Ant-Man and the Wasp: Quantumania è un film deludente e questa scena ne è la prova
Nonostante un personaggio molto forte con una storia interessante da raccontare, il film non è stato all’altezza dell’occasione fornita.
(*Attenzione: l’articolo contiene spoiler su Ant-Man and the Wasp: Quantumania*)
Si potrebbero muovere numerose critiche a Ant-Man and the Wasp: Quantumania, il nuovo film del MCU che non ha entusiasmato il pubblico (nonostante la critica sia stata in troppe occasioni più che clemente), quello che salta subito all’occhio è la completa perdita del suo fascino originario: scanzonato e leggero. Per non parlare della trama ormai trita e ritirata, un gruppo di ribelli che si butta a capofitto contro un impero malvagio.
Si focalizzata quasi completamente sulla costruzione dell’immagine di Kang il Conquistatore interpretato da Jonathan Majors perché diventi il prossimo cattivo del MCU, in modo da essere all’altezza di Thanos il tutto in due ore, quindi tralasciando troppi dettagli e sfumature, e questo a discapito dei personaggi principali che vengono praticamente ignorati, insomma ce ne sono di problemi da analizzare, ma nonostante tutto non sono questi i più gravi che ne vanificano tutto il lavoro.
La Marvel aveva tra le mani un personaggio pazzesco, interpretato da un attore incredibile, a cui avevano affidato una parte molto caratterizzata, fastidiosa e odiosa e lo hanno eliminato in modo insulso, quasi irrispettoso, ovviamente si tratta di Bill Murray nel ruolo di Lord Krylar.
Lord Krylar doveva fare una fine epocale
Il personaggio portato nella Marvel da Bill Murrey, ovvero Lord Krylar, aveva tutte le carte in regola per essere detestabile a tal punto da desiderare di vederlo morire in modo orribile, avrebbero potuto costruire una di quelle scene epocali in stile Marvel per cui quasi ne valesse la visione di tutto il film, invece la sequenza è stato un totale fallimento, una parola ricorrente per quanto riguarda Quantumania.
Murray interpreta Lord Krylar, un abitante del Regno Quantico con il quale Janet van Dyne, interpretata da Michelle Pfeiffer, ha avuto un breve flirt nel corso dei vent’anni in cui è rimasta bloccata laggiù. Dopo che i protagonisti si sono tutti ritrovati catapultati nel microcosmo inseguiti da Kang, Janet decide di chiedere aiuto a un amico di vecchia data perché possa trovare un modo per farli fuggire.
Janet, la figlia Hope (Evangeline Lilly) e suo marito Hank (Michael Douglas) vengono scortati in uno stravagante bar popolato da forme aliene tra le più disparate e qui incontrano Lord Krylar che offre a tutti da bere qualcosa di disgustoso, un cocktail con all’interno una creatura viva e terrorizzata simile a un calamaro, che Krylar trangugia senza esitazione e pietà.
La tranquillità e quelle battutine piccanti che rendono il personaggio di Murrei davvero insopportabile, anche se l’unico divertente del film, finiscono molto presto perché Kang ha mandato le sue truppe per prendere i fuggitivi, ma ben preso si capisce che a tradirli è stato proprio Lord Krylar, che li ha venduti per il suo interesse.
Nel bar tutto degenera e inizia l’azione, per salvarsi Hank usa la tecnologia Ant-Man e lancia su uno dei poveri calamari un dischetto che fa ingigantire, la bestiola, ora diventato un mostro tentacolare, avvolge Lord Krylar prendendosi la sua rivincita, quando sembra che lo voglia inghiottire vivo la telecamera decide di deviare sulla fuga degli altri. Cosa succede poi? Chi lo sa. Lo avrà mangiato davvero? Lo si suppone ma nella realtà nessuno lo ha visto.
Meritavamo una scena più onesta e memorabile
Diciamoci la verità, Lord Krylar meritava di essere masticato con gusto dal calamaro gigante, una scena un po’ splatter ma coerente con il personaggio e le sue azioni, visto che fin dalla sua prima inquadratura non ha mai voluto essere un personaggio positivo, non ha fatto nulla per farsi apprezzare, anzi, l’esatto contrario. La sua punizione meritata avrebbe dovuto essere mostrata in tutta la sua straziante gloria senza eccessiva violenza.
Essendo un film adatto anche a un pubblico più piccolo, ovviamente non si pretendeva sangue a fiumi, ma proprio perché la scena prevedeva un calamaro gommoso e gigante pronto a vendicarsi su un personaggio odioso, dopo le agonie subite, si sarebbe potuto fare uno sforzo in più per rendere giustizia al grande attore leggendario in quel suo momento di gloriosa disfatta, usando anche una chiave comica, volendo.
I piccoli momenti rendono i film grandi
Molti si chiederanno: ok ma ai fini della storia sarebbe stato necessario? Ovviamente la risposta è no! I film diventano belli quando contengono piccoli momenti capaci di rivelarsi davvero memorabili per il pubblico, in alcuni casi è successo anche solo con una semplice, ma incisiva, battuta. Un esempio che viene subito alla mente è Yondu che esclama con orgoglio: “Sono Mary Poppins, gente!”.
Questo vale anche per tutti i momenti di liberazione catartica del pubblico quando vede un cattivo subire ciò che gli spetta in maniera spettacolare. Chi non ha provato un leggero senso di soddisfazione quando all’inizio di Avengers: Endgame Thor decapita in un attimo Thanos? Oppure quando in The Avengers quando Hulk prende Loki per un piede e inizia a farlo sbattere a destra e sinistra senza pausa fino allo sfinimento?
Onestamente, una morte grandiosa può essere efficace anche senza la catarsi, anzi potrebbe aggiungere un po’ di brio e grinta alla pellicola dando una scarica di adrenalina a chi in sala magari si sta anche appisolando. Per questo motivo non si trova quasi nulla che valga la pena di essere ricordato in Ant-Man and the Wasp: Quantumania, purtroppo il regista Peyton Reed non è stato all’altezza del compito che gli è stato assegnato (che poi magari è stato Kevin Feige a decidere che quel momento non sarebbe stato importante, non lo sapremo mai).
Quello che sembra scontato è che visti i lavori precedenti viene da chiedersi come avrebbero gestito quel momento più unico che raro altri registi quali James Gunn o Sam Raimi, i quali hanno dato qual tocco di umorismo dark capace di salvare la storia, quindi un voto di demerito a chi non ha colto la potenza di questi piccoli accorgimenti fondamentali.
In particolare Quantumania, più di qualsiasi altro film della Saga del Multiverso del MCU, sembra essere incasellato in un modello standard della Marvel, questo film avrebbe potuto metterci un po’ più di coraggio, oltre che una vena diabolica, considerando oltretutto che si trattava della sua terza uscita, quindi aveva la strada spianata per fare del suo meglio. Insomma, un Bill Murrey completamente sprecato.