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Sherlock e la realtà scientifica dietro il “palazzo mentale” | Tutti possono imparare questa tecnica

La serie BBC Sherlock è giunta alla fama per i suoi casi intricati e personaggi affascinanti, guidati dal duo Cumberbatch-Freeman. La tecnica mnemonica di Sherlock, il palazzo mentale, è reale e tutti possono apprenderla.

Modernizzare Sherlock Holmes

La serie creata da Steven Moffat e Mark Gatiss per la BBC ha avuto il compito non scontato di adattare non solo le storie di Arthur Conan Doyle, ma il personaggio di Sherlock Holmes stesso ad un contesto contemporaneo. Il detective più famoso del mondo passa infatti dall’XIX secolo alla Londra odierna.

Non basta di certo spostare la lancetta cronologica affinché tutto funzioni. Gli scrittori hanno modificato il carattere di Sherlock ed inventato un modo tutto suo in cui si relaziona agli elementi della modernità come la società, la tecnologia ed ovviamente il crimine. Per rendergli una caratterizzazione unica però, Sherlock si è affidato al “palazzo mentale”, una tecnica apparentemente sovrannaturale per ricordare e classificare qualsiasi dettaglio.

Il palazzo mentale esiste realmente?

La tecnica usata dallo Sherlock di Benedict Cumberbatch è visualizzata in diversi modi. A volte la vediamo come un brainstorming in cui l’ispettore seleziona o scarta gli elementi come fossero degli oggetti fisicamente presenti davanti a lui; altre volte vediamo Sherlock aggirarsi in stanze e luoghi astratti che conservano al loro interno quegli stessi elementi.

Ebbene, questa scelta stilistica di messa in scena è una reinterpretazione del vero palazzo mentale, chiamato “tecnica dei loci”, un trucco mnemonico realmente esistente e che consente di tenere al sicuro qualsiasi ricordo anche se recepito da poco. Quindi, anche se il palazzo mentale non funziona esattamente come in Sherlock, esso non è un’invenzione degli scrittori.

Come usare un vero palazzo mentale

La tecnica dei loci è una sorta di ricostruzione nel nostro cervello di un’ambiente. Per funzionare, dobbiamo conoscere bene quel luogo: ogni angolo, ogni oggetto e ogni stanza. Dopo averlo scelto e visualizzato, è necessario creare un percorso preciso attraverso questo luogo, fissando il punto di partenza e tutte le tappe. Queste sono i punti in cui andremo a posizionare, come se fossimo degli arredatori, le cose che vogliamo ricordare.

A quanto pare il palazzo mentale funziona al meglio per memorizzare liste di cose che non vogliamo dimenticare. In questo senso, la funzione di “mappa concettuale” utilizzata in Sherlock non deriva solo dal palazzo mentale ma anche dall’abilità del personaggio di collegare tutti gli elementi memorizzati.

Forse vi stupirà scoprire l’esistenza dei World Memory Championship, campionato di memoria in cui gli atleti si sfidano in delle prove per ricordare nel minor tempo possibile un numero enorme di elementi (numeri, carte, nomi e così via). Gli atleti utilizzano proprio la tecnica dei loci per archiviare tutti gli oggetti e competere al meglio; attualmente l’Italia vanta il campione in carica mondiale, Andrea Muzii.

Tutti gli atleti di questi campionati ribadiscono che non è necessario talento o intelligenza sopra la norma per sfruttare questo antico trucco, bensì poca pratica al giorno. È interessante scoprire l’ispirazione dietro un tratto caratteristico di questo Sherlock che amiamo.

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