Cailley porta al Festival di Cannes 2023 un film sulla natura, sugli animali e sul rapporto dell’uomo con la prima e con i secondi in un film fantasioso nel quale gli esseri umani sono protagonisti di metamorfosi kafkiane.
Nella prima scena abbiamo un padre, François (Roman Dury) e suo figlio Émile (Paul Kircher), imbottigliati nel traffico, che discutono mentre si recano all’ospedale per andare a trovare la madre ricoverata a causa di una malattia non meglio specificata.
Proprio mentre i due stanno litigando da un’ambulanza poco distante fugge via una creatura, mezzo uomo e mezzo volatile che aggredisce chiunque si trovi a tiro prima di riuscire ad allontanarsi. Lo straniamento derivato da tutto ciò è che per le persone presenti, compresi i protagonisti, la cosa sembra essere all’ordine del giorno.
Nel mondo raccontato da Cailley avvengono queste mutazioni, gli esseri umani si trasformano in animali e molto presto scopriamo che anche la madre di Émile si è trasformata in animale, la cicatrice sul volto del figlio racconta molto sul momento della sua trasformazione. Un giorno un incidente nell’ospedale che studia e custodisce le creature porta tutti gli uomini- animali a disperdersi nella natura. François e Émile si metteranno in cerca della madre, ma un altro cambiamento importante sta per coinvolgerli direttamente.
Il film affronta un tema importante di cui si è sempre discusso e sempre si discuterà, il rapporto tra uomo e natura con il dominio di quest’ultima sul primo. È impossibile non pensare al periodo storico che stiamo attraversando e al cambiamento climatico con tutte le conseguenze delle azioni umane sulla terra. Una regressione al mondo animale e una maggiore connessione con la natura diventano in questa storia la via verso la libertà.
La metamorfosi, il cambiamento, l’evoluzione e la capacità di adattamento diventano elementi che il giovane Émile dovrà accettare presto nel suo processo di crescita, anche per risolvere il suo rapporto con la figura paterna e materna.
Dury, tra i migliori attori del momento, sceglie sempre progetti originali e mai scontati, cimentandosi ogni volta in storie creative dove la sua rappresentazione dell’uomo comune diventa sempre speciale. Dury, infatti, non ha mai una recitazione eccessivamente sopra le righe anche quando interpreta personaggi bizzarri.
Le règne animal è un’ottima apertura per la sezione Un Certain Regard e il film in sé è un ottimo spunto di riflessione sul rapporto dell’uomo con la natura e sul futuro che potrebbe avere questa coabitazione con il regno animale, spesso da noi sottomesso e maltrattato. Un film straniante, come già detto, ma che stimola la riflessione con una messa in scena distopica e assurda che va dritta al punto.
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