Il capolavoro del thriller di Martin Scorsese esplora la mente umana e la soggettività del mondo che ci circonda.
Shutter Island uscì nel 2010 e si inseriva da subito nella lista di grandi film creati da Martin Scorsese, uno dei massimi registi della storia del cinema americana e non. Proseguendo la sua collaborazione con Leonardo DiCaprio, Scorsese impacchetta un film che, tramite il thriller ed il noir, va ad esplorare i funzionamenti della mente umana quando messa di fronte a delle dure verità, a dei traumi.
L’intreccio, come presentato nel film, può sembrare piuttosto complesso. Edward “Teddy” Daniels è un agente federale che nel 1954 viaggia fino all’ospedale psichiatrico Ashecliff situato sulla piccola Shutter Island per indagare sulla scomparsa di una paziente, Rachel Solando. Teddy comincerà a scoperchiare delle verità sempre più grandi e terribili sulla struttura finché non arriverà a quella più grande e più dolorosa, la verità riguardo lui stesso: Teddy è un paziente dell’istituto responsabile di aver ucciso sua moglie dopo che questa aveva affogato i loro tre figli.
Teddy Daniels è in realtà un alias che il protagonista ha creato per questa sua persona da agente federale. Il suo vero nome è Andrew Laeddis (nome con cui identificava un piromane che aveva bruciato la sua casa e ucciso sua moglie) ed è stato ricoverato ad Ashecliff a seguito dell’omicidio di sua moglie. Questa si chiamava Dolores Chanal, anagramma di Rachel Solando, la paziente scomparsa che nella storia creata dalla mente di Andrew era stata internata per aver ucciso i suoi tre figli. Anche Edward Daniels è un anagramma, questo di Andrew Laeddis.
La rivelazione sul finale del film fa cadere il castello di carte messo su da Teddy durante la vicenda e lo costringe a guardare in faccia il suo trauma. Andrew aveva ucciso Dolores dopo che questa, in una delle sue crisi causate dal bipolarismo, aveva annegato i loro tre figli. Andrew si sente doppiamente colpevole in quanto aveva ignorato i sintomi di Dolores e le aveva quindi precluso le corrette cure mediche. Il personale dell’ospedale, nel tentativo di svegliare Andrew dal suo deliro, aveva acconsentito a fargli vivere la storia che questi si era creato in mente per evitare il trauma; essendo l’esperimento fallito, Andrew viene destinato alla lobotomia.
Esistono altre storie come quella di Shutter Island: recentemente il cinema spagnolo ci ha dato Quando Dio imparò a scrivere, thriller che scavalca più volte le linee fra realtà ed allucinazione, ma un altro importante esempio che viene alla mente è il sudcoreano Old Boy, film del 2003 co-scritto e diretto da Park Chan-wook.
Il titolo del film di Scorsese fa già pensare ad una zona seclusa, da intendere non solo come l’isola in cui la storia prende luogo ma come quella parte del nostro cervello che “chiude” i ricordi e le verità che ci sono dannose e le rende inaccessibili. Shutter Island è il confronto con la verità, anche quella che ci dice che siamo dei mostri e che le nostre vanità di giustizia e grandezza non sono altro che fumo.
Un gruppo di registi, occhi attenti e critici esigenti del mondo del cinema, si è…
Voi lo sapete quanto costa pranzare a Villa Crespi da Antonino Cannavacciuolo? Il conto vale…
C'è un alone di mistero che avvolge le riprese di "Wicked", il musical super atteso…
Una storia di elezione papale piena di segreti, moralità e colpi di scena, pronta a…
Nuovi attori e intrighi promettono di rivoluzionare la terza stagione della serie fantasy di Prime…
L’ultimo episodio della serie HBO svela segreti inaspettati che cambiano completamente il destino dei personaggi.…