Gli adattamenti sono destinati a lasciarsi alle spalle alcuni elementi delle opere originali: Harry Potter non è stato diverso.
Harry Potter e l’Ordine della Fenice è il quinto capitolo della celebre saga fantasy per ragazzi di J.K. Rowling. Esso è diventato anche il quinto film della saga cinematografica, incentrato sulla preparazione dei ragazzi di Hogwarts all’arrivo di Lord Voldemort, resuscitato alla fine del capitolo precedente, Il Calice di Fuoco.
Ne L’Ordine della Fenice è presente l’episodio in cui Voldemort si impossessa del corpo e della mente di Harry per qualche istante, ma il film taglia gran parte del vero significato di quella mossa.
Durante l’anno scolastico Harry aveva già avuto episodi di connessione mentale con il Signore Oscuro e proprio per difendersi aveva iniziato a prendere lezioni di Occlumanzia da parte del professore Severus Piton.
La tanto temuta possessione è infine avvenuta durante lo scontro con i Mangiamorte al Ministero della Magia, e Voldemort aveva un chiaro obiettivo in mente quando l’ha messa in atto.
Nel film il rettore di Hogwarts, Albus Silente, tiene le distanze da Harry. Lo fa perché aveva previsto che Voldemort avrebbe tentato di impossessarsi del ragazzo al fine di usarlo come spia; negando ad Harry l’accesso alle informazioni chiave della lotta al Signore Oscuro, Silente stava difendendo la segretezza del suo stesso piano. La possessione infine fallisce quando Harry si concentra sull’amore della madre e dei suoi amici ed espelle Voldemort dalla sua mente.
Questo è quanto viene adattato nel film, ma il proposito di Voldemort era ancora più profondo. Fra Voldemort e Silente era da sempre rimasto in sospeso il dibattito sulla crudeltà della morte, con il rettore che sosteneva che ci fossero destini ben peggiori. Voldemort si impossessa dunque di Harry per convincere Silente ad ucciderlo e dimostrare che egli crede davvero che la morte non sia un fato così crudele.
Si legge così nel libro, tramite le parole di Silente: “L’obiettivo di Voldemort nel possederti, come ha dimostrato stanotte, non era la mia disfatta. Era la tua. Quando ti ha posseduto brevemente poco fa, sperava che ti avrei sacrificato nella speranza di ucciderlo”. Il terzo obiettivo di Voldemort quindi, oltre ottenere informazioni e sconfiggere Silente intellettualmente, era liberarsi di Harry per mano del suo stesso rettore.
Nel film Harry viene salvato dai sentimenti di affetto reciproci fra lui e sua madre Lily, e fra lui e i suoi amici. Nel libro invece ciò che salva Harry è ancora più poetico: Harry è tormentato dal dolore per la morte di Sirius Black per mano di Bellatrix, e questo sentimento di perdita, che può avvenire solo con un forte amore ad alimentarlo, era sconosciuto a Voldemort. Il Signore Oscuro non riesce a gestirlo e scappa dal corpo e della mente del ragazzo per liberarsene. A salvare Harry, infine, è la spietatezza stessa dei Mangiamorte.
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