Serie TV

The Watcher, Ryan Murphy sbaraglia la concorrenza (e se stesso) con un giallo di sette ore incentrato sul nulla cosmico. Recensione

Jennifer Coolidge, Bobby Cannavale, Naomi Watts e Mia Farrow sono fenomenali nell’ultima serie true-crime targata Netflix. Tuttavia, niente può salvarla dall’essere totalmente superflua.

A questo punto della sua carriera, Ryan Murphy può vantare una duplice andatura nel suo lavoro: le storie legate alla realtà (Feud, Halston, American Crime Story, Dahmer – Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer) e l’horror (Ratched, American Horror Story). Si può quindi immaginare la gioia assoluta che deve aver provato quando per la prima volta ha letto un articolo del 2018 dedicato a una storia reale talmente inquietante da sembrare un horror. Per Murphy Natale era arrivato in anticipo.

Nell’articolo si raccontava dei Broaddus, una famiglia normalissima che decide di acquistare una casa, ma non una qualunque, è quella dei loro sogni che si trova a Westfield, nel New Jersey, ben presto si ritrovano a essere tormentati da inquietanti lettere di uno sconosciuto mittente (che si firma “L’Osservatore”) il quale informa la famiglia che ogni loro mossa viene sorvegliata.

Le lettere, piene di frasi volutamente inquietanti (“Io sono responsabile del 657 Boulevard. Resisterò ai suoi cattivi comportamenti e aspetterò che torni a essere buono. Non mi punirà. Risorgerò”) sembravano essere un tentativo per spaventare la famiglia e indurla a lasciare la zona. Il che, bisogna ammetterlo, è automaticamente un colpo di fortuna per Murphy. Una storia realmente accaduta che si presenta come un romanzo dell’orrore sovraccarico di tensione. Deve aver aspettato questo momento per tutta la vita. 

Come ci si potrebbe aspettare, la nuova serie di Netflix The Watcher è una visione fortemente Murphyista, il regista ha co-creato la serie, ha co-scritto tutti gli episodi tranne uno e ha avuto anche il tempo di dirigerne un paio. Per chi ama le sue opere, questa serie è l’ideale. Se invece non fa per voi, per lo meno è meglio di quella storia tremenda dedicata a Jeffrey Dahmer, tanto che infatti The Watcher ha soppiantato la sua prima posizione che ormai era salda da settimane.

Questo lavoro si potrebbe classificare nella fascia medio-alta dei suoi lavori, tra l’altro si avverte una sensazione sorniona, ovvero che Murphy e i suoi collaboratori sappiano quanto sia sciocco il materiale di partenza. Pur non scendendo mai completamente nella parodia, ci sono dei momenti che (spero intenzionalmente) sfiorano i livelli alla Mel Brooks.

Questo è il tipo di serie che vuole davvero dimostrare agli spettatori che dietro la terrificante spedizione di lettere potrebbe esserci chiunque, e lo fa trasformando il cast secondario in una parata di caricature di personaggi antipatici, cattivi e viscidi. Abbiamo strani vicini vestiti in modo identico, non manca ovviamente una coppia di storici locali che assomigliano ai soggetti di American Gothic dopo decenni di trascuratezza.

È inoltre sorprendente che la casa dei Broaddus non sia affatto una residenza attraente, dall’esterno sembra la McMansion di Tony Soprano, mentre l’interno è pieno di stanze segrete, tunnel nascosti e pianoforti che sembrano suonare da soli. Qualsiasi famiglia ragionevole trascorrerebbe meno di un microsecondo in questo luogo prima di avere i brividi e scappare a gambe levate.

Per lo meno, il cast è assolutamente pazzesco. La famiglia Broaddus è composta da Bobby Cannavale, Naomi Watts e dai loro fotogenici figli in tenera età. I vicini sono interpretati da Margo Martindale, Richard Kind e Mia Farrow. Noma Dumezweni è un investigatore privato, Jennifer Coolidge è un’agente immobiliare e, immancabilmente, tutti hanno la possibilità di fare la cosa che sanno fare meglio.

La Farrow è tormentata e inquietante, la Watts è fragile e paranoica, la Coolidge sembra essere arrivata sul set dopo essersi accidentalmente preparata per una serie completamente diversa da tutte le altre. È proprio grazie a questo cast che The Watcher si tiene insieme.

Se si toglie il talento fenomenale della recitazione e alcune delle decisioni più stravaganti prese per rendere più avvincente il materiale di partenza, ciò che rimane è un giallo di sette ore con protagonista una macchina da scrivere, Cannavale diventa matto con le buste per quasi un’intera giornata lavorativa.

The Watcher è un mondo lontano dalle serie originali audaci e rivoluzionarie che Netflix era solita inventare dal nulla. In alcuni momenti, ha la spiacevole atmosfera di un dramma televisivo che viene trasmesso con scarso interesse su un televisore posto al di sopra di un tapis roulant di una palestra economica.

Ma come ha già dimostrato è diventato ben presto un successo, c’è da dire che è proprio per questo che Murphy viene pagato profumatamente, tuttavia il suo contenuto rimane davvero scarso. La domanda quindi è: il pubblico si sta davvero appassionando alla serie The Watcher o il fascino deriva tutto dal nome del regista?

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