Mr. Harrigan’s Phone, il mistero irrisolto dietro il Signor Harrigan. Recensione
Mr. Harrigan’s Phone è il nuovo film di John Lee Hancock, che adatta uno dei racconti contenuti nell’antologia Se scorre il sangue di Stephen King.
Il film rispetta fedelmente la trama del romanzo: il protagonista è Craig (Jaeden Martell) che racconta, con voce fuori campo, la sua storia, da quando era un ragazzino di nove anni che viveva ad Harlow nel Maine, dove frequentava la Chiesa metodista.
Qui, un giorno, mentre Craig era intento nella lettura, appare il signor John Harrigan (Donald Sutherland), membro della chiesa, il quale osserva il ragazzo e chiede al padre il permesso di assumerlo per leggere a casa sua dei romanzi. Il signor Harrigan si rivela un facoltoso finanziere in pensione, che ha scelto di trascorrere la vecchiaia in un posto quieto e tranquillo come Harlow.
In cambio delle letture, Craig riceve dal signor Harrigan 5 dollari a settimana e un gratta e vinci all’anno, di cui suo padre non risulta molto entusiasta. In questo punto il film interseca nella trama il periodo in cui Craig ormai adolescente inizia a frequentare la scuola fuori dalla cittadina, in un contesto più grande dove solo i ragazzi resi popolari dal possedimento di un iPhone, vivono felici, gli altri sono declassati o bullizzati.
Craig viene infatti preso di mira dal bullo Kenny Yanko (Cyrus Arnold), che gli intima di lucidargli le scarpe. Così il giovane Craig cerca consiglio nel signor Harrigan, che lo persuade a mostrarsi più forte dell’altro. La notte di Natale Craig riceve due regali: l’iPhone da parte del padre, e il solito biglietto di gratta e vinci che il signor Harrigan confessa di regalare “solo ai propri amici”.
Questa volta il biglietto risulta vincente, e Craig si ritrova a ricevere 3.000 dollari, con parte dei quali decide di comprare un telefono anche per il signor Harrigan. Il vecchio inizialmente rifiuta di accettarlo, ma dopo aver scoperto quanto velocemente può ottenere i suoi popolari prezzi delle azioni attuali ne rimane entusiasta.
Poco tempo dopo Harrigan muore improvvisamente, lasciando a Craig 100.000 dollari per finanziare i suoi studi universitari. Durante il funerale Craig infila segretamente in tasca del signor Harrigan l’iPhone che gli aveva regalato. Tornato a casa, il ragazzo manda un messaggio disperato al signor Harrigan, da cui riceve inaspettatamente la risposta.
Solo a questo punto, dunque, nel romanzo Craig inizia il nuovo anno scolastico nella nuova scuola. Tra amori adolescenziali e balli, Craig continua ad avere problemi con Yanko, il quale un giorno, credendo di essere stato cacciato da scuola per colpa di Craig, lo picchia.
Craig viene ritrovato steso per terra dalla sua insegnante preferita, Hargensen (Kirby Howell-Baptiste) che cura le sue ferite. Quella stessa sera Craig chiama il numero di telefono del signor Harrigan e gli racconta l’accaduto. Il giorno dopo, Kenny Yanko viene trovato morto nella stessa posizione in cui Craig era stato steso per terra con in bocca il lucido di scarpe.
Disperato e preso dai sensi di colpa Craig corre a cambiare telefono e nasconde quello collegato con l’iPhone del signor Harrigan in camera sua. Terminata la scuola inizia a studiare giornalismo, un giorno gli arriva la notizia della morte della signora Hargensen, in un incidente d’auto a causa di un uomo ubriaco al volante Dean Whitmore, noto per aver già commesso reati di questo tipo.
Tuttavia, poiché suo padre è ricco e influente, viene rinchiuso in un centro di recupero. Craig spinto dall’ira cerca il telefono nascosto nella sua stanza e chiama di nuovo l’iPhone del signor Harrigan. Whitmore sarà ritrovato soffocato da una saponetta nella doccia. Alla fine si vede Craig gettare il vecchio iPhone in un lago esprimendo il desiderio di essere, una volta morto, sepolto a tasche vuote.
Non è la prima volta che un romanzo di Stephen King venga adattato in maniera non così soddisfacente da quanto ci si aspetterebbe da un thriller scritto dal re dell’horror. Anche questa volta c’è un po’ di delusione.
Innanzitutto, il film non è nient’altro che quanto ci si aspetta di vedere considerando già la durata del film: 1 ora e 46 minuti di una vicenda poco approfondita che attrae l’attenzione perché promette una serie di misteri irrisolti, per poi arrivare a contemplare che effettivamente resta tutto irrisolto.
Tanti rimandi alla morte della madre, narrata con sensi di colpa da parte del protagonista che ci fa sperare in una spiegazione che non arriva mai; le morti dei personaggi che fanno pensare a un “Death note” nell’era digitale e neanche troppo ben sviluppato.
I temi sono interessanti: il piacere della lettura stravolto da internet, che porta tutti a passare ore con lo sguardo fisso sul telefono senza parlarsi se non, appunto, tramite chat; il legame che si instaura tra il giovane e l’uomo anziano di cui ci viene fatto intuire fosse un “magnate” un po’ macabro, senza spiegazioni efficaci sul suo passato ma, ancora una volta, troviamo indizi sparsi nel racconto senza chiarimenti.
Il signor Harrigan sembra accogliere Craig come il piccolo Orson Wells/Charles Foster Kane era stato accolto dal banchiere Walter Parks Thatcher in Quarto potere, ma le aspettative chiaramente sono infrante.
A scandire il racconto potrebbero essere i romanzi letti da Craig, tra cui spiccano per temi simili Cuore di tenebra di Joseph Conrad, Dombey e figlio di Charles Dickens, Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij, ma qui non abbiamo un Raskòl’nikov che alla fine decide di redimersi ed è pronto a una nuova vita, piuttosto un preannuncio di una nuova vita che parte dal rinnegare quello che c’è stato.
Craig lancia il telefono nel lago, si allontana traendo la sua conclusione, vuole essere sepolto con le tasche vuote, iniziano i titoli di coda e noi restiamo in preda alle nostre domande: chi è il signor Harrigan?
Un misterioso uomo in grado di prevedere il futuro quando preannuncia il mondo delle fake news? Uno spietato assassino vendicativo che cerca di fare giustizia? O forse un semplice anziano vissuto in solitudine che ha visto il mondo cambiare e lo ha abbandonato?