I Primi Ministri d’Inghilterra influenzano in ogni puntata le vite dei personaggi in The Crown. Il loro tempo di permanenza sullo schermo indica quanto fossero importanti (o meno) per la Regina.
Dopo una lunga attesa, è finalmente uscita la quinta stagione di The Crown e, per la seconda volta, il cast è stato sostituito. L’obiettivo, infatti, è ricreare i personaggi della famiglia reale di Windsor, mostrandoli in ogni fase della loro vita.
La quinta stagione si concentra sul periodo tra il 1991 e il 1997, coprendo eventi che hanno cambiato la storia della monarchia inglese. Tra questi, la separazione del principe Carlo e della principessa Diana, il Ruby Jubilee della regina Elisabetta e le premiership di due Primi Ministri.
In The Crown essi giocano un ruolo fondamentale: influenzano le vite dei personaggi che abitano la serie tv e permettono di orientarsi nel tempo della narrazione.
Ogni volta che avviene il primo incontro tra un Primo Ministro e la Regina, è un segnale che i tempi nel regno stanno per cambiare irrimediabilmente. Nel corso della sua lunga vita la Regina si è interfacciata con ben otto Primi Ministri.
Anche se The Crown non è ancora giunta al termine, la classifica dei PM in base al loro tempo di permanenza sullo schermo la dice lunga su chi è stato il più importante per il regno di Elizabeth fino al 1997.
Edward Heath, interpretato da Michael Maloney, è apparso sullo schermo solo per sette minuti durante la terza stagione. È il Primo Ministro eletto tra i due mandati di Harold Wilson. Proprio come nella vita reale il suo ruolo è stato oscurato da Wilson, così il suo tempo in The Crown è dimezzato per via della sua assenza.
Heath appare in tre episodi e la sua scena più notevole è quando tenta di deridere Wilson in faccia a Elizabeth. Tuttavia, è chiaramente inconsapevole che lei abbia una simpatia per Wilson, e il silenzio imbarazzante che segue riassume bene l’esperienza vissuta da Heath. Il suo mandato fu macchiato da disoccupazione e disordini civili, a cui non fu mai in grado di rispondere.
La quinta stagione di The Crown si conclude con l’elezione di Tony Blair alla premiership, che rappresenterà una figura centrale nella prossima stagione.
Blair è stato Primo Ministro per ben 10 anni, partecipando ad alcuni degli eventi più importanti in Gran Bretagna, che avranno sicuramente un posto di rilievo nella prossima stagione.
Blair, interpretato da Bertie Carvel, appare per soli sette minuti e mezzo sullo schermo, ma contando che si tratta solo di una puntata, assumono un importante significato.
Durante la sua apparizione nella serie tv targata Netflix prima nega la richiesta di finanziare la riparazione dello yacht della regina, poi si incontra in privato con il principe Carlo per parlare di modernizzazione della monarchia. Due incontri importanti per il regno che testimoniano quanto sia stato una figura centrale.
A seguito della crisi di Suez raccontata nella prima stagione, Harold Macmillan ha sfruttato il caos a suo vantaggio per prendere il controllo del partito e diventare Primo Ministro dopo Anthony Eden.
Le sue scene arrivano solo nella seconda stagione e il suo rapporto con Eden rispecchia quello instauratasi con Churchill, altro uomo dello stesso partito che fomenta il dissenso per l’attuale leadership.
Macmillan è un Primo Ministro davvero interessante. Simpatico e spiritoso, sembra sapere bene cosa significhi servire la Corona, e quindi tutto il paese.
Il suo tempo sullo schermo racconta più della sua difficile vita familiare, piuttosto che del suo rapporto con la Regina. Il suo ruolo serve a dimostrare che la regina Elisabetta sta maturando e sta diventando qualcuno a cui i PM guardano con attenzione.
Harold Wilson, interpretato da Jason Watkins nella terza stagione, è il primo Prime Minister del partito laburista che fa ingresso nella serie. Questo lo rende anche il primo a essere contrario alla monarchia.
Wilson è severo, ma giusto: nonostante sia stato più volte trascinato verso scelte sbagliate, è riuscito a mantenere il giusto atteggiamento e il buon senso per un compito più ampio.
Nella terza stagione Elizabeth Debicki viene presentata come la principessa Diana, per questo – nonostante Wilson sia stato una figura chiave nella storia inglese – il suo tempo sullo schermo viene ridotto.
Anthony Eden ha il vantaggio di essere presente in entrambe le stagioni 1 e 2 di The Crown. A lui è stato riservato un tempo sullo schermo significativamente maggiore di quanto ci si potrebbe aspettare da un Primo Ministro che non ha avuto molte interazioni con la Regina Elisabetta. Il vero conflitto di Eden, infatti, è con colui che lo sostituirà: Winston Churchill.
Interpretato da Jeremy Northam, prima combatte Churchill per il controllo del partito e alla fine lo toglie al leggendario Primo Ministro. La sua premiership è caratterizzata dalla volontà di uscire dall’ombra di Churchill che lo porta a fare scelte ostinate e imprudenti senza il coinvolgimento di Elizabeth.
John Major, interpretato da Jonny Lee Miller, è Primo Ministro per quasi tutta la quinta stagione di The Crown. Noto per essere stato un po’ noioso rispetto ai suoi predecessori, Major viene ricordato anche per la sua onestà e le sue maniere miti, che lo distanziano dal temperamento del suo predecessore, Margaret Thatcher.
Nella quinta stagione svolge ancora un ruolo chiave all’interno della famiglia reale e i suoi 70 minuti sullo schermo ne sono una testimonianza. In passato, la regina Elisabetta si riferiva ai suoi incontri con i PM come sessioni di terapia parziale, ma nella quinta stagione lui sembra essere il terapista della famiglia reale.
Alcuni componenti, infatti, in balia di scandali e tradimenti, si recavano spesso da lui per chiedere consigli: così, Major si trovava alla prese con un paese al decollo e un nucleo familiare deteriorato.
Margaret Thatcher si è rivelata una figura incredibilmente importante sia negli eventi storici che in quelli di The Crown. La serie tv ha seguito passo a passo la sua vita personale, restituendo al pubblico una piccola biografia di colei che veniva chiamata “The Iron Lady”.
La massiva presenza della Thatcher è giustificata dall’importanza che la sua figura ha avuto nella storia d’Inghilterra e nel processo di emancipazione femminile più in generale.
Fino a questo momento, le uniche donne con cui la regina Elisabetta doveva scontrarsi erano quelle della sua stessa famiglia.
Aveva imparato a interfacciarsi con uomini arroganti, ma la Thatcher ha rappresentato per lei una novità e allo stesso tempo una sfida a cui non era arrivata preparata: confrontarsi una donna della sua età, dedita interamente al dovere e al suo paese tanto quanto lei.
La loro rivalità che si trasforma in un riluttante rispetto rappresenta un momento importante e la scena della Regina che assegna a Thatcher l’Ordine al merito è incredibilmente commovente.
In qualità di primo Primo Ministro del regno della Regina Elisabetta II, era facile immaginare che Winston Churchill avrebbe avuto più tempo di permanenza sullo schermo di chiunque altro.
La pluripremiata interpretazione di John Lithgow racchiude bene tutta la forza, l’aura e la ferocia che hanno caratterizzato uno degli uomini più importanti della storia d’Inghilterra.
Elizabeth cresce nel suo ruolo di regina sotto l’occhio vigile ed esperto di Churchill, fino a superarlo nel momento in cui si rende conto che è arrivato a rispettarla non solo come pari, ma come sua Regina.
Churchill è l’ultimo residuo dell’Inghilterra prima del regno della regina Elisabetta e guardare la sua vita personale e professionale finire è come assistere alla nascita di una nuova era.
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