Nel mondo di Game of Thrones matrimoni e funerali non sono solo modi di celebrare le unioni o ricordare i morti, ma anche riunioni di famiglia dove rivalità e dissapori vengono a galla e questo settimo episodio di House of the Dragon, “Driftmark”, non è stato da meno.
Riunite per celebrare e ricordare la defunta Laena Velaryon (Nanna Blondell) le famiglie Targaryen e la famiglia Velaryon mettono a nudo tutte le loro debolezze e la loro umanità.
Lo vediamo nei figli di Alicent (Olivia Cooke) e Viserys (Paddy Considine), con Aegon (Ty Tennant) più preoccupato a bere vino che piangere la defunta, la piccola Helaena (Evie Allen) concentrata nella sua strana passione per gli animali mentre il giovane Aemond (Leo Ashton), ancora scottato dallo scherzo subito nello scorso episodio, sfoga la sua frustrazione per non avere un drago su Rhaena Targaryen (Eva Ossei-Gerning) la quale è afflitta dallo stesso pensiero.
Lo vediamo anche nei figli di Rhaenyra (Emma D’Arcy) ancora scossi per la morte del loro vero padre Harwin Strong (Ryan Corr) mentre il presunto vero padre Laenor Velaryon (John Macmillan) da spettacolo davanti a tutti nelle acque davanti al terrazzo e viene portato via ubriaco. Una famiglia disunita che non sembra ormai più in grado di nascondere il segreto che la divide.
Lo si vede infine anche nella casata dei Velaryon, con lord Corlys Velaryon (Steve Touissant) e la moglie Rhaenys Targaryen (Eve Best) distrutti per la morte della figlia e divisi dal dover accettare come nipoti i principi Jacaerys (Leo Hart) e Lucerys (Harvey Sadler) nonostante sappiano l’identità del loro vero padre. Un segreto che divide la stessa casa Velaryon come possiamo intuire dal discorso funebre fatto in onore della defunta Laena.
Spinto dal suo desiderio di ottenere un drago e vendicarsi dell’affronto subito Aemond Targaryen si avventura all’esterno del castello per reclamare Vhaegar riuscendo nel suo tentativo. Un successo non apprezzato però dai cugini e dalle cugine e che porta allo scontro tra i giovani e dove il neo-cavalcatore di draghi sembra avere la meglio fino a quando Jacaerys, estratta una daga, taglia l’occhio sinistro al cugino.
Una ferita che porta alla perdita dell’occhio e all’accendersi dei conflitti sopiti tra le due fazioni soprattutto quando la regina consorte, Alicent Hightower, chiede che uno dei figli di Rhaenyra paghi lo stesso prezzo. Una richiesta che il re, Viserys Targaryen, non vuole vedere esaudita e che accende un alterco tra le due vecchie amiche portando Alicent a ferire il braccio di Rhaenyra con la daga in acciaio valiryano del marito.
Un colpo poco più che superfluo che ci porta però a capire quanto la regina sia disposta a spingersi oltre per il bene dei figli e per vedere suo figlio Aegon ascendere al trono al posto dei figli bastardi di Rhaenyra.
Non è esente da colpe il re Viserys Targaryen, la cui colpa più grande è quella di ignorare gli eventi che stanno travolgendo le due famiglie, preferendo essere cieco e negare la verità. Messo davanti alla verità sui figli di Rhaenyra il re preferisce infatti minacciare chiunque racconti queste verità etichettandole come semplici calunnie, portando ad inasprire le faide famigliari e spingendo la moglie sempre più tra le braccia di alleati pericolosi.
Errore anche quello di reintegrare Otto Hightower (Rhys Ifans) come mano del re, nella speranza che il ritorno del padre calmasse le dispute famigliari e che la punizione subita portasse l’uomo ad essere più neutrale per paura di subire ancora la stessa sorte. Una speranza vana quella del re come vediamo nell’incontro tra padre e figlia dopo l’incidente, ora veramente vicini perché accomunati dallo stesso scopo.
Scottato dalle accuse lanciate direttamente a Rhaenyra e alla sua discendenza Laenor decide di portare fede alla promessa fatta alla moglie dieci anni prima. Promessa mantenuta nel più inusuale dei modi acconsentendo ad inscenare la sua morte per seguire l’amato Qarl Correy (Arty Froushan).
Preferendo l’amore ai suoi privilegi e decidendo di scappare ad Essos per vivere con il suo amante Laenor dimostra di essere l’opposta di Rhaenyra che dieci anni prima, salpando da quelle stesse spiagge, aveva rifiutato la proposta di ser Criston Cole (Fabien Frankle) di fare lo stesso. Due scelte diametralmente opposte che ci fanno capire la differenza nelle ambizioni degli ex consorti.
Una morte, quella di Laenor Velaryon, che lascia spazio al matrimonio tra Rhaenyra e lo zio Daemon Targaryen (Matt Smith) i quali possono finalmente unirsi e coronare il loro amore.
Un matrimonio in perfetto stile valiryano, con il sangue al suo centro, e celebrato nemmeno 24 ore dopo la morte del marito per mandare un chiaro segnale ai loro nemici: i due sono pronti a tutto pur di regnare insieme e non si fermeranno davanti a nulla.
Un’unione intenta a portare alleati dalla parte di Rhaenyra grazie al prestigio e al terrore portati dall’avere Daemon al suo fianco, nella speranza che quando il momento arriverà ciò porterà più lord e nobili a sostenere la sua causa.
Un’unione che però allontana sempre più la figlia Rhaenyra dal padre Viserys dato l’astio tra i due fratelli e il veto imposto ad un matrimonio tra i due anni prima.
Questo sesto episodio ci conferma ancora di più il ruolo di Larys Strong (Matthew Needham) come maestro dei sussurri di questo spin-off di Game of Thrones, con il lord di Harrenhall che si offre come occhio vigile della regina e la invita a chiedere a lui nel caso le servisse vendetta. Un ruolo che lo accomuna sempre più al Ditocorto della serie originale date le mire di potere del figlio del defunto Lyonel Strong.
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