Licantropus (Werewolf by Night), una svolta importante per la formula Disney+ della Marvel. Recensione
Licantropus (Werewolf by Night) conferma che quando si tratta di progetti live-action Disney+ della Marvel non serve eccedere per dare il massimo, anzi meglio un po’ meno.
Dopo ben 15 progetti della Fase Quattro del MCU, il film Marvel Licantropus (Werewolf by Night) è arrivato su Disney+ come una sorpresa unica, e narrazione speciale, diretta dall’acclamato regista Michael Giacchino, si presenta rinfrescante e libera da molte delle pressioni associate agli altri progetti cinematografici live-action della Marvel.
Non c’è stato alcun incarico per estendere questa storia su sei-nove episodi, gli effetti della computer grafica o dello schermo verde sono poco utilizzati, non c’è nemmeno alcun bisogno di collegare la trama alle prossime storie del MCU. Semplicemente, è così.
Si tratta di una scelta azzeccata per questo ingresso nell’universo cinematografico, che sta lottando per trovare la sua strada dopo la conclusione della Saga dell’Infinito nel 2019.
L’azione è incentrata sul Jack Russell interpretato da Gael García Bernal (lode per aver mantenuto spudoratamente il nome originale), un licantropo dal carattere dolce che controlla il suo mostro interiore, e sulla misteriosa Elsa Bloodstone (Laura Donnelly), un personaggio che spesso viene ingiustamente definito come il rifacimento di Buffy l’Ammazzavampiri della Marvel Comics.
I due devono combattere l’uno accanto all’altra in una notte buia e minacciosa, quando il padre di Elsa, Ulysses, capo di una cabala di cacciatori di mostri, viene a mancare e si scatena una gara per contendersi la sua mistica gemma Bloodstone. Per ottenere questo potente e prezioso oggetto, uno di loro deve uccidere il mostro, che è stato catturato e custodito in un labirinto adiacente.
Jack è lì per sabotare il tutto e salvare il mostro, alias il suo amico Ted, ma Elsa è lì per accaparrarsi la gemma. Il fatto che faccia arrabbiare tutti coloro che erano lieti di rivederla dopo aver tagliato i ponti con Ulysses è solo un bonus.
Licantropus si sofferma abbastanza sulla storia dei suoi personaggi da far venire voglia di saperne di più, le spiegazioni ci sono e risultano stuzzicanti. L’introduzione è illustrata e narrata in modo affascinante da Rick Wasserman in lingua originale, noto doppiatore dell’animazione Marvel, il quale ci informa che il MCU tradizionale è beatamente all’oscuro di ciò che sta accadendo nell’ombra, mentre uno sfacciato cenno a Gorr il macellatore di dei allude alla linea temporale.
Non abbiamo bisogno di flashback per capire che Ulysses Bloodstone era un insopportabile arrogante e un padre schifoso, lo si legge in faccia a Donnelly. Jack non ha bisogno di raccontarci di quella volta in cui è riuscito a ricordare un amico mentre era in forma di lupo mannaro, siamo noi stessi a immaginare quelle circostanze quando il cuore spezzato lampeggia brevemente negli occhi di Bernal. I due sono perfettamente calati nei ruoli, con lo stesso che incarna pienamente l’aspetto grottesco di tutto ciò, mentre Donnelly mostra le cicatrici emotive che decenni di abusi e negligenza le hanno inflitto.
Il sinistro film per la stagione spettrale è un’abile lettera d’amore ai vecchi film sui mostri, che gioca con l’estetica dei classici della Universal, aggiungendo persino dei segni di riconoscimento nell’angolo in alto a destra dello schermo.
Il risultato è un’esperienza stralunata, caratterizzata da alcuni contorni in bianco e nero che si dissolvono come un incubo, seppur gradevole. Un set semplice e alcuni effetti speciali contribuiscono a rendere uno speciale relativamente ” low cost” (almeno per gli standard Marvel), mentre la macchina da presa si sofferma sugli spargimenti di sangue più a lungo di quanto ci si aspetterebbe, dando ai combattimenti un vero e proprio fattore gore che non si ottiene con le sequenze di combattimento più asettiche della Marvel.
È difficile non immaginare una versione di Moon Knight ispirata a questa atmosfera. Inoltre, Licantropus realizza un’introduzione più competente al lato horror soprannaturale dei fumetti in 50 minuti circa di quanto la serie con Oscar Isaac sia riuscita a fare in sei costosi episodi.
La natura standalone di Licantropus colpisce in modo particolare, forse rivedremo questi personaggi nel MCU, ma questo speciale non ne sottolinea la necessità. Le domande che sorgevano prima della messa in onda, ad esempio “tutto questo si svolge nel multiverso?”, “sta preparando la seconda stagione di Moon Knight?”, o “Elsa andrà ad infastidire il Cavaliere Nero nel reboot di Blade?”, sembrano non avere importanza. Come è giusto che sia!
È divertente aver trascorso del tempo in questo mondo, proprio perché parte del problema della Fase Quattro è stata la fissazione, spesso fuori luogo, sulla domanda “cosa succederà dopo?” piuttosto che sull’offrire un’esperienza visiva che rimanesse impressa. Licantropus, con le sue tematiche legate all’alienazione e alla necessità di fare i conti con l’eredità di una dinamica familiare violenta, rimarrà impresso nella memoria.
Molti degli spettacoli Disney+ della Marvel ad oggi (e i film della Fase Quattro, a dire il vero) hanno ricevuto un’accoglienza contrastante da parte dei fan, ma una lamentela ricorrente sul versante televisivo è che alle storie viene dato uno spazio insufficiente per esprimersi. Werewolf By Night si colloca nella zona cuscinetto, offrendo esattamente la giusta misura. Sarebbe bello assistere a una narrazione più mirata di questo capitolo nella Fase Cinque.