mettere in evidenza è il fatto che l’intero film sembra una promo di un profumo di lusso o di qualsivoglia brand di alta moda.
Un’ulteriore elemento che si nota nella visione di questo film è che, pur trattandosi di un film di genere la storia avrebbe potuto consumarsi in qualsiasi momento storico perché riguarda due uomini con un passato in comune e il figlio scapestrato di uno dei due che si mette in mezzo nel loro rapporto.
La durata del film ha la sua importanza
Di certo Strange way of life non è il miglior lavoro di Pedro Almodóvar e ci si domanda quale sia stato il senso nel produrre un lavoro simile, probabilmente puro vezzo. Gli interpreti restano di grande livello e così la regia.
Una cosa su tutte però fa di questo film un prodotto godibile, (e forse è l’unica), la durata. Soprattutto durante un Festival, quando si visionano ore e ore di screening un film che riesce a raccontare tutta una storia in trenta minuti, senza perdersi in inutili vanità e compiacimenti della pura visione. Questo dettaglio, non da poco, rende Strange way of life un film godibile.