Notte Bianca a Villa Medici: tra performance immersive e installazioni partecipative
Giovedì 17 novembre Villa Medici ha ospitato la Notte Bianca 2022 per celebrare il lavoro dei sedici borsisti, di una residente e di un’artista ospite dell’Accademia di Francia a Roma.
I giardini di Villa Medici sono rimasti aperti al pubblico fino a mezzanotte, per una passeggiata notturna attraverso gli spazi storici della villa e le istallazioni dei borsisti in residenza all’Accademia di Francia, l’occasione perfetta per conoscere gli artisti e i loro lavori.
I borsisti, di sei diverse nazionalità, rappresentano dieci discipline artistiche che per la Notte Bianca si sono concretizzate in installazioni, performance, concerti e proiezioni.
I pensionnaires vengono selezionati ogni anno attraverso un concorso aperto ad artisti, creatori e ricercatori francofoni, e hanno l’opportunità di trascorrere undici mesi presso Villa Medici, a partire da settembre, per una residenza di creazione, sperimentazione e ricerca.
La Notte Bianca, a cura di Saverio Verini, è un evento di benvenuto, un primo momento in cui i borsisti offrono un assaggio delle loro ricerche e del loro lavoro, proponendo interventi che dialogano con gli spazi e l’essenza della Villa.
Focus del percorso è proprio il dialogo tra patrimonio e creazione contemporanea. Ognuno dei pensionnaires, infatti, si è legato a un luogo specifico di Villa Medici: sotto la Loggia di Cleopatra, nel Grand Salon, tra i calchi dei Niobi di Firenze.
La prima istallazione che si incontra è presso la Loggia di Cleopatra. La statua che campeggia nella Loggia è quella della Venere Cnidia, la cui particolarità è la testa mancante. In occasione della serata, però, la testa è stata ricostruita tramite una scansione 3D grazie alla collaborazione tra la restauratrice Hortense de Corneillan e l’artista Mounir Ayache.
Nell’istallazione la statua si racconta, ripercorre la propria storia, in una parodia del modo di esprimersi degli influencer. È protetta da una parete che ricorda un guscio e che riprende delle decorazioni marocchine (paese di origine di Ayache) rilette in chiave contemporanea.
Persona è l’istallazione di Liv Shulman, artista visiva argentina: una proiezione in cui lei stessa appare sotto forma di avatar distorto, in una narrazione che mescola ossessioni personali e senso dell’umorismo, rappresentando un delirio che è proprio della società contemporanea.
Durante il suo anno a Villa Medici, inoltre, Schulman porterà avanti una ricerca sul teatro di Luigi Pirandello e sull’influenza che ha avuto su di lui la moglie Maria Antonietta Portulano, affetta da disturbi psichici.
Presso la Gipsoteca, la storica dell’arte e dell’architettura Ariane Varela Braga ha presentato la sua videoproiezione su una scultura di gesso, che è stata così ricoperta da una rete di marmi contemporanei provenienti dal Brasile, dall’India, dal Canada, rappresentando la circolazione delle merci nel mondo globalizzato.
La sua ricerca presso Villa Medici si concentra proprio sul marmo, e sulle questioni ideologiche, politiche, artistiche ed economiche che hanno portato all’identificazione di questo materiale come simbolo, anche controverso, dell’identità italiana.
La ricerca di Lorraine de Sagazan, regista teatrale, si focalizza sulle lacune della giustizia contemporanea e delle sue applicazioni, per indagare il modo in cui l’arte può essere parte di questa dinamica. Nella sua Camera delle pene, dunque, è stato possibile fermarsi per condividere storie di giustizia incompiuta.
Non solo arte e architettura: Zuri Camille de Souza è la prima chef accolta per una residenza culinaria a Villa Medici, e L’ora del tè è stato un suo dono al pubblico della Notta Bianca: un bouquet di erbe per tisane che i visitatori hanno potuto prendere liberamente, e che ricorda l’atmosfera e i profumi dei giardini di Villa Medici.
Les Fines Fleurs de Pasolini è un saggio filmico della storica dell’arte Marion Grébert ospitato nel Quadrato delle Vigne. L’opera indaga la posizione di rilievo che i fiori occupano nel cinema di Pasolini, in cui si caricano di un senso tragico spesso collegato al mito e alla storia.
Si tratta di un primo assaggio del più ampio lavoro di ricerca che Grébert porterà avanti in un saggio sulla cultura visiva italiana letta attraverso il motivo dei fiori, dagli affreschi delle ville romane fino, appunto, alle opere di Pasolini.
La ricercatrice Sarah Vanuxem ha realizzato un podcast in due atti che ripercorre la sentenza “Villa Borghese contro Roma”, con cui, nel 1887, fu riconosciuto ai cittadini romani il diritto di passeggiare liberamente all’interno del parco di Villa Borghese.
Partendo dal caso di Villa Borghese, Vanuxem si concentra sul movimento dei beni comuni in Italia e sulla limitazione delle libertà nell’età dell’Antropocene (l’epoca dell’essere umano che con le sue attività riesce a incidere sui processi geologici, l’epoca che stiamo vivendo ora).
Artista del lavoro è l’installazione-performance dello scrittore e artista visivo François Durif, che per tutta la durata dell’evento è rimasto seduto alla sua scrivania, con le spalle rivolte al pubblico, alle prese con attività legate alla sua pratica di artista e scrittore, mostrandosi nell’intimità del suo spazio di lavoro.
Il rapporto tra uomo, paesaggio naturale e contesto urbano è al centro della ricerca portata avanti dall’artista visiva Anna Solal, il cui progetto per la residenza a Villa Medici, intitolato Empire défaillant (“impero decadente”), prevede la realizzazione di una serie di opere-collage che fondono disegno e fotografia, sviluppate nel quadro temporale della Roma antica, della Roma fascista e della Roma odierna.
Imperia Bathroom, l’opera in mostra alla Notte Bianca, è stata un primo assaggio del progetto: un disegno brutalmente figurativo con elementi e materiali prelevati dalla realtà, con un punto di vista quasi claustrofobico per rappresentare l’isolamento dell’individuo nella società contemporanea.
La fotografa e videasta Yasmina Benabderrahmane ha presentato Excavare, film del 2014 in cui il soggetto sono delle mani che scavano in maniera quasi ossessiva intorno a un oggetto non del tutto identificabile, gesto che può essere letto come metafora dell’idea di ricerca.
Il progetto di Benabderrahmane per la residenza a Villa Medici si concentra sulla tradizione del carnevale e sul travestimento come trasgressione dei generi e dell’ordine imposto.
Heave è l’opera della compositrice Sivan Eldar, con ha visto la partecipazione di Eleonora Claps come voce solista, in cui voce e suono concorrono alla creazione di un’atmosfera indefinibile, mettendo in discussione i confini tra materia e forme in un lento processo di disgregazione.
La poetessa Laura Vazquez ha presentato in anteprima alcuni versi dell’opera a cui si sta dedicando, Le livre du large et du long, che sarà pubblicata nel 2023.
Infine, proprio nel centro del Piazzale di Villa Medici, è stata riproposta l’istallazione partecipativa dell’artista femminista messicana Mónica Mayer, dal titolo Lo stendino, a cura di Dorothée Dupuis e a cui hanno collaborato diverse artiste, tra cui le borsiste di Villa Medici.
Partendo da un gesto storicamente associato alla donna, l’azione di stendere il bucato, il pubblico è stato invitato ad appendere con una molletta un biglietto con su scritto esperienze legate alla violenza sulle donne.
Dopo l’edizione 2021, che ha riunito quasi 5.000 visitatori, anche l’edizione 2022 è stata un vero e proprio successo di pubblico, con migliaia di visitatori in fila già dal pomeriggio.
L’Accademia di Francia a Roma si riconferma una realtà di grande valore che permette agli artisti di studiare e operare al meglio, e al pubblico di conoscere le sue collezioni e il patrimonio architettonico e paesaggistico di Villa Medici.