Natale è un periodo in cui le tradizioni vanno rispettate e tra queste c’è ormai di sicuro la visione di Una Poltrona per due di John Landis. Un film che ormai rappresenta il cult natalizio per eccellenza in Italia ma che in verità tutto voleva essere tranne che un cult del periodo delle feste.
Una Poltrona per Due (Inside Traders) è una commedia degli equivoci, di fatto la prima a puntare sul tema dello scambio di persona e a rendere questo tipo di trama famosa. Una commedia degli equivoci scritta così bene che fa ciò che i film del genere dovrebbero saper fare: aiutarci a soprassedere sul fatto che quegli equivoci siano surreali e palesemente forzati.
Uno dei punti forti del film diretto da John Landis (Animale House, Il Principe cerca Moglie) è proprio nel suo essere una commedia riuscita e comicamente brillante, dove i momenti comici sono cuciti nel modo giusto e non sono mai sovraccaricati. Una commedia dai modi fini che non cerca mai la battuta facile o inutile.
Il film, che prende spunto dai racconti “Il Principe e il Povero” e “La Banconota da un Milione di Sterline” di Mark Twain, è però anche e molto di più che una semplice commedia. Il vero punto di forza del film di Landis, come d’altronde di molti altri suoi film, è quello di usare saggiamente il genere comico (e in questo caso anche l’atmosfera natalizia) per nascondere sotto al film molto di più.
Il vero senso della pellicola è infatti nascosto sotto gli abiti della commedia con una storia con i suoi momenti drammatici ma l’assicurato feel good moment finale. Il film è infatti una critica al sistema finanziario americano, al mondo del mercato e, in generale, a tutta quella fetta di società nata con la camicia.
Quest’ultima viene rappresentata dai fratelli Randolph Duke (Ralph Bellamy) e Mortimer Duke (Don Ameche), caricature del tipico riccone americano e capaci di scommettere e rovinare la vita delle persone per una scommessa da solo un dollaro. Il tema del classismo è così affrontato e messo a nudo mostrando come anche tra gli stessi ricchi vi sia una piramide sociale che classifica le persone in base a quanto denaro queste posseggano.
Una Poltrona per Due è più di un semplice film natalizio perché racconta della lotta al potere rappresentato dal denaro e dal valore che ne diamo. Lo scambio di ruoli tra i due protagonisti, con il ricco che diventa povero e il povero che diventa ricco, ci serve a ricordarci come la ricchezza sia passeggerà e preservarla sia una lotta continua uno contro l’altro.
Altri temi sono trattati nel film come quello del razzismo, riscontrabile nel modo in cui i due fratelli Duke trattano il senzatetto Billy, nonché nel modo in cui additano quest’ultimo. Altri tratti razzisti potrebbero essere riscontrati al giorno d’oggi nella scena in treno in cui sono messi in atto stereotipi di varie nazioni, ma con occhio più critico possiamo riscontrare come il film volesse già mettere a nudo le assurdità di molte di queste.
Il film tenta così una critica che però a conti fatti non va. Il motivo è da vedersi nel finale del film in cui, dopo che i fratelli Duke hanno perso tutta la loro fortuna, i protagonisti si ritrovano su una spiaggia paradisiaca tra belle ragazze, alcol e un maggiordomo per il maggiordomo.
Una scena che ha un chiaro intento di lieto fine ma che mostra come l’idea del raggiungere la ricchezza per avere finalmente una vita degna sia insita ormai profondamente nella società americana, incapace di distaccarsene e di provare a cercare un’altra via.
Protagonisti del film sono il povero senzatetto Billy Ray Valentine (Eddie Murphy) e il ricco broker Louis Winthorpe III (Dan Aykroyd) i quali, a causa della scommessa tra i due fratelli Duke, si ritroveranno a ruoli invertiti.
La scelta degli attori è riuscitissima. Aykroyd e Murphy, due dei comici più rappresentativi e importanti della storia del cinema americano, si rivelano una coppia comica azzeccata ma riescono ad essere convincenti anche nelle parti più serie e drammatiche.
Da segnalare anche Jamie Lee Curtis, qui nel suo primo ruolo al di fuori del genere horror e thriller, bravissima nel caratterizzare il personaggio della prostituta Ophelia.
La regia, affidata a John Landis, utilizza alla perfezione lo sfondo urbano delle due città del film ovvero Philadelphia prima e New York. L’ambiente della città, claustrofobico e sempre in movimento, riesce così a rendere al meglio i ritmi della città e di come questa macini continuamente le persone che vi abitano per produrre sempre più denaro.
A contrastare questo effetto abbiamo solo i salotti dell’alta società, sempre calmi e calorosi, quasi a rappresentare un altare da cui questi guardano dall’alto in basso la vita frenetica degli altri e da dove decidono il destino di questi.
A rimarcare ciò abbiamo anche le musiche, composte da Elmer Bernstein, che prediligono composizioni di grandi musicisti come, ad esempio, l’overture de Le Nozze di Figaro di Mozart, con una chiara allusione all’alta aristocrazia per il cui svago queste venivano composte.
Come abbiamo detto Una Poltrona per Due è un film natalizio che di natalizio ha solo lo sfondo. Il Natale è di fatto solo una mera scelta estetica e il tema delle feste non influisce mai sulla storia, per questo il film ha lo strano effetto di essere un film di Natale pur non essendolo e di non essere un film di Natale pur essendolo.
Un film insomma che è diventato un cult Natalizio più per abitudine che per intento ma che, nonostante questo, noi continueremo a vedere volentieri ogni Natale.
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