L’Amour fou di Jacques Rivette apre la rassegna Cannes Classics del Festival di Cannes | Recensione
Un film sulla dissoluzione di un matrimonio attraverso il teatro come metafora della vita.
La 76° edizione del Festival Internazionale del Film di Cannes è iniziata e tra i primi film proiettati nella prima giornata c’è stato L’Amour Fou di Jacques Rivette che apre la rassegna Cannes Classics con un film non semplice da seguire, dal momento che stiamo parlando di una durata di ben 252 minuti.
Tuttavia, uno spettatore allenato potrà facilmente apprezzare un’opera come L’Amour fou nella quale troviamo l’amore citato nel titolo in due forme differenti, in contrasto, eppure complementari: l’amore per il teatro e l’amore tra due persone. In entrambi i casi la passione amorosa può essere un’ossessione ed è qui che subentra la follia di cui si parla nel titolo.
È la storia di un matrimonio, per citare un’altra celebre opera cinematografica e precisamente racconta l’inesorabile sgretolamento de matrimonio di Claire, un’attrice, e Sébastien, il suo regista, il quale è molto preso dalla messa in scena, registrata dalla televisione, dell’Andromaca di Racine. Dalla prima scena nella quale vediamo Claire agire sul palco come protagonista, per poi essere sostituita, ecco che a poco a poco, si insinua nella mente della protagonista l’insicurezza. Le fondamenta del matrimonio stanno andando in pezzi.
L’Amour fou è un film che si prende tutto il tempo di raccontare l’insinuarsi del dubbio nell’amore tra due persone. Sono molti i quesiti in gioco, ma uno di questi in particolare guida tutta la storia: è più importante la passione per il proprio lavoro, in questo caso il teatro, oppure la passione per la persona che ci sta accanto. Claire assalita da mille dubbi si sente sempre più messa da parte e ciò darà avvio a una lunga serie di tentativi per tenere in piedi il matrimonio.
Si conosce davvero la persona che si ama?
Come molti film del periodo, Rivette mette in scena un film che per la tecnica e i temi si accosta ai molti film della Nouvelle Vague, una sorta di neorealismo alla francese in cui la quotidianità e i quesiti esistenziali di una generazione diventano il focus della narrazione.
Qualcuno potrebbe dire che un film della durata di oltre tre ore sulla storia di un regista che prova Racine e di sua moglie che vorrebbe più attenzione potrebbe essere sopravvalutato o forse noioso, ma in questo caso l’opera la si potrebbe considerare come una sorta di contemporanea serie televisiva condensata in un unico film. Ma la stessa vicenda divisa in puntate probabilmente oggi avrebbe un grande successo.
L’importanza del restauro
Anche il Festival di Cannes, come il Cinema ritrovato a Bologna e La Mostra del Cinema di Venezia permette al pubblico di vedere sul grande schermo i film che hanno segnato la storia del cinema e in versione restaurata.
L’Amour fou apre le danze per Cannes Classics che ci riserva quest’anno una lunga serie di capolavori come Il ferroviere di Pietro Germi, Caligola di Tinto Brass e molti altri.