Con l’avvicinarsi del finale di stagione i tamburi di guerra si fanno sempre più pesanti a Westeros e mentre anche le ultime pedine si schierano da una parte o dall’altra le due fazioni si ritrovano unite a tavola per l’ultima cena prima della tempesta.
Se nel corso di Game of Thrones ci siamo abituati ad essere sballottati tra città e castelli tra i due continenti in questa prima stagione di House of the Dragon il fulcro è sempre stato Approdo del Re. La cosa non cambia nemmeno in questo ottavo episodio della serie che vede i due rami della famiglia Targaryen riuniti in attesa della decisione della corona su chi prenderà il posto di signore di Driftmark.
Corlys Velaryon (Steve Touissant) è infatti in fin di vita, ferito nella riaccesa guerra con la Triarchia, e il titolo di signore di Driftmark spetta di diritto al figlio di Rhaenyra (Emma D’Arcy), Lucerys Velaryon (Elliot Grihault), ma i dubbi sulla sua discendenza danno spazio alle pretese del fratello del serpente del mare Vaemond Velaryon (Wil Johnson).
Dopo un estenuante entrata in scena data dalle sue condizioni ormai precarie il re Viserys Targaryen (Paddy Considine) decide di lasciare la scelta alla moglie di Corlys e sua cugina Rhaenis Targaryen (Eve Best). Questa chiede che la volontà del marito venga rispettata e il suo titolo passato al nipote Lucerys accettando inoltre l’offerta della nipote Rhaenyra di sposare i figli Jacaerys (Harry Collett) e Lucerys alle figlie di Daemon (Matt Smith) e Laena (Nanna Blondell) ovvero Baela Velaryon (Bethany Antonia) e Rhaena Velaryon (Phoebe Campbell).
Una scelta che manda su tutte le furie Vaemond Velaryon che accusa davanti a tutti i figli di Rhaenyra di essere dei bastardi e lei di essere una donna di facili costumi (usando ben altri toni) prima di subire la decapitazione da parte di Daemon.
La scelta di Rhaenys rafforza così le file dei neri, la fazione fedele a Rhaenyra, che possiamo distinguere nella scena del trono per gli abiti neri contrapposti a quelli verdi dell’altra fazione. Un rafforzamento delle sue schiera dopo che già ad inizio puntata vediamo Daemon trovare delle uova di drago deposte da Cyrax e che promettono così di portare il loro schieramento in vantaggio numerico per quanto riguarda il numero dei draghi.
Ogni volta che nasce un nuovo Targaryen gli dèi lanciano in aria una moneta, e il mondo trattiene il fiato aspettando di vedere su quale faccia cadrà.
Se i problemi di Rhaenyra sono dovuti al presunto sangue impuro dei figli di questi problemi non ne ha di certo la regina Alicent Hightower (Olivia Cooke) dato che i suoi, di figli, dimostrano certamente di essere dei Targaryen viste le loro stranezze e i loro comportamenti.
Lo vediamo in Aegon (Tom Glynn-Carney) che violenta una delle serve, nonostante sia ora sposato alla sorella Helaena (Phia Saban), emulando ironicamente il comportamento irresponsabile per il suo ruolo della sorellastra Rhaenyra che tanto Alicent aveva condannato. Lo vediamo inoltre gioire stranamente quando il padre Viserys riafferma la sua volontà che il trono passi a Jacaerys in quanto, come detto dal ragazzo, non desidera la corona e il peso che questa porta.
Lo vediamo anche in Aemond Targaryen (Ewan Mitchell), ora cresciuto e divenuto un abile guerriero, sempre in cerca dello scontro e che gioisce nel vedere versato il sangue di Vaemond Velaryon. Un comportamento ma anche un aspetto che ricordano molto quello dello zio Daemon per cui sembra provare una grande ammirazione.
Una famiglia problematica quella di Alicent che porta la regina ad essere sempre più stretta al credo dei sette, molto forte nelle sue terre natie, forse per motivare sé stessa tra le difficoltà che la donna sta attraversando da quando è divenuta regina e per dare un senso al tutto.
Una cena passata tra i rancori e tra i vecchi ricordi quella che vede banchettare insieme i due rami della famiglia Targaryen e ciò che rimane della famiglia Velaryon, voluta dal re Viserys per avere riuniti almeno un’ultima volta tutti i suoi cari prima della imminente dipartita.
Una cena che sembra riappacificare, almeno apparentemente, le due vecchie amiche tanto che la regina Alicent riconosce anche in un brindisi Rhaenyra quale prossima regina. Ma se le due donne si mostrano inclini a sotterrare l’ascia da guerra le spaccature all’interno della casata reale hanno ormai già prodotto delle ferite insanabili nei figli, pronti sempre allo scontro ma che si limitano per ora solo a quello verbale, nell’attesa che le armi vengano sguainate.
Quest’ottavo episodio di House of the Dragon non dimentica di certo gli intrighi e i giochi di potere. Lo vediamo infatti nel ritorno di Mysaria (Sonoya Mizuno), padrona di un bordello di Approdo del Re e vecchia fiamma di Daemon la quale capiamo avere varie spie a corte. Una posizione che la mette in conflitto con Larys Strong (Matthew Needham), altro maestro dei sussurri, e che sarà sicuramente importante in futuro.
Un ottavo episodio che ci mostra il re Viserys Targaryen sotto una luce completamente nuova, mostrato per la prima volta come un re fiero e degno del suo titolo. Prima quando nonostante la malattia e la sua salute si porta sul trono per legiferare lui stesso in sua vece e poi quando decide di rimettere ognuno al suo posto durante la cena di famiglia ed esortandoli alla riappacificazione, dimostrando così perché fu scelto come re anni prima.
Una decisione che però lo mostra ancora cieco davanti alla verità, non volendo accettare le accuse mosse verso Rhaenyra e i loro figli tanto da non fare niente quando il fratello Daemon decapita Vaemond Velaryon nella sala del trono.
Una fine che sembra giunta veramente questa volta per Viserys il quale, sul letto di morte, con la mente offuscata dal latte di papavero, ricorda l’importanza della profezia di Aegon. Questa viene però mal interpretata dalla moglie Alicent che riconosce nelle parole la decisione di mettere loro figlio Aegon sul trono di spade, portando così al riaccendersi delle questioni appena sopite.
Muore così il re di Westeros Viserys Targaryen primo del suo nome, non prima di ricordare un’ultima volta con le sue parole la defunta moglie Aemma. La danza dei draghi è ormai alle porte.
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