Arisa: “mi vergogno di quello che sono” un passato sconvolgente tra difficoltà, solitudine e perdono

Arisa commuove tutti con il monologo a Le Iene. La cantante di Sincerità rivela lati di lei inediti: tra difficoltà, solitudine e perdono. Ecco la rivelazione completa della professoressa di Amici.

Arisa

Arisa commuove tutti

I monologhi de Le Iene, si sa, colpiscono sempre molto i telespettatori e per gli artisti rappresentano un canale privilegiato per farsi conoscere meglio. Estremamente intimo e personale, quello fatto da Arisa nell’ultima puntata, ha davvero colto nel segno.

Le sue parole sono state macigni che hanno ben rappresentato tutte le difficoltà che la cantante ha dovuto superare durante la sua vita. Nessuno sapeva che avesse sofferto tanto, il monologo è stato davvero rivelatorio. Ecco cosa ha detto.

Le parole commoventi di Arisa hanno lasciato il segno, emozionando il pubblico. La professoressa di Amici si è raccontata in prima persona in tutte le sue fragilità. Il suo toccante monologo si è trasformato in un appello rivolto ai telespettatori, esortandoli a star bene con se stessi e a praticare l’arte del perdono.

Il monologo completo

Davanti alle telecamere e agli occhi di tutta Italia ha confessato momenti difficili della sua vita:

“Fino all’ultimo pensavo di non farcela ad essere qui, perché mi vergogno sempre un po’ di quello che sono e di quello che faccio. Mi sono chiesta: a chi interesserà di me, di quello che racconto o di quello che provo io? […]”. Questo l’incipit fatto da Arisa, da cui si è snodato un bellissimo ed emozionante monologo sulla propria interiorità.

arisa

Fin da bambina sono stata attratta da chi cerca di fare star bene gli altri. Sognavo di essere luminosa come Papa Giovanni Paolo II e di cantare canzoni come ‘Heal the world’ di Michael Jackson, che incita ognuno di noi a rendere il mondo un posto migliore per tutta la razza umana.

Quando mi dicevano che non ce l’avrei fatta io non rispondevo nulla, mi chiudevo in camera a pensare più forte, ad architettare la mia luce, e alla fine sono riuscita a brillare per davvero. E quando canto è sempre per la pace e per diffondere amore: mi piace che le persone si sentano accettate con la mia musica” – ha detto, raccontando il suo vissuto prima del successo arrivato con Sanremo.

Poi il momento del messaggio centrale, che ha fatto breccia nel cuore dell’opinione pubblica, stupita dalle vibranti parole di Arisa: “Essere buoni non è un precetto religioso o una roba da sfigati, ma una scelta consapevole. E la consapevolezza è la cosa più sexy che ci sia. Quando qualcuno mi fa del male, anche se una lacrima mi resta dentro, mi rifiuto di credere che sia fatto apposta, per vocazione.

Per questo allontano, ma non odio mai, mi chiedo sempre il perché prendendomi anche metà della colpa. Tutti noi, nel bene e nel male, siamo la conseguenza di qualcosa o di qualcuno, è la comprensione che fa la differenza“.

“Non sono una santa”

arisa

Con un pizzico di sana autocritica, Arisa ha ammesso di “non essere santa”, ma sicuramente una persona buona.

 “Io no, non sono certo una santa, ma conosco la sostanza del mio cuore, e sono certa di essere riuscita a diventare quello che volevo essere da bambina: una persona buona. Cercare sempre di agire per il bene, essendo orgogliosi di sé stessi, potrebbe essere la chiave per la felicità.

Non c’è un gene che ammala di depressione se non la coscienza di non fare tutto quello che è in nostro potere per vivere la vita migliore a cui possiamo aspirare. È un lavoro lungo, ma si fa. Se ci sono riuscita io puoi farlo anche tu. Siate buoni e felici”. 

A chiudere il monologo ci ha pensato la sua voce angelica, che ha interpretato l’intramontabile brano Heal the world di Michael Jackson.