Qual è episodio più inquietante di Black Mirror? Ecco chi c’è sul podio
Black Mirror offre una pletora di episodi sconvolgenti. Non è solo la tecnologia a renderli tali, ma soprattutto i suoi personaggi.
Black Mirror è ormai un nome sinonimo di distopia tecnologica. La serie di Charlie Brooker continua a raccontare delle derive tecnologiche e mediali che non sono né reali né così fantascientifiche, ricadendo perfettamente nello slot delle distopie. La cosa più affascinante di Black Mirror è però la risposta dell’umanità a queste tecnologie. Con umanità si vuole intendere la vera e propria morale interna delle persone, la loro sensibilità.
Giudicare Black Mirror solo come un prodotto di intrattenimento fra il distopico e il black humour sarebbe infatti un errore. Questo viene chiarito fin dal primo episodio, The National Anthem (Messaggio al Primo Ministro in italiano). Qui un pittore misterioso rapisce la Principessa del Regno Unito e tiene un’intera nazione incollata allo schermo, più presa dal fascino macabro della vicenda che dalle persone coinvolte in essa. Su queste premesse, ecco perché Shup Up and Dance può essere considerato l’episodio più inquietante.
Il coinvolgimento di aspettative
Shut Up and Dance (Zitto e balla in italiano) è la storia del giovane Kenny e dei ricatti subiti da un hacker entrato in possesso di alcune immagini compromettenti per Kenny stesso. Al ragazzo vengono affidati svariati compiti che egli dovrà svolgere per dissuadere l’hacker dal diffondere le immagini in questione, arrivando fino a rapinare una banca e uccidere. Solo sul finale scopriamo che il materiale in mano all’hacker ritrae Kenny che effettua dell’autoerotismo su immagini di minori, catapultandolo di fatto nel ruolo del “cattivo”.
Per tutta la durata dell’episodio ci chiediamo cosa abbia fatto Kenny da vergognarsi così tanto che il video venga diffuso (spoiler: verrà diffuso ugualmente), e scopriamo infine una verità su di lui che non ci aspettavamo. Non è l’unica volta che Black Mirror ha ribaltato gli schemi: in Orso Bianco scopriamo che la donna protagonista ed il suo compagno hanno ucciso loro figlia, mentre in Bianco Natale sia Joe che Matt sono responsabili della morte di tre persone.
L’etica tecnologica
La cosa più brillante di questo tipo di episodi è il tragitto emotivo che lo spettatore è portato a percorrere. Inizialmente empatizziamo con Kenny, Victoria o Joe, ma sul finale le carte vengono scoperte e ci troviamo a desiderare di vederli puniti. In un certo senso, si potrebbe pensare che la tecnologia e i media hanno aiutato la società a proteggersi da individui pericolosi. Ma dove finisce l’etica tecnologica?
Ciò che Black Mirror esplora è quel territorio emotivo in cui l’essere umano si lascia andare. Tutti i personaggi citati vengono a tutti gli effetti torturati grazie alla tecnologia, ma queste torture ci vengono presentate in un modo tale che ci sembrano quasi una gioia. In questo modo Black Mirror ribalta nuovamente i ruoli ed i cattivi, che un tempo pensavamo buoni, ridiventano vittime di un sistema sadico. E la distopia tecnologica è servita.