Snatch – Lo strappo: un film che riassume tutto Guy Ritchie agli esordi
A volte ci sono casi di registi con un linguaggio del tutto unico. Questo è il caso di Guy Ritchie e del suo Snatch – Lo strappo.
Guy Ritchie è ormai un nome ed un marchio di fabbrica. Dopo 25 anni e 14 film il regista britannico si è distinto per il suo stile di regia e montaggio assolutamente unico e riconoscibile, caratterizzato da una manipolazione del tempo e dello spazio estrema, con movimenti ed azioni velocizzate o rallentate in post-produzione per esaltare il ritmo e non dare fiato allo spettatore.
Se in alcuni casi lo stile di un regista si forma col tempo, Ritchie è riuscito invece subito ad afferrare la sua idea di cinema ed a concretizzarla prima nel suo film d’esordio, Lock & Stock – Pazzi scatenati, e poi in Snatch – Lo strappo. Questo film segue le due storie parallele di un furto di un diamante e di un giro di incontri di boxe truccati, storie che si ricongiungeranno sul finale in un modo che può esistere solo sul grande schermo.
Le vicende e come vengono amplificate dalla regia
Snatch – Lo strappo è un caper movie, quel genere di film in cui viene messo in atto un grande colpo e lo spettatore segue l’evolversi del piano passo dopo passo. Qui Ritchie ha creato due storie che rientrano nel genere e le ha raccontate in maniera parallela: da un lato ci sono Frankie (Benicio del Toro) ed Avi (Dennis Farina) e il loro tentativo di smerciare un diamante da 86 carati rubato; dall’altro ci sono Turco (Jason Statham) e Tommy (Stephen Graham) alle prese col pugile irlandese pavee Mickey (Brad Pitt).
Entrambe le storyline offrono occasioni per episodi di violenza ed azione che siamo soliti vedere con Ritchie, questi ritmati dalla regia e dal montaggio capaci di rendere repentina un’azione così come di rallentare l’impatto di un pugno. La regia segue il disordine della vicenda e la fotografia sporca ne riflette ottimamente il mood.
Cast di alto livello
Il cast è ottimo ed è guidato dalla coppia Jason Statham e Stephen Graham, il primo che aveva debuttato appena due anni prima al cinema con l’opera prima di Ritchie stesso. Il pugile irlandese è interpretato da Brad Pitt, reso tale per via dell’incapacità di Pitt di recitare in un accento britannico convincente. Questi tre personaggi causeranno le ire del boss malavitoso Testarossa Polford, interpretato da Alan Ford in maniera eccelsa.
L’altra storyline segue il gioielliere Avi e Frankie Quattro Dita, i due interpretati rispettivamente da Dennis Farina e Benicio del Toro. Avi e Frankie metteranno le mani sul diamante da 86 carati e cercheranno di ricavarne il valore, il tutto mentre se la vedono con il Boris Lametta di Rade Šerbedžija e i suoi scagnozzi.
Guy Ritchie impacchetta un film divertente e ritmo inusuale ma sostenuto. Il regista sa bene come prendere una storia non necessariamente eccelsa e trasformarla in puro intrattenimento. Recentemente, Guy Ritchie è uscito con Operation Fortune (in Italia su Sky Cinema dal 17 aprile) e sarà in streaming su PrimeVideo dal 21 aprile con The Covenant.