Jeffrey Dahmer: la vera storia del cannibale di Milwaukee anno per anno
Dahmer è la nuova serie tv che sta scalando le classifiche di Netflix. Da settimane la vediamo tra le prime posizioni, nonostante racconti di una storia macabra e difficile da digerire.
Il drama esplora la vita di uno dei più noti serial killer americani, Jeffrey Dahmer, conosciuto anche come il cannibale di Milwaukee. Ma quanto c’è di vero nella serie tv Netflix?
597: è il numero di anni di carcere inflitti a Jeffrey Dahmer per aver massacrato, stuprato, ucciso e mangiato 17 uomini – di cui un minorenne – tra il 1978 e il 1991. Ci sono voluti 14 anni prima che la polizia credesse a una delle sue vittime per poi arrestarlo.
1959 – Lionel e Joyce Dahmer hanno un figlio
Joyce Dahmer rimane incinta di Jeffrey nel 1959, lo stesso anno in cui alla donna vengono rivelate varie condizioni di salute mentale per le quali era necessario assumere farmaci. Fin da subito suo marito si accorge dell’abuso che la donna faceva delle medicine, e si preoccupa per la salute del feto.
Nessuno sa con certezza se i farmaci abbiano avuto conseguenze letali sullo sviluppo cognitivo del neonato, e se questi abbiano in qualche modo contribuito a plasmare la personalità di Dahmer, comprese le sue perversioni. Il padre di Jeffrey, infatti, si è rifiutato di far studiare il cervello del figlio dopo la sua morte.
1966 – La tassidermia lega Lionel e Jeffrey
Come si vede nella serie tv Netflix, a fare da collante nel rapporto padre e figlio è la tassidermia, ossia la passione di smembrare animali morti e studiarne gli organi.
A sei anni Jeffrey torna a casa e scopre che la madre ha tentato il suicidio. I genitori vivono un rapporto in profonda crisi da anni ormai, e litigano spesso davanti a lui e al fratello minore.
Per distrarsi, Jeffrey cattura alcuni girini e in seguito li uccide versando olio per motori nel loro vaso. Quando lui e il padre trovano un opossum morto sotto casa, Jeffrey si mostra molto curioso e interessato a conoscere meglio il corpo dell’animale deceduto. In quel momento, esprime per la prima volta il desiderio di sezionarlo.
Quello che doveva essere solo un passatempo tra padre e figlio diventerà la più grande ossessione compulsiva di Jeffrey che lo spingerà negli anni ad uccidere 17 uomini per utilizzare i loro corpi a suo piacimento.
1977 – Il divorzio tra Lionel e Joyce
Il matrimonio tra Lionel e Joyce raggiunge definitivamente il capolinea nel 1977. Proprio durante quegli anni Jeffrey esplora la sua sessualità e scopre di essere omosessuale. I suoi strani interessi lo portano ad essere escluso a scuola, soprattutto dai compagni di classe, che lo definiscono “strano”.
Durante la prima adolescenza Jeffrey tenta il primo omicidio, che non porterà mai a termine: il cannibale di Milwaukee fantastica di far perdere i sensi a un uomo che fa jogging in zona e di aggredirlo sessualmente, si nasconde dietro alcuni cespugli per ucciderlo, ma cambia idea all’ultimo secondo.
1978 – Jeffrey commette il suo primo omicidio
A seguito del divorzio, Lionel si trasferisce e Jeffrey da rimane solo a casa per diversi mesi. Durante quei giorni di solitudine, sviluppa un problema di alcolismo che negli anni si farà sempre più grave.
Nel 1978 Dahmer commette il suo primo omicidio, che vede come vittima un giovane autostoppista di nome Steven Hicks.
Jeffrey gli promette un passaggio per andare al concerto in città, ma prima lo convince a fermarsi a casa sua. Ucciderà Steven colpendolo con un attrezzo da palestra per poi strangolandolo. Come mostra la serie tv, Jeffrey fa a pezzi il corpo di Steven e ne disperde i resti nella proprietà dei suoi genitori.
Poco tempo dopo, Lionel torna a casa per far conoscere al figlio la sua nuova compagna Shari e decide di iscrivere Jeffrey alla Ohio State University, dove – anche lì – farà fatica ad integrarsi. Infatti, l’alcolismo lo porterà ad abbandonare presto gli studi.
1979 – Jeffrey entra nell’esercito
Nel 1979, sotto consiglio del padre, Jeffrey si unisce al corpo militare statunitense. Durante l’esperienza nell’esercito Jeffrey si specializza come medico specialista, un ruolo che gli permetterà di prendere confidenza con i tranquillanti che utilizzerà in seguito per uccidere le sue vittime e abusare di loro.
1981 – Jeffrey si trasferisce a casa della nonna
A causa dell’alcolismo, Jeffrey viene congedato con onore dall’esercito, motivo per cui si trasferisce a Miami, dove trova lavoro in una gastronomia come macellaio.
L’abuso di alcol resta una costante nella vita di Jeffrey, che presto finisce tutti i suoi risparmi ed è costretto a chiedere aiuto al padre.
Come racconta la serie tv di Netflix, Jeffrey Dahmer vivrà per diversi anni a casa della nonna che – come la sua vicina – nutre dei sospetti e sente degli strani odori durante tutta la sua permanenza. Anche l’episodio del manichino rubato da un negozio di abbigliamento è del tutto vera. All’inizio del 1982 Jeffrey viene arrestato per atti osceni al Wisconsin State Fair Park.
1987 – Dahmer uccide tre uomini a casa della nonna
Alla fine degli anni 80 Jeffrey inizia a drogare e aggredire uomini gay in un bagno di Milwaukee, ma dopo che uno di loro ha rischiato di morire per overdose, Jeff viene messo nella lista nera del proprietario.
Nel novembre 1987, uccide la sua seconda vittima, Steven Toumi, nel lussuoso Ambassador Hotel della città. Il corpo dell’uomo verrà trasportato fuori dall’hotel in una grande valigia dallo stesso Jeffrey, senza destare alcun sospetto.
La serie tv mostra Jeffrey che partecipa al funerale di un ragazzo di 18 anni di nome Daniel Ciczek. In seguito torna alla tomba del defunto e tenta – senza successo – di dissotterrare la bara. Anche questo fatto, purtroppo, corrisponde a realtà.
Dal 1987 in poi, Jeff droga e uccide abitualmente persone nella casa della nonna, che sospetta qualcosa di brutto per via degli odori. Tuttavia, la donna era molto anziana e piuttosto distratta dalla omosessualità del nipote, che non approfondirà mai la questione degli odori.
Jeffrey uccide le sue vittime nel seminterrato per poi buttare i resti nella spazzatura. Nelle sue innumerevoli confessioni ha ammesso di aver fatto esperimenti con i corpi delle vittime, bollendo alcune parti e immergendone altre nell’acido. A casa della nonna Jeffrey uccide tre uomini: Richard Guerrero, Anthony Sears e James Doxtator.
Un uomo di nome Ronald Flowers riesce a sfuggire dalle grinfie di Jeffrey che, lo droga con il caffè, senza riuscire ad ucciderlo perché viene interrotto dalla nonna.
Dopo il suo coinvolgimento nella storia di Jeffrey Dahmer, Ronald è apparso in un documentario sulla sua esperienza, affermando che se non fosse stato per Catherine, sarebbe sicuramente morto.
Come mostrato nella serie, Jeffrey sotto obbligo della nonna abbandona Ronald su un autobus e lui finisce in ospedale. L’uomo – come altri testimoni – si rivolge alla polizia, che però non prenderà mai provvedimenti contro Dahmer, che oltre a negare le accuse, secondo l’opinione della polizia era un buon cittadino.
Durante questo periodo, Jeffrey aggredisce sessualmente Somsack Sinthasomphone, motivo per cui viene condannato a un anno di prigione. Tuttavia, il giudice si mostra sprezzante nei confronti della famiglia laotiana e regala a Jeff una “seconda possibilità”.
1991 – L’arresto di Jeffrey Dahmer
Dopo 13 anni di omicidi, Jeffrey Dahmer viene arrestato dalla polizia di Milwaukee, la stessa che non ha mai creduto alle confessioni degli uomini sfuggiti dal serial killer. Ma come avviene l’arresto?
Nel maggio 1990 Jeffrey si trasferisce al 924 di North 25th Street, nell’appartamento numero 213. Durante questo periodo, Dahmer uccide almeno altre 11 vittime.
La maggior parte di questi uomini erano di colore e le loro sparizioni erano puntualmente ignorate dalla polizia di Milwaukee, perché considerati appartenenti a “classi di minoranza”. La serie di Netflix ha cambiato e omesso parti di questo frangente di vita, escludendo molte delle vittime uccise nell’appartamento di Dahmer.
Dopo un incontro casuale fuori da un negozio di liquori, Jeffrey attira nel suo appartamento il quattordicenne Konerak Sinthasomphone, fratello minore della sua precedente vittima, offrendogli del denaro per posare per delle foto. Droga il ragazzo e, nel tentativo di trasformarlo in uno zombie compiacente, tenta di lobotomizzarlo con un trapano elettrico.
Konerak si sveglia e, semicosciente, tenta la fuga. Nonostante l’incontro con i vicini e il controllo della polizia, il ragazzo minorenne viene restituito a Jeffrey, che si presenta alle forze dell’ordine come il suo ragazzo.
La polizia ignora la richiesta di Glenda Cleveland, vicina di casa, di verificare l’età del ragazzo e non perquisisce a fondo l’appartamento. Questa decisione sarà letale perché permetterà a Jeffrey di uccidere il ragazzo.
Nonostante la sospensione dei poliziotti, avvenuta per volere della comunità, gli agenti di polizia che hanno restituito la vittima di Dahmer sono stati reintegrati e risarciti degli stipendi che non avevano percepito durante il periodo di sospensione.
The Jeffrey Damher Story dedica un tempo considerevole alla presentazione dell’aspirante modello Tony Hughes, il ragazzo sordo. Jeffrey fa amicizia con Tony dopo averlo incontrato al Club 219 e, dopo aver trascorso un po’ di tempo insieme, lo uccide nel suo appartamento. La famiglia di Tony si adopera per cercarlo, dopo che la polizia non è riuscita a fornire l’aiuto sufficiente.
Nel frattempo, Glenda Cleveland denuncia ripetutamente alla polizia e al suo proprietario del condominio i rumori e gli odori sospetti provenienti dall’appartamento di Jeffrey. Nonostante le numerose denunce e segnalazioni, nessuno si presenterà mai nell’edificio per fare un controllo. Le segnalazioni dei condomini, però, hanno successo, costringendo il proprietario a dare lo sfratto al serial killer.
Tracy Edwards è l’ultima quasi vittima di Jeff, grazie al quale Dahmer verrà arrestato. I due si sono incontrati al Club 219 e Jeffrey l’ha portato a casa promettendogli delle foto pagate. Tracy riesce a fuggire dall’appartamento e avverte la polizia che, dopo una lunga perquisizione ha arrestato finalmente Dahmer.
Lo show di Netflix mostra poi la polizia interrogare Jeffrey, che si dimostra molto collaborativo e dice loro dove possono trovare i resti di molte delle sue vittime. Questo tipo di colloqui, come quelli tra Ted Bundy e Bill Hagmaier, costituiscono spesso la spina dorsale di film e serie sui crimini veri. In Ohio una squadra forense scopre i resti di Steven Hicks nella casa della famiglia Dahmer.
Nell’agosto 1991, il reverendo Jesse Jackson si reca a Milwaukee per incontrare la comunità nera locale e capire quanto la discriminazione abbia avuto un ruolo nei ripetuti fallimenti della polizia di Milwaukee.
1992 – Il processo e la condanna di Jeffrey
La giuria respinge la richiesta di infermità mentale della difesa, assicurando che Jeff finirà in prigione. Durante il processo le famiglie colpite rilasciano commoventi dichiarazioni sulle vittime, sottolineando tutta il dolore che Jeffrey aveva inflitto alle famiglie delle vittime. Dahmer viene condannato a 15 ergastoli consecutivi. Gli Oxford Apartments, dove sono avvenuti molti degli omicidi, vengono demoliti.
1994 – Christopher Scarver uccide Jeffrey
Nonostante i crimini commessi, mentre era in prigione Jeff riceveva regolarmente lettere di ammiratori e denaro. Il serial killer inizia a godere della sua nuova fama al di là delle sbarre, schernendo gli altri detenuti con bacchette di pollo e ketchup.
Il suo assassino, di nome Christopher Scarver, disgustato da questo comportamento, fa ricerche sui suoi crimini nella biblioteca della prigione. Dopo aver letto le mostruosità commesse, Scarver sente dentro di sé di avere il compito di uccidere Jeffrey Dahmer, e così farà. Nelle sue confessioni, Christopher Scarver giustifica l’omicidio di Dahmer, affermando che gli era stato ordinato da Dio.
Prima di lui, un altro detenuto aveva tentato di tagliargli la gola durante la lezione di coro, ma non era riuscito a ucciderlo.
La famiglia Dahmer è stata per anni al centro dell’attenzione dei media locali e non solo. Dopo l’arresto del figlio, Lionel pubblica un libro intitolato “A Father’s Story”, che non riscuoterà gran successo.
Le famiglie delle vittime cercano giustizia legalmente: Shirley Hughes guida un gruppo nell’intentare una causa civile contro i Dahmer per impedire loro di trarre profitto dalle morti.
Il magnate immobiliare locale Joseph Zilber acquista tutti gli oggetti di Jeffrey e li brucia per evitare che vengano acquistati e venduti come oggetti da collezione.
La serie Netflix mostra come Jeff si interessi all’idea del perdono divino e decida di farsi battezzare. La cerimonia si svolge lo stesso giorno in cui il collega serial killer John Wayne Gacy viene giustiziato.
Mentre pulisce una palestra, Christopher Scarver picchia Jeffrey a morte con un attrezzo da palestra. Nel successivo procedimento, Joyce e Lionel vanno in tribunale per decidere cosa fare del cervello di Jeffrey.
La mamma Joyce spera che il cervello possa essere studiato per determinare cosa c’era di sbagliato in Jeffrey, mentre Lionel vuole che venga cremato con il resto di lui. La serie tv e la vicenda legale si concludono con un giudice che, nello spirito di voltare pagina, ordina di cremare il cervello di Jeffery Dahmer.