Arte e Mostre

“Bosch e un altro Rinascimento”: la mostra sul grande artista fiammingo a Palazzo Reale di Milano

Bosch è noto in tutto il mondo per il suo linguaggio fatto di visioni oniriche e mondi curiosi, incendi, creature mostruose e figure fantastiche.
Milano, sotto la direzione artistica di Palazzo Reale e Castello Sforzesco, rende omaggio al grande genio fiammingo e alla sua fortuna nell’Europa meridionale.

Manifattura di Bruxelles Il carro di fieno (Tribolazioni della vita umana) 1550-1570 circa Arazzo Madrid, Patrimonio Nacional, Palacio Real © Patrimonio Nacional, Madrid

Un progetto espositivo inedito che presenta una tesi affascinante: Bosch, secondo i curatori, rappresenta l’emblema di un Rinascimento ‘alternativo’, lontano dal Rinascimento governato dal mito della classicità, ed è la prova dell’esistenza di una pluralità di Rinascimenti, con centri artistici diffusi in tutta Europa.

Aperta al pubblico fino al 12 marzo 2023, “Bosch e un altro Rinascimento” la mostra è promossa dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Castello Sforzesco e realizzata da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE con il sostegno di Gruppo Unipol, main sponsor del progetto.

Tre i curatori: Bernard Aikema, già professore di Storia dell’Arte Moderna presso l’Università di Verona, Fernando Checa Cremades, professore di Storia dell’Arte all’Università Complutense di Madrid e già direttore del Museo del Prado e Claudio Salsi, direttore Castello Sforzesco, Musei Archeologici e Musei Storici e docente di storia dell’incisione presso l’Università Cattolica di Milano.

Il percorso espositivo presenta un centinaio di opere d’arte tra dipinti, sculture, arazzi, incisioni, bronzetti e volumi antichi, inclusi una trentina di oggetti rari e preziosi provenienti da wunderkammern.

In questo ricchissimo corpus spiccano alcuni dei più celebri capolavori di Bosch e opere derivate da soggetti del Maestro – mai presentate insieme prima d’ora in un’unica mostra. Jheronimus Bosch (1453 – 1516) è infatti autore di pochissime opere universalmente a lui attribuite e conservate nei musei di tutto il mondo.

Proprio perché così rari e preziosi, difficilmente i capolavori di questo artista lasciano i musei cui appartengono, e ancora più raramente si ha la possibilità di vederli riuniti in un’unica esposizione. Proprio per la fragilità e la peculiarità dello stato di conservazione, alcune opere dovranno rientrare nelle loro sedi museali prima della chiusura della mostra.

Si tratta delle due opere del Museo Lázaro Galdiano di Madrid (“Meditazioni di san Giovanni Battista” e “La Visione di Tundalo”) che potranno essere visitate dal pubblico fino al 12 febbraio e delle due opere prestate dalle Gallerie degli Uffizi (l’arazzo “Assalto a un elefante turrito” e “Scena con elefante”) che rimarranno in mostra fino al 29 gennaio.

L’esposizione di Palazzo Reale mette in dialogo capolavori tradizionalmente attribuiti al Maestro con importanti opere di altri maestri fiamminghi, italiani e spagnoli, in un confronto che ha l’intento di spiegare al visitatore quanto l’‘altro’ Rinascimento – non solo italiano e non solo boschiano – negli anni coevi o immediatamente successivi influenzerà grandi artisti come Tiziano, Raffaello, Gerolamo Savoldo, Dosso Dossi, El Greco e molti altri.

Jheronimus Bosch Le tentazioni di sant’Antonio 1500-1525 circa Olio su tavola Madrid, Museo Nacional del Prado © Foto MNP/Foto Scala, Firenze

Attraverso un lavoro di ricerca durato cinque anni, la mobilitazione di una rete di cooperazione culturale internazionale tra governi, ambasciate, musei, istituti culturali e collezionisti, è nata una mostra unica per la potenza del racconto di un’intera epoca artistica e per l’importanza e la varietà dei confronti presenti in mostra.

Grazie alla collaborazione tra istituzioni italiane, in particolare dell’Ambasciata d’Italia in Portogallo, ma anche dell’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona con il Museu Nacional de Arte Antiga, a Palazzo Reale con “Bosch e un altro Rinascimento” sarà possibile ammirare il monumentale “Trittico delle Tentazioni di Sant’Antonio”, opera che ha lasciato il Portogallo solo un paio di volte nel corso del Novecento e giunge ora in Italia. Al Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona viene prestata in cambio la ‘nostra’ “Pala Trivulzio” (nota anche come “Madonna in gloria e Santi”) di Andrea Mantegna, che fa parte delle Raccolte artistiche del
Castello Sforzesco.

Altro importante prestito, frutto di uno scambio con la città di Bruges, è l’opera monumentale del Maestro, proveniente dal Groeningemuseum di Bruges, il “Trittico del Giudizio Finale”, che originariamente faceva parte della collezione del cardinale veneziano Marino Grimani. Fondamentali per il progetto espositivo il prestito del Museo del Prado dell’opera di Bosch, “Le tentazioni di Sant’Antonio”, e i capolavori del Museo Lázaro Galdiano, che ha concesso la preziosa tavola del Maestro “San Giovanni Battista”.

E ancora, sempre di Bosch, il “Trittico degli Eremiti” delle Gallerie dell’Academia di Venezia, proveniente dalla collezione del cardinale Domenico Grimani, collezionista fra i più importanti del suo tempo e tra i pochissimi proprietari delle opere di Bosch in Italia.

Bosch: la sua visione e il percorso espositivo

Il percorso “Bosch e un altro Rinascimento” si propone di illustrare lo strepitoso successo del linguaggio artistico di Jheronimus Bosch nell’Europa meridionale e addirittura oltre oceano, nel periodo compreso tra il Cinquecento e gli inizi del Seicento, con particolare riferimento alle tendenze del collezionismo dell’epoca, soprattutto in Italia e in Spagna.

Jacob Van Swanenburg Le tentazioni di sant’Antonio – particolare 1595-1605 circa Olio su pietra Collezione privata © Kunstkammer Georg Laue, Monaco di Baviera

Potremmo affermare che il linguaggio boschiano, nei decenni successivi alla morte del Maestro, stava alla base di un’operazione imprenditoriale senza precedenti a
livello europeo. In effetti la fortuna del linguaggio boschiano è all’origine di un vero e proprio ‘Rinascimento alternativo’, che risulta poco riconosciuto anche nella letteratura specialistica.

La magia e il sogno, con la loro natura imprevedibile e non dominata dalla razionalità, sembrano l’esito di una visione ‘in trasparenza’ della realtà quotidiana, che mette a nudo le inquietudini, le ossessioni e la natura contraddittoria dell’uomo e della società: un clima culturale che troviamo ampiamente diffuso alla vigilia di quelle svolte epocali che sarebbero state la Riforma prima e la Controriforma poi.

Queste categorie figurative sono anche l’occasione per indagare le profondità del mondo interiore e le sue incongruenze e renderle oggetto di riflessioni apprezzate presso ambienti colti e curiosi e tra un pubblico non estraneo a propositi marcatamente morali.

Le composizioni religiose e profane di Bosch sono anche dominate dal concetto di complessità del reale che, nella sua estremizzazione si popola di figure scomposte, di situazioni paradossali e illogiche, di esseri destrutturati, mostruosi e crudeli, ma anche di figure purissime di giovani ignudi che popolano la terra senza pudori: insomma un mondo capovolto.

Jheronimus Bosch San Giovanni Battista 1495 circa Olio su tavola Madrid, Museo Lázaro Galdiano © Museo Lázaro Galdiano, Madrid

In questo universo la tentazione e l’errore sono sempre in agguato, pronti a rovinare l’uomo. L’uomo del Cinquecento era consapevole che le opere d’arte portavano
messaggi simbolici che andavano interpretati in senso educativo e formativo e pensiamo che in questa dimensione accogliessero e apprezzassero questi soggetti con particolare favore.

Il cosiddetto ‘mondo delle grottesche’ è l’altra faccia della stessa medaglia del fantastico in Bosch.
La moda dell’arte ‘alla Bosch’ rimanda infatti a un interesse già affermato per le “mostruosità” e il “grottesco”, che apparve in maniera dirompente alla fine del Quattrocento in Toscana e in Italia settentrionale, ma anche nella moda delle grottesche all’antica, che si diffuse nei primi anni del Cinquecento in Italia, Spagna e Francia.

Alla fine del percorso “Bosch e un altro Rinascimento” un’opera audiovisiva di Karmachina, “Tríptiko. A vision inspired by Hieronymus Bosch”, con musiche di Fernweh, mette in scena un viaggio attraverso il mondo onirico del pittore fiammingo.

L’opera alterna momenti più figurativi, dove è maggiormente evidente il rimando alle tavole di Bosch, ad altri più astratti, che evocano liberamente la natura visionaria e ‘lisergica’ dell’opera del maestro. I dipinti sono riportati in vita grazie all’utilizzo delle più innovative tecnologie: le opere pittoriche, rielaborate attraverso tecniche di animazione digitale, partecipano così alla costruzione di un racconto immersivo, suggestivo e ammaliante.

INFO

SEDE ESPOSITIVA Palazzo Reale, Piazza del Duomo 12, Milano
APERTURA Dal 9 novembre 2022 al 12 marzo 2023
GIORNI, ORARI E MODALITÀ DI ACCESSO martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10-19:30; giovedì 10-22:30; lunedì chiuso.

BIGLIETTI Intero € 15,00 | Ridotto € 13,00 | Audioguida inclusa

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
palazzorealemilano.it | www.mostrabosch.it | ticket24ore.it|+39 02 54912

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