Lucio Battisti pedinato dai servizi segreti: la Rai censura tutto, dopo anni il video
Lucio Battisti, uno dei più grandi della musica italiana, è il soggetto di un documentario molto controverso.
In occasione del suo 77esimo compleanno, nel 2020, sarebbe dovuto andare in onda un programma a lui dedicato. La Rai, però, lo ha escluso dal palinsesto. Ancora oggi non si hanno notizie. Il contenuto viene ora rivelato.
Nell’ormai lontano 5 marzo 2020 sarebbe dovuto essere trasmesso un documentario abbastanza controverso sul celebre cantante Lucio Battisti dal titolo “Insolito Battisti”. All’interno di questo film ci sarebbero alcune cose inedite sull’artista oltre che qualcosa di assolutamente scomodo che, con molta probabilità, la Rai avrebbe voluto censurare.
Tv Sorrisi e Canzoni è riuscito, grazie all’aiuto di Michele Bovi storico autore Rai, a ricostruire parti tematiche importanti del documentario e fare chiarezza su alcune questioni irrisolte.
Intanto, ci sarebbe un album sconosciuto che la famiglia non vuole rilasciare. In “Insolito Battisti”, film che ripercorre la carriera dell’artista, Roberto Gasparini direttore della casa discografica Bmg ha dichiarato: “esistono le canzoni, i provini realizzati nello studio professionale che Lucio aveva nella sua casa di Molteno. Lui però era un perfezionista, non volle neanche farci ascoltare quelle tracce musicali. Ci lasciammo a luglio con l’accordo che avrebbe realizzato il lavoro come al solito a Londra. Poco più di un mese dopo se ne andò per sempre”.
Il documentario tratta anche della stretta collaborazione tra Mogol e Lucio Battisti ma anche dei brani distribuito dopo il divorzio dal compositore milanese. Il primo vero sostenitore di Battisti è anche intervenuto in “Insolito Battisti” insieme a Franco Reale amministratore della Bmg che dichiara: “Il rapporto con noi discografici era tempestoso.
Lucio contestò persino il passaggio dal vecchio disco in vinile al cd. Capisco le battaglie di sua moglie, contraria a diffondere il repertorio tramite le moderne piattaforme digitali. Giusto o sbagliato, è quello che avrebbe voluto il marito”
Secondo alcune indiscrezioni si pensava che Lucio si fosse trasferito a Londra per paura di esser copiato e plagiato da alcuni suoi colleghi. L’editore Claudio Buja, però, a tal proposito ha affermato: “No. Lucio preferiva Londra perché riteneva gli inglesi più precisi” e ancora: “Diceva: là se si rompe una manopola dopo dieci minuti la sostituiscono. In Italia stai fermo un giorno. E lui era di una puntualità maniacale: quando s’impegnava a consegnare l’opera per una certa data, non sgarrava di un’ora”.
Una rivelazione, però, sarebbe venuta a galla solo ora e riguarda uno strano rapporto di Lucio con i servizi segreti italiani.
Lucio Battisti seguito dai servizi segreti?
Secondo alcuni intervistati come il giornalista Roberto Di Nunzio e lo scrittore Aldo Giannuli Lucio Battisti era spiato non solo dai suoi colleghi ma anche dai servizi segreti italiani. A quanto pare il cantante negli anni 70 aveva stretto contatti con gruppi di estrema destra sotto sorveglianza speciale dell’Esercito.
Nelle indagini sono stati coinvolti anche le autorità statunitensi che in occasione del trasferimento a Los Angeles di Lucio Battisti hanno voluto controllare il suo “livello di pericolosità”.
Si dice che è stato chiamato per consulenza Franco Migliacci, il paroliere della canzone italiana più amata dagli americani “Nel blu dipinto di blu” per testimoniare l’estraneità dell’artista ai fatti sopracitati.