Il film è l’adattamento del romanzo omonimo di Honoré de Balzac, scritto nella prima metà del 1800 e dedicato a Victor Hugo. È la storia del giovane aspirante poeta Lucien De Rubempré durante la Restaurazione francese.
Honoré de Balzac è considerato il maestro del romanzo realista. Le sue opere dipingono con cura il contesto sociale della Francia della Restaurazione, quando Napoleone fu fatto abdicare a favore del ritorno della dinastia borbonica.
La premessa storica già crea uno scenario di divisione politica ed ideologica all’interno del quale si muove il protagonista della storia, Lucien.
Aspirante poeta dal cuore puro, Lucien (Benjamin Voisin) è figlio di un farmacista ma si ostina ad usare il nome da nubile di sua madre, de Rubempré. Ambisce a diventare un grande letterato e si trasferisce a Parigi assieme alla nobildonna Louise de Bergeton, con il quale ha una relazione illecita.
Il mondo nobile ha però poca sopportazione per un provinciale senza titoli né buone maniere, e Lucien si ritroverà presto abbandonato da Louise ed in balia di sé stesso. È solo la prima delle sue “illusioni perdute”.
In quell’epoca la Francia vedeva la nascita di un fenomeno inarrestabile: il giornalismo. I giornali si dividevano in schieramenti politici ed offrivano spazi pubblicitari al miglior offerente. Non a caso la sede de Le Corsaire, giornale liberale al quale si avvicina Lucien, si trova in un quartiere che pullula di prostituzione ed attira così clienti di tutti i tipi.
Lucien mette la sua penna da poeta al servizio della guerra giornalistica tra liberali e monarchici, uno scontro fatto di recensioni comprate, attacchi mirati e personali, gossip. Ironicamente, buona parte del successo dei romanzi di Balzac si deve proprio ai giornali, per la tendenza del tempo di venderli in allegato.
Lo spirito puro di Lucien si corrompe e presto verrà incoronato dai suoi colleghi come il migliore nell’affossare le opere altrui per il tornaconto del giornale. Egli rimarrà diviso fra la sua nuova vita e le ambizioni di un tempo, la letteratura e l’amore.
Questo conflitto esploderà quando Lucien incontra nuovamente Louise, la quale fa parte di quella parte di società che rigetta Napoleone e sostiene la monarchia. Al contempo, la stima letteraria per il rivale Raoul Nathan (Xavier Dolan) lo riavvicina alla poesia e all’arte.
Che un film venga tratta da un romanzo non garantisce nulla, ma Illusioni Perdute restituisce quel ritmo puramente letterario nell’avanzamento della storia, nel susseguirsi delle vincende, nella presentazione dei momenti e dei personaggi.
Basti pensare a Dauriat (Gérard Depardieu), colosso giornalistico che però non sa leggere, o a Singali, la quale professione è affossare o dare risalto alle rappresentazioni teatrali tramite fischi o applausi organizzati; personaggi che anche sullo schermo hanno un fascino – e una stranezza – tutto letterario.
Questo fattore, unito all’eleganza visiva di regia, fotografia e costumi, rende la visione piacevole come un pomeriggio di lettura. Ed il dramma di Lucien, che sogna qualcosa più grande di lui ma finisce per perdersi nel corso della vita, è qualcosa a cui possiamo sicuramente collegarci.
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