L’errore e il pregio più grandi di Buffy l’Ammazzavampiri | Non solo vampiri
Buffy l’Ammazzavampiri è una delle serie TV più celebri degli anni ’90 e 2000 ed è anche grazie a questa caratteristica.
Buffy l’Ammazzavampiri è sinonimo di televisione a cavallo fra gli anni Novanta e Duemila. Il dramma adolescenziale fantasy fu ispirato dall’omonimo film del 1992 di Frank Rebel Kuzui (e scritto da Joss Whedon), che fu però un insuccesso al botteghino. L’ideatore di riprendere l’idea di base del film e trasformarla in una serie fu dello stesso Joss Whedon, che nel formato televisivo riuscì a far esprimere al meglio il mondo di adolescenti e mostri che abitavano a Sunnydale.
Buffy l’Ammazzavampiri parla, sorprendentemente, delle vicende della giovane Buffy Summers quando viene scelta come prossima Cacciatrice di forze maligne. Ma, stavolta davvero sorprendentemente, la serie abbandona il concetto di lotta ai vampiri nella classica formula “monster of the week” per dare spazio invece a tutti i tipi di mostri ed aberrazioni. Questa caratteristica, che potrebbe potenzialmente essere considerata un errore, è diventata invece il punto di forza di Buffy.
Niente più caccia ai vampiri non significa niente più vampiri
La serie prende un aspetto del fantasy, quello dei vampiri, e lo mette al centro della narrazione. Lasciarli indietro completamente sarebbe stato senz’altro un errore, ma Whedon fu più intelligente di così e riuscì a mantenere i mostri succhiasangue in Buffy senza però limitarli al ruolo di antagonisti da dover distruggere. Se nelle prime due stagioni infatti gli antagonisti sono i vampiri chiamati Maestro (S1), Spike e Drusilla (S2), nelle stagioni a seguire viene dato libero sfogo alla Bocca dell’Inferno, il portale demoniaco che si trova sotto le fondamenta della scuola che Buffy stessa frequenta.
A questa componente fantastica vengono ovviamente affiancate quelle del teen drama: le amicizie ed inimicizie a scuola e la controversa relazione con il vampiro dannato Angel – che dal 2007 avrebbe poi ottenuto un palcoscenico tutto per sé nella serie spin-off a cui lui stesso da il titolo, Angel. Da sindaci indemoniati a tentativi di creare l’Adamo demoniaco, Buffy l’Ammazzavampiri riesce sempre a mantenere fresca la propria narrazione.
L’influenza di Buffy l’Ammazzavampiri
Buffy fu un fenomeno sociale in quanto dimostrò l’efficacia di una narrazione destinata ai giovani ma con temi fuori dal comune. Alla serie di Whedon seguirono molti altri prodotti che cercavano di ricalcarne la formula, la maggior parte dei quali non arrivò allo stesso livello di prestigio. Alcuni, invece, trovarono la proprio voce e furono i successori di Buffy: fra questi si possono ricordare senz’altro Smallville e Lost, entrambi che puntano sia sul dramma umano che sullo spettacolo fantasy o misterioso.
La lezione che Buffy l’Ammazzavampiri insegna ancora oggi è che una storia non è solo la somma delle sue parti, ma che se si segue una logica ed una struttura si può raccontare quello che si vuole, anche la storia di una Ammazzavampiri che, difatti, smette di essere tale.