Skam Italia è giunto al suo quinto capitolo con grande sorpresa del pubblico, quasi rassegnato all’idea di vedere terminata l’avventura dei protagonisti della serie tv. La nuova stagione, con protagonista Elia, è un intimo viaggio nelle debolezze dell’uomo.
La fine della quarta stagione della serie tv Skam aveva davvero soddisfatto anche i cuori più riluttanti. In una sintentica ma esaustiva panoramica narrativa, la stagione si concludeva raccontando ogni personaggio con quella dolcezza tipica del prodotto Netlix. Non solo, i protagonisti avevano terminato il loro viaggio al liceo ed erano pronti a spiccare il volo e a diventare adulti.
Per certi versi, quindi, l’approdo a un nuovo capitolo di Skam è stato accolto sì con grande entusiasmo ma anche con una buona dose di incertezza. Cosa può dare ancora Skam, dopo quattro stagioni di grandissimo successo?
Skam è l’adattamento italiano dell’omonimo format norvegese ripreso nelle sue storie e nella caratterizzazione dei suoi personaggi da molte produzioni europee. La versione norvegese, quindi quella originale, termina con il quarto capitolo per cui è ben ipotizzabile immaginare le preoccupazioni di tanti appassionati circa la possibilità di creare contenuti originali da parte della produzione italiana.
La quinta stagione di Skam, prodotta da Cross productions e distribuita da Netflix il primo settembre, è la prima stagione con sceneggiatura totalmente originale dove i creatori hanno potuto scegliere liberamente le tematiche da affrontare senza vincoli legali.
Skam 5, non appena rilasciata sulla piattaforma streaming, è balzata al primo posto tra i prodotti più visti e raccoglie tutt’ora, a distanza di quasi un mese dalla prima visione, nuovo pubblico tra le fila dei suoi spettatori più appassionati.
Il protagonista della quinta parte di Skam è Elia, interpretato più che egregiamente da Francesco Centorame, una sorta di playboy seriale che pare disdegnare qualsiasi tipo di impegno duraturo. Al contrario dei suoi amici, Elia è stato bocciato ed è costretto a ripetere l’anno al liceo e a ritardare l’ingresso all’Università.
Elia, anche a causa di un rapporto conflittuale con suo padre e alla morte prematura di sua madre, convive con Filippo, fratello di Eleonora, con il quale ha instaurato un’amicizia intensa. Elia, mentre si destreggia tra una prova con il gruppo musicale “I Contrabbiendieri” e gli affari scolastici, prova a spogliarsi delle sue insicurezze fisiche a far la conoscenza di un nuovo personaggio, Viola.
Viola, (Lea Gavino), è una delle poche ragazze in grado di far emozionare Elia grazie alla sua dolcezza e determinazione. La ragazza, infatti, è impegnata insieme ad un gruppo di amiche nell’elezioni studentesche al liceo le quali incastrano Elia per collaborare con loro e far fronte alla minaccia dei cosiddetti “Fasci”.
Ed è in questo scambio di idee, esperienze e sensazioni che si sviluppa il rapporto tra Viola ed Elia, prima timido e traballante ma che poi assume la forma di una bolla, romantica, di tenerezza travolgente. Purtroppo, però, per Elia la strada verso l’autodeterminazione è più complicata del previsto soprattutto in virtù della sua condizione fisica: Elia, infatti, ha l’ipoplasia peniena, quella che volgarmente vien definita come il micropene.
Il protagonista di Skam considera la sua situazione come estremamente invalidante, reale impedimento al compimento fisico di qualsiasi rapporto. Elia, quindi, faticherà sempre di più ad aprirsi con i suoi amici e con colei di cui si sta piano piano innamorando tendendo, invece, verso un pericoloso isolamento.
Ma, ancora una volta, come quasi in ogni capitolo di Skam, la forza per reagire arriva dalle amicizie, quelle vere e pure che ti sostengono al di là di ogni pregiudizio, stereotipo o sofferenza. Skam, allora, è, ancora una volta, una meravigliosa ricostruzione dei rapporti umani e una dimostrazione incredibile della loro forza e carica vitale tipica dell’età giovanile e post-adolescenziale.
Skam si conferma, quindi, come un prodotto capace di riconsegnare uno sguardo completo e complesso della gioventù di adesso. La tematica del micropene, che da subito ha scatenato numerose polemiche, ha rappresentato un’imperdibile occasione per ragionare sul concetto di viralità dell’uomo, ereditato e fagocitato anche da questa generazione Z che tanto si definisce fluida e libera.
Purtroppo, forse, l’insicurezza maschile è stata una materia debolmente trattata dalle narrazioni contemporanee, come se non fosse degna di essere argomentata. Grazie ad un racconto onesto e privo di compiacimento, Skam Italia è riuscito ad individuare la fragilità maschile, cristallizzarla ed indagarla in tutti i suoi aspetti più controversi.
Elia ritiene che chiudersi in sé stesso e mentire sia più rassicurante che parlare con i suoi amici e le sue amiche di sempre, in grado forse, di mostrargli una via diversa rispetto dall’autodifesa forzata. Sono proprio loro che, senza alcun dubbio, lo guideranno verso la presa di consapevolezza che il piacere ma soprattutto l’amore prescinde dalle dimensioni del pene. Per la retorica, più che giusta, secondo la quale “nessuno si salva da solo”.
Il ragazzo, infatti, avrà bisogno di un forte supporto psicologico e di una motivazione interna non indifferente per tirare fuori tutto il suo disagio in quanto giovane, maschio e non conforme ai canoni tramandati dalla nostra cultura di riferimento. Francesco Centorame interpreta il personaggio di Elia denudandolo di qualsiasi patina di pateticità ma arricchendolo di una serie di sfumature caratteriali incredibilmente autentiche.
Elia, anche nella sua fragilità, non è esente da errori. Le sue insicurezze, di fatti, lo conducono non solo a non essere onesto con le persone a lui care e a mettersi sempre in condizioni di protezione ma a creare attorno a sé un vuoto emotivo e all’inevitabile isolamento.
Elia è un personaggio che certa spasmodicamente la solitudine con l’incubo perenne di non essere mai veramente accettato per la sua condizione ma il ragazzo è tutt’altro che un personaggio solo. La forza di Skam risiede soprattutto in questo: nella meravigliosa empatia che si concretizza nei rapporti interpersonali.
Nonostante queste premesse, non tutti riescono a trovare il coraggio di essere sensibili. Ed è per questo che Elia subirà non pochi episodi di bullismo i quali alimenteranno ancora di più la sua instabilità emotiva e lo spingeranno ad ergere un muro di autodifesa. Niente è perduto, però, soprattutto in Skam dove ognuno dei personaggi alla fine deve fare i conti con i propri demoni per raggiungere la felicità.
La quinta stagione di Skam ha visto cambiare il suo padre concettuale: Tiziano Russo ha diretto gli episodi sotto la supervisione costante dello storico regista della serie Ludovico Bessegato.
Non avere linee guida a cui fare riferimento per la scrittura di Skam si è dimostrato un’arma a doppio taglio. Da una parte i creatori non avevano la certezza che la storia potesse funzionare dall’altra però erano liberi di esprimersi al meglio delle loro possibilità sia dal punto di vista registico che di scrittura.
Sotto questi due aspetti, allora, Skam Italia si riconferma un gioiellino della serialità italiana in grado di competere con produzioni internazionali. Grazie ad una direzione registica sintetica che enfatizza i momenti di semplicità con ralenti emozionanti e ad una sceneggiatura ironica, profonda e coerente, Skam ha fatto ancora breccia nei cuori degli spettatori ormai affezionati alle avventure di questo gruppo di amici così genuino e spontaneo.
Un’altra nota positiva per la serie è sicuramente la soundtrack, una sorta di materializzazione sonora delle sensazioni dei protagonisti, la quale ha la capacità, non scontata, di valorizzare sequenze che altrimenti non avrebbero avuto la medesima pregnanza.
Il lavoro fatto su Skam è un lavoro minuzioso e puntuale, non certo privo di falle, ma che rientra assolutamente tra quelli meritevoli di essere guardati.
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